Ho il mio atom bello pulito e profumato, ora rigenero, debbo solo fare la coil.
Altra cosa di cui darsi pensiero.
Com’è che la coil non mi viene della resistenza che dice Steam Engine?
Com’è che una volta che ho fatto la coil mi sento le manine
puzzolenti e unte?
Son problemi. Grossi, soprattutto se non so bene che filo
sto usando.
Intanto occorre fare un netto distinguo: esistono fili di
produzione “certa” e fili di produzione indefinita.
Su Reddit.com ,
comunità mondiale sezionata per tutti gli interessi possibili, c’è una apposita
sezione dedicata dello svapo e tra markette e consigli su hardware, spesso si
trovano post molto interessanti.

Esempio di bobina di filo
in kanthal "anonimo"
Come quelli di un elettrotecnico che, non facendo analisi
chimiche sosteneva che “certi” fili da svapo di provenienza cinese non erano
del materiale dichiarato non avendo i parametri fisici (coefficiente termico e
conduttività) specifici della lega in cui dovevano essere composti.
E anche su gruppi italiani si trovavano gente che aveva
comprato fili di provenienza cinese in Ni200 che facevano sballare il
funzionamento del TC del DNA40 Big Screen di Evolv.
Nota: si può discutere su tutto ma il DNA40 “è” il TC per lo
svapo a Ni200 essendo il circuito che ne ha inventato l’utilizzo nei circuiti
da svapo e, io utilizzo sia l’uno che l’altro spesso entrambi in combinazione,
non sbaglia mai un colpo.
Ma ha un caratteraccio: se la coil ha la progressione
termica prevista dalla tabella del Ni200 (quindi è esattamente quel materiale)
il circuito suona come un violino, se invece le progressioni termiche della
coil e del circuito non coincidono, il TC si disattiva e la box funziona solo
in modalità variwatt.
Ergo, quel filo in Ni200 comprato sul sito cinese NON era un
filo in Ni200, poteva essere NiChrome, Nichel a purezza inferiore ma NON nichel
puro almeno al 99.93%.
Lo stesso lessi una volta su Reddit di un ragazzo che non
riusciva a fare funzionare correttamente una coil in presunto acciaio 316 in TC
su un DNA200 perfettamente aggiornato e col materiale impostato prelevato da
Steam Engine che generavano letture e test della coil tramite eScribe sbagliati.
E, dopo prove con multimetro digitale professionale, era arrivato alla
conclusione che forse il cavo poteva essere in acciaio sì ma di titolazione
sconosciuta, non sicuramente la 316 dichiarata.
Quindi, se ho comprato un filo Made in USA (TEMco ,
Lightning Wire e WireOptim sono tra i più famosi), in Germania (Zivipf è un
produttore di fili per usi industriali di cui lo svapo è solo una parte minima e
poco rilevante della sua produzione) e di cinesi ho letto che UD è affidabile
nei test, in tutti gli altri casi sarà un bel filo, magari pulito ma di cui non
è certa la composizione e soprattutto la coincidenza con il dichiarato del
produttore.
Ed è un peccato spendere capitali in atom ultralusso e
pregiati per andarli a rigenerare con dei filacci che manco si sa di cosa siano
fatti, si scaldano, fanno vapore ma saranno il materiale che ci è stato
dichiarato?
Fili puliti….

Pacco di salviette imbevute
in alcool isopropilico
I fili vengono prodotti per estrusione e, teoricamente,
dovrebbero seguire una procedura di lavaggio prima che vengano bobinati in modo
che il filo sia perfettamente pulito, igienico e pronto all’uso.
E se questa è “cosa buona e giusta” per un filo per dispositivi da inalazione
(o da svapo, è più semplice da dire), può essere una cosa del tutto
trascurabile per un filo generico utilizzato per fare le resistenze di un
asciugacapelli o di una stufetta elettrica semplicemente ribobinato in
confezioni più piccole per la vendita al dettaglio per DIY (do it yourself,
fallo da solo, la sigla americana che identifica il prodotto rigenerabile da
svapo)
E, con tutti i soldi spesi male, non è una spesa stupida
andare a fare un giro su Amazon e comprarsi una scatola di salviette imbevute
di alcool
isopropilico .
Ebbi modo già di scriverlo, sono soldi spesi bene perché
puliscono i copridisplay dei circuiti, rimuovono tracce di ossidazione dai pin
510 e “sgrassano” perdite di liquido senza danneggiare le superfici e
soprattutto l’alcool isopropilico per l’uso in soluzione in salviette imbevute non ha tossicità
rilevante e non lascia tracce che debbano essere ripulite.
Ed è interessante, una volta mi venne la curiosità di
pulirmi un po’ di filo di una matassa anonima su cui c’era scritto solo che era
kanthal e il diametro espresso in AWG per farci un po’ di esperimenti e
rigenerarci un dripper mi ritrovai con la salvietta con una strisciata nera
imprecisata sopra, che fosse ossido, sporcizia o residui di lavorazione non
riuscii a capirlo.
Tornato a casa, riprovai per curiosità su un cavo Dicodes
che mi era stato dato in dotazione assieme ad un circuito BF60 che avevo
comprato e la mia salvietta ne è uscita bella pulita che sembrava appena uscita
dalla lavatrice.
Quindi, cavi di provenienza certa e di produttori
conosciuti, tutto bene, cavi anonimi che Dio solo sa chi li ha prodotti, è bene
dubitare anche sulla “salubrità” e atossicità per certi usi.
Ma comunque, una buona pulita prima di bobinarci una coil è
sempre consigliata darla.
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