La "scatola degli attrezzi" per lo svapo in controllo di temperatura

 Lo svapo in Tc..

Lo svapo in TC nacque (col DNA40) come dispositivo di sicurezza, per poter utilizzare coil al Nickel puro (le famose Ni200) senza che le temperature troppo elevate generate dalla coil


destabilizzassero il materiale utilizzato facendogli rilasciare particelle metalliche (tossiche) che veniva inalate ma via via, con l’utilizzo di materiali termoreattivi più stabili è diventata un’ottima maniera di svapare in maniera sicura (evitando “steccate” e cotoni in secca, se non si insiste troppo) e precisa, potendo scegliere la temperatura di svapo che si preferisce il circuito provvede poi a stabilizzarla gestendo l’alimentazione elettrica affinché la coil non generi temperature “sballate”.

Ma cosa serve per poter svapare in TC?

Il filo

Ne ho già scritto a iosa e non sto ad annoiare ulteriormente ma vale la pena di precisare che il controllo di temperatura non è un termometro “fisico” che misura la coil ma un software dove, memorizzate le caratteristiche fisiche (coefficiente termico o TCR) ricava la temperatura della coil tramite un equazione che la calcolava in base agli incrementi di resistenza della coil rispetto al suo valore in ohm “a freddo”.

Mi è capitato in una discussione (a dire il vero abbastanza vivace) che un vaper insistesse col dirmi che mi sbagliavo e che lui svapava in TC utilizzando il kanthal.

Per poter svapare in TC materiali come l’acciaio e i vari fili di Dicodes e Zivipf hanno la reattività fisica per poter essere gestite da un circuito di controllo di temperatura, il Kanthal e il Nichrome (che non variano la propria resistenza in base alla temperatura generata) non forniscono i dati perché il circuito possa calcolarne la temperatura.

Non mi ricordo con che circuito svapasse ma col DNA60, se il TC viene attivato con un materiale sbagliato o non termoreattivo alla terza svapata la box (educatamente) si commuta in modalità watt (e se ben mi ricordo, anche lo Starplat 75), i circuiti Yihi (sicuramente il mio amatissimo SX350J) erogavano dando i numeri del lotto visto che imperterrito calcolava sui dati sballati che rilevava mentre i circuiti Dicodes, scontrosi e scortesi, o vengono settati a puntino oppure NON funzionano mitragiando segnalazioni di errori.

Ovviamente, il cavo deve essere del materiale ESATTO e con la stessa proporzione (se è una lega come il NiFeThal) impostato nel TC, motivo per cui Zivipf (che dovrebbe essere anche il produttore dei fili a marchio Dicodes e UD, (abbastanza, quando li usavo) sono materiali ESATTI per essere utilizzati in TC mentre altri produttori cinesi oltre che produrre cavi sporchi perché lavorati in maniera approssimativa sono leghe miscelate in maniera fantasiosa, su reddit.com sulla sezione del forum che parla di svapo spesso capita di nerd che, testando con attrezzature professionali la resistività di cavi di certi materiali di produttori imprecisati non erano del materiale ESATTO dichiarato (anche solo una titolazione diversa dell’acciaio di cui è composto il filo), cavi che pertanto sono inadatti allo svapo in TC, svapo che per sua natura deve operare su valori letti e su materiali ESATTI.

Atomizzatori

Grazie a Dio atomizzatori con il pin del positivo autoregistrante a molla (se ben miricordo, il primo Expromizer) o composte da miriadi di componenti (gli atom di una volta rigenerarli non era il peggio, era il riassemblarli una volta puliti) o con fermi a vite un po’ ballerini (di quelli che basta inciamparsi per le scale che la coil balza da 1.4 a 3 e passa ohm, a me è capitato) quasi non se ne vedono più, motivo per cui, se ci si vuole dilettare nello svapo in TC, atom semplici, privi di parti mobili (e soprattutto di torrette instabili) e con pin del positivo fisso (meglio ancora, regolabile a vite).

