La SX Mini MQ Class di Yihi - prove d'uso

Bella è bella, robusta e ben assemblata sembra, il prezzo è molto interessante.

La la MQ Class come funziona?
Intanto preparo un po’ di atom con build differenti, evitando la testina classica in single coil, perché sarebbe troppo facile, una serie di setup divertenti per “metterla alla frusta”

-          Della serie “vecchio e carogna” il mio vecchio Stratos di Council of Vapor con una coil (ne feci scorta quando cessarono la produzione e le misero in flash sale) da ben 2.4 (sì, due virgola quattro) ohm

-       - Della serie “duro da scaldare” il vecchio ma sempre bello Trillium di Eden Mods, con coil da 0.5 ohm in clapton coil, bella lenta a salire in temperatura.

-        -  Della serie “coil mannara” una 0.4 ohm in mesh coil per Nautilus, su Twin di EVL Mods

-        - Della serie “TC brutto” un Genoa di Caravela Mods, coil EC in Titanio 01 da 0.4 ohm

-        - Della serie “TC fruttino” un Millenium GC con coil (ex) Nautilus in Ni200 (le “fascia rossa”) da 0.15 ohm

-        - Della serie “TC inutile” (perché andrebbe bene anche senza), un Kraken V2.5 di Vicious Ant con coil da 0.5 ohm SSOCC di Kanger, single coil compatibile col TC in acciaio 316.

WATT

Il primo, il più importante.
In watt sono impostabili tre curve di potenza, soft (-25%/-20%/potenza normale), hard (+20% in partenza, poi cala) e Neut(ral), ovvero fissa la potenza impostata a display.

Soft rende bene con le coil alte dello Stratos, vanno in temperatura normalmente e dopo averci svapato due giorni, i consumi di batteria sono stati bassi ma non ho percepito fiacchezza in erogazione ma con consumi di batteria molto bassi.

Con le altre coil, più si abbassa il valore di resistenza, più è lenta e “smorta la vaporizzazione motivo per cui, già sotto gli 1.6/1.4 ohm di resistenza la Soft è poco utile, già con delle BVC Aspire da 1.8 ohm è più godibile.

HARD: rende bene con delle clapton coil di resistenza non troppo alta perché le “spara” in temperatura subito risolvendo i problemi di lentezza ad andare in temperatura tipici delle complex coil, già con le 0.4 a mesh di Aspire la coil accellera troppo e ad inizio svapo da una spiacevole sensazione di caldo, di liquido “cotto”e forse anche un po’ di cotone bruciato.

SXI-Q: non servirebbero a nulla per il vaper normale, per il “nerdaccio” che viene dal DNA che fa il “botto” iniziale impostare una modalità a +10% per le prime cinque/otto barrette (che sono decimi di tempo di erogazione) può dare molta soddisfazione avendo una svapata subito “piena” e corposa ma non cattiva ed aggressiva (forse troppo) come la modalità hard.

V.VOLT

Le considerazioni sono sempre le stesse ma a cosa serve questa modalità?
Per i vapers recenti a nulla, per gli old vapers come il sottoscritto (già avanti con l’età e con l’Alzheimer che si avvicina) per sentirsi giovani, visto che con il Dani V1 di Dicodes, col Provari di Provape, con l’SVD di Innokin  e con lo zMax di Sigelei abbiamo tutti iniziato a svapare a resistenza sopra ohm e regolando le potenze in volt.
Altra ”etnia” potenzialmente interessata, gli svapatori a mesh con atom Genesis: quando ero giovane, senza Alzheimer e più paziente (e quindi mi sbattevo a rigenerare anche cose fetenti) mi piacevano i tabacchi “luridi” e unti su un Sat22 di Satburn a mesh, capienza ridicola di liquido (con la mesh si “cuoceva” e dopo una serata diventava meno gradevole), resa molto calda e molto facile da pulire, il liquido era “merdo” ma svuotato il tank (tutte le sere, io svapavo solo liquido “fresco”) un dryburn, una spazzolata leggera con uno spazzolino da denti vecchio e la coil era nuova, rigeneravo una volta al mese; il problema delle rigenerazione a mesh, mie ma anche di altri ragazzi che ho sentito, era il fluttuare del valore di resistenza letto per la coil (che in realtà non variava, era solo la mesh in acciaio che funge da corpo assorbente a cambiare le letture della resistenza) che comportava fastidiose fluttuazioni in voltaggio se la potenza era impostata in watt mentre con la potenza fissa impostata in volt il problema non si presentava.

VT COIL

L’ho usata poco, con la SSOCC in acciaio 316 da 0.5 ohm col Kraken non aveva una brutta erogazione, stabile e piena ma non ho fatto prove a tank vuoto, non rovino delle build e sono troppo “ragioniere”, refill la mattina appena sveglio, refill prima di cena e non ho mai “steccato” per avere svapato col tank vuoto.

Impressione: il segreto per provare la precisione di erogazione del circuito bisogna svapare ad aria aperta e per tirate lunghe, se la svapata è “continua” il circuito è preciso e lavora bene, se la percezione è di “vaporizzazione saltellante” è un circuito che ha la brutta abitudine di stabilizzare in maniera imprecisa usando probabilmente un PWM e da questo punto di vista l’Yihi SX416J da una percezione di linearità deliziosa.

“Corposità”? Evolv è aggressivo, anche senza impostare il boost e resta sempre un must per svaparci i tabacchi, Dicodes è bello “pastoso” ed è il mio preferito per le custard e gusti cremosi e “morbidi” mentre l’erogazione della Yihi è bella neutra, precisa e non “colorata”, una erogazione “reference” bella stabile, tanto quanto con la iStick Pico (che regalai ad un amico anni fa) che con la Petite Box di Vaponaute (circuito Wismec, che è sempre quello della Pico ma con un display più elaborato) dovevo sempre impostare un watt/un watt e mezzo in più di potenza perché mi davano la sensazione di svapo fiacco.