La Box

Nella mia esperienza di “accumulatore seriale” mi è capitato di vedere box di ogni foggia e tipo (e disastri): box con i contatti alla vaschetta saldati con “caccole” di stagno che da sole falsavano la resistenza del cablaggio (una di queste box leggeva pure una resistenza, seppur bassissima, anche ad atom non installato, box che per ridurne le dimensioni (o meglio, per fare faticare il modder) erano state cablate con fili di diametro inferiore a quello richiesto da Evolv (cosa che, oltre che fare surriscaldare la box falsa le letture di resistenza del circuito.

Problema principalmente delle box “artigianali”, un mio amico (un po’ “integralista”) diceva che il top era svapare in TC con box INDUSTRIALI di certi produttori, perché una macchina assembla e salda in automatico sempre bene se impostata correttamente, certi esseri umani (soprattutto alla fine della giornata lavorativa) spesso no.

La vaschetta….. Anche qui si sono sempre aperte grosse discussioni in merito a quale fosse la vaschetta migliore per poter svapare in TC: i puristi sostengono (ed hanno ragione) che la miglior vaschetta per lo svapo in TC è quella che ha il piattello di contatto fisso regolabile a vite, non ha parti metalliche extra come la molla ed ha la migliore conduttività (e quindi una tendenza praticamente nulla a generare resistività “sporche” mentre quelle autoregistranti a molla (soprattutto se il molleggio della molla è morbido) hanno il grosso vantaggio di garantire il miglior contatto pin dell’atom-piattello della box, il punto critico in cui viene rilevata la lettura di resistenza della coil, valore che viene poi “decodificato” e interpretato dal circuito di controllo di temperatura per ricavare il valore di temperatura della coil e di conseguenza modulare l’alimentazione elettrica.

Quindi, utilizzare il circuito di controllo temperatura su box economiche con i vecchi piattelli fissi con l’anellino in gomma sotto a fare da ammortizzatore o box con pin sì autoregistrante ma con molleggio troppo duro sono inadatte per lo svapo in TC, un contratto con troppa pressione tra il pin del’atom e quello della box tende a fare “schizzare” le letture della coil facendo rilevare valori in ohm più alti del reale e quindi fa lavorare il circuiti TC su valori sballati.

E poi…. Ne parlo dopo, a proposito dei circuiti.

I circuiti

Perché la gente va i videogiochi a PC con schede che sembrano delle centrali termonucleari anziché con schede video economiche?
Alcuni esagerano sicuramente, ma a fare videogiochi pesanti in termini di grafica e di memoria con schede inadeguate si arriva a giocare a 40 FPS quando l’occhio umano riesce a distinguere fino a 60 immagini (FPS) al secondo e il risultato è di vedere e giocare con animazioni che sembrano la moviola della Domenica Sportiva.
E con il TC è uguale, un circuito che ha letture di resistenza ad elevato numero di frames al secondo è un circuito preciso e tempestivo nel gestire la temperatura e l’erogazione elettrica, percepibile se si fanno svapate lunghe con una vaporizzazione continua e non discontinua e “saltellante”, tipica dei circuito con letture di coil poco frequenti ed imprecise, motivo per cui se si vogliono fare prove per curiosità può andare bene qualsiasi box dotata di circuito TC, se si vuole svapare “bene” in TC è obbligatorio usare box con circuito adeguato.

TCR e coefficienti corretti

Dicevo, il TC non è un termometro “fisico” che misura la temperatura ma un equazione che, verificando l’incremento di resistenza della coil e utilizzando il coefficiente termico del materiale utilizzato, ricava la temperatura in tempo reale della coil.

Direttamente dal manuale della vecchia Evic Mini di Joyetech,
una modalità di inserimento dei coefficienti termici inquietantemente
imprecisa.