In watt, il suo lavoro lo fa molto bene, da la possibilità di una erogazione più morbida o più dura (a seconda delle impostazioni delle curve di erogazione) svapando bene un po’ tutto, ma la sua “neutralità” è ottima per svapare fruttati e mentolati che ho sempre amato su Yihi mentre gli altri circuiti li restituivano meno bene.

IL TC

Il TC di Yihi è da sempre power dominant ovvero eroga fisso alla potenza che noi abbiamo impostato e modera il voltaggio man mano che l’incremento di resistenza indica l’avvicinamento alla temperatura limite.
Questo implica uno svapo più morbido, più adatto all’MTL o ad aria chiusa mentre tanti altri circuiti lavorano in temperature dominant (addirittura alcuni non prevedono l’impostazione della potenza, che è automatica) con cui ogni svapata la coil viene “sparata” e mantenuta alla temperatura che abbiamo impostato, TC più aggressivi adatti per flavour o tiro di polmone (o DL, come lo chiamano gli esperti).

Cosa che si può fare anche con il nostro Yihi, impostando una potenza molto alta in modo che la coil vada subito in temperatura facendo intervenire il circuito di controllo temperatura a gestire e moderare il voltaggio.

Acciaio in TC lo percepisco (da sempre) poco sensibile, da usarlo in TC o in watt (è possibile, è un materiale che non si deteriora alle alte temperature) non mi cambia di molto la resa, preferisco di più il Titanio sui tabacchi (provo un Nocciola Cigar di Extraction, estratto di tabacchi centroamericani e nocciola, aroma che adoro e che rende bene “a caldo”) coil molto reattiva e che regge temperature più alte (io ho settato 30 watt e 270°C) mentre in Ni200, il materiale forse più reattivo di tutti, è perfetto per lo svapo fresco e quindi privilegia più le note fruttate, e sempre di Extraction Mania un amarena Cigar, tabacchi sempre piloto o centramericani ma con note più marcate di amarena, impostati 220° C e 25 watt.

Non apro deck, non attivo la coil col cotone ma senza liquido per vedere la “velocità” di frenata del circuito ed eventuali tracce di cotone sbruciacchiato a testimoniare lentezza nei frame di lettura della coil, tipici dei circuiti scadenti e approssimativi, faccio la famosa prova analogica, ovvero atom ad aria spalancata, si espira, si attiva e si fa un tiro lungo quanti più secondi possibile, per percepire il funzionamento del TC, se la vaporizzazione è precisa e continua bene, se è “singhiozzante” e discontinua il circuito sta lavorando male.

E agli albori dello svapo, tanto erano penosi i TC di Joyetech, Wismec e Smok tanto già il TC che equipaggiava l’SX350J di Yihi sulla SX Mini M Class era perfetto, pur essendo il secondo TC uscito dopo il DNA40 di Evolt e poco prima dell’Extreme V3 del tubo Dicodes Dani V3 di Dicodes e da allora, forse display più “modosi” e leggibili e magari anche a colori, la possibilità di impostare la box tramite sensore di movimento (S-M-ML Class, forse anche la Q ma non ricordo e non voglio andarla a cercare) o tramite pulsante a Joystick (la SL Class e la MX Class, una chicca) ma sempre con circuiti di controllo temperatura (concettualmente sempre gli stessi dall’inizio e che non hanno mai richiesto modifiche ne “rattoppi”) impeccabili davvero.

Unico difetto di Yihi, dopo aver prodotto tante ottime e deliziose box piccole si era fissata su box “pachiderma” enormi, a doppia batteria in serie e con 200 watt di potenza (G,T Class e SX Autosquonk) in un periodo in cui le maxibox erano passate di moda e per svapare anche di polmone bastava una mesh coil e 60 watt, quindi una ottima monobatteria meglio se in 21700.

Ma finalmente, dopo almeno un paio di annetti, Yihi è riuscito ad azzeccare un prodotto piccolo e confortevole, dai contenuti tecnici elevatissimi e ad un prezzo bassissimo per una box high end, almeno dal punto di vista tecnico, box autenticamente fantastica e che potrebbe onestamente costare il triplo (le vecchie S e M Class avevano un prezzo imposto di 179 euro).

Che sarebbe meglio, ho già sentito gente perplessa per il prezzo, gente che se non compra box da almeno 200 euro “non è high end” e magari sono box in stampa 3d assemblate da sedicenti modder che farebbero meglio a cambiare mestiere.

Uscita intorno a capodanno non ho dubbi, è lei la “box of the year 2025”: carina e piccola, costruita una favola, elettronica (da sempre) una delle migliori  in circolazione e prezzo bassissimo.

Difficile fare di meglio senza compromessi per soli 60 euro, e in giro già i primi “tuners” stanno producendo MQ Class con la scocca serigrafata e la placca posteriore in madreperla (anziché in acciaio lucido) molto belle ed eleganti che al prezzo (ne ho vista qualcuna) di 110 euro garantiscono anche una estetica strepitosa che, unita al circuito “state of the art” ne fanno una box eccellente in grado di competere con mod da 300/400 euro vincendo in prestazioni.

In fin dei conti, già un DNA60 normale (solo il circuito) costa all’ingrosso almeno 45 euro solo lui.

Ottimo prodotto, è stato dura trovarne una ma ne è valsa assolutamente la pena.

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