Quindi, oltre ad un circuito che  “calcola” velocemente e una lettura di coil esatta, occorre un dato esatto su cui poter calcolare, il coefficiente termico preciso del materiale utilizzato.
Se il coefficiente è inesatto il circuito calcola e ricava valori sbagliati e la svapata è instabile.
Ergo, box economiche con materiali presettati contengono quasi tutte valori approssimativi o addirittura sbagliati e anche qualcuna delle box cosiddette “di fascia media” (quelle a marchio Joyetech / Wismec / Eleaf) che permettono l’inserimento in modalità TCR (materiali non presettati dal produttore della box) con modalità troppo vaghe, nel manuale viene indicato per ogni materiale un range “da…. a …..” molto vago e quindi è lecito pensare che, di conseguenza, i calcoli del circuito siano ugualmente “fluttuanti” e di conseguenza lo svapo utlizzando il controllo di temperatura può riuscire insufficiente o non entusiasmante.

I circuiti “top” quali Dicodes, Starplat 75, Yihi e gli Omega Vaper hanno inserito i valori corretti, i DNA60 di serie hanno inseriti, per Titanio01 e Acciaio 316 valori imprecisi diversi da quelli “ufficiali” prelevabili dal sito di Steam Engine.

Quindi, tanto il DNA60 SE AGGIORNATO è un circuito che lavora in modalità eccellente tanto è impreciso così come esce di fabbrica, ergo o la box è dotata di porta USB per poter inserire i materiali corretti oppure i modder che hanno assemblato la box hanno avuto cura, oltre che di aggiornare il firmware, di correggere i materiali installati di serie (ed alcuni modder lo fanno, mi è capitato di verificare durante riparazioni di box ed espianti di circuiti.

A cosa serve il TC?

Nove anni fa, quando venne commercializzato il DNA40 di Evolv che supportava solo il Ni200 il TC era una novità adatta per lo più allo svapo “freddo” di mentolati e fruttati, data la super reattività del nickel puro e per la sua deteriorabilità alle alte temperature.

Successivamente, con l’impiego di fili più “robusti” quali l’acciaio 316 o i vari fili termoreattivi di Zivipf e di Dicodes, lo svapo in TC è diventata una maniera di svapare anche a temperature più elevate ma stabilizzate, adatto anche a creme e tabacchi.

E, in tutti i casi, una buona build e un buon circuito in TC sono immediatamente percepibili durante la svapata, un circuito che eroga e una coil che vaporizza in maniera stabile anche per svapate più lunghe è un sistema che lavora bene, un circuito dall’erogazione (percettibile) discontinua, quasi sembrasse di svapare in meccanico con una batteria semi scarica.

Ma a me cosa me ne frega, tanto non svapo in TC…

I circuiti dotati di controllo temperatura sono dotati, per poter moderare l’alimentazione elettrica in caso di coil con una temperatura molto vicina a quella limite impostata, della funzione di step down (ne ho già scritto, se no divento noioso).

Con le build “di una volta”, esclusivamente in kanthal e con valori di resistenza bassa, i vecchi circuiti che erogavano NON meno di 4.2 volt di minimo (3.7 gli Yihi e 3.6 volt gli Evolv) non era un grosso problema, svaparci con le build attuali dove una coil in niChrome molto reattiva può avere facilmente anche valori di 0.7/0.8 volt, svapare a un minimo di 4.2 volt significa svapare a 25 watt minimi, con vapore forse troppo caldo e col rischio di bruciare il cotone.

Tale funzione, prevista dai circuiti di controllo temperatura ma attiva anche in modalità variwatt, permette di svapare anche con build basse senza avere temperature di svapo troppo alte e fastidiose.

Quindi, che sia utilizzato o meno, avere una box dotata di circuito di controllo di temperatura è sempre una cosa molto utile, soprattutto se si svapa con valori di resistenza inferiori ad 1 ohm, anche con build per svapo MTL.

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