La boro mod "non DNA60"

Boro mod….

Certo, nasce tutto con la Billet Box di Billet Vapor (anche se preferisco la Rail Box che mi da la possibilità di usare il mio atom preferito fino a 23mm di diametro anziché un adattatore-bridge) ma l’ultima “vera” Billet Box rimane la prima Rev4 in DNA40 con l’illuminazione del display con i font azzurri, gli ultimi circuiti di produzione americana.

Dopo di che, a seguito delle nuove regulatory USA del 2015/2016 alcuni (Vaporshark, Provape, Hana Modz e Vape Forward) chiudono, altri invece decidono di trasferire la produzione in Cina mantenendo negli USA solo la progettazione.

E così i DNA40 sono gli ultimi veri circuiti americani, dai DNA200/75 e dai successivi DNA250/60 diventano a tutti effetti degli ottimi e performanti circuiti cinesi.

E mentre una volta mettere mano su una box dotata di circuito DNA30 era un trionfo, pochi circuiti prodotti (e costavano a comprarli dai 130 ai 150 euro) che finivano solo su mod pregiate e rare, ormai il DNA60 finisce su ottime box dal costo dai 90/100 euro in su, ormai quasi qualsiasi cosa non low cost è equipaggiata con un DNA.

Boro mod, le mode nello svapo vanno e vengono ma la comodità di un dispositivo compatto e  tascabile dall’ottima resa, circuito performante e capienza di 4ml o più (per chi usa boro proprietari, come la Hellfire MOAB di Attysmith) resterà un plus dello svapo.

E se volessi qualcosa di più particolare delle solite boro mod tutte con il solito circuito DNA e quasi tutte nemmeno aggiornato ne dotato di porta USB per poterlo fare?

La Boro mod a mosfet

Mosfet = voltaggio stabilizzato a 3.7 volt .

La B5 di Sunbox dotata di mosfet
La boro mod a Mosfet è adatta per usi “spartani”, come box “da tutti i giorni”.
E infatti il Mosfet nacque, come idea, per avere un voltaggio stabilizzato al pari dei circuiti elettronici ma in un dispositivo compatto e in grado di resistere meglio alle infiltrazioni e agli “allagamenti” di liquido tipici delle box bottom feeder.
E visto che molte Billet Box sono finite messe fuori uso da perdite di liquido dal loro boro tank, perché non fare un dispositivo comodo e compatto come una Boro mod dotato di una elettronica super robusta come il Mosfet?

Pochi modder hanno prodotto box di questo tipo, però chi l’ha fatto ha azzeccato ottimi prodotti come Sunbox con la sua B5, box leggerissima, solida e molto piacevole e divertente da usare.

Mosfet… I più diffusi (e i più affidabili) restano il Bomber Pro di Omega Vaper e i Clickfet v1.

Tutti e due li ho usati tanto (il clickfet V1 su mod non AIO) e la differenza è che il Bomber Pro, con una buona gestione di batteria, ha una erogazione “cattiva” degna dei primi Evolv DNA20-30 e 40 prima versione small screen, il Clickfet ha una sua erogazione più morbida ma con una gestione e una durata di batteria più lunga a parità di build utilizzata.

Unica particolarità, occorre farsi bastare una erogazione da 3.7 volt fissi, adatta per coil non altissime come resistenza, diciamo dai 0.6/0.7 ohm fino agli 1.3/1.4 ohm, al di sotto dei quali la vaporizzazione è sgradevolmente troppo calda, al di sopra la coil è sottoalimentata e ha scarsa vaporizzazione.

Leggenda urbana dei suoi albori (ma non troppo) è che il perfetto complemento di un circuito Mosfet è una coil in niChrome, bella reattiva anche a quel voltaggio ma che, a prepararla, genera resistenze meno basse rispetto a un acciaio 316, coi kanthal evitare fili troppo sottili che possano generare resistenze troppo alte (e latenza nell’andare in temperatura).

Dicodes

Il particolare del fondello di una Key
di Mums Fantasy Factory col dettaglio
del display
Dicodes, produttore pieno di idee…
Ho una box perfetta per un DNA60 ma non voglio montargli un circuito ormai “mainstream”? Il loro Dicodes BF60 ha le perfette dimensioni di un DNA60 di Evolv ed è perfettamente intercambiabile, io, per riparare box danneggiate o come upgrade mi è capitato spesso di sostituire dei DNA60 con dei Dicodes e alcune belle boro mod escono dotate di circuito Dicodes BF60, come la Key di Mums Fantasy Factory (classica box a “boro aperto” scoperto ad inserimento frontale) e la Wicket Aio Gloom di Dicodes, disponibile sia col BF60 che col DNA60 di Evolv, a mio gusto una delle boro mod meglio costruite come qualità, degno prodotto di un modder di vecchia fama quale Limelight.

O, in alternativa, se si vogliono soluzioni ad ingombro più compatto, con un display leggibile ma più piccolo e settabili usando solo il pulsante Fire, il V3 Extreme, lo stesso circuito che equipaggia i big battery “tubi” di casa Dicodes.
Circuito che equipaggia la Apex di Apex Mod (box leggerissima ma a mia opinione un po’ delicata) e quello che è una delle mie boro mod preferite, un vero capolavoro, la Zero Boro di Sunbox.
Capolavoro perché disponibile in versione standard o “compatta” usando una batteria 18500, non leggerissima ma comoda da impugnare, personalizzabile utilizzando i tubi del vano batteria della “sorellina” Zero Nega (sono perfettamente intercambiabili), una delle poche boro mod che è riuscita ad essere qualcosa di diverso dalle Billet Box da cui, a parte la compatibilità con gli accessori, non ha copiato nulla.

A cosa serve un circuito Dicodes su una Boro Mod? Non lo so, sarà un mio gusto del tutto personale ma ho percepito sempre l’erogazione dei circuiti Dicodes come morbida, precisa (ma non fiacca come i circuiti Eleaf/Joyetech) e molto pastosa, le note “burrose” di una buona custard o la morbidezza di un tabacco caraibico aromatizzato le ho sempre percepite più marcate, più “avvolgenti” nella svapata.

Oltre che ad avere un prodotto più originale e innovativo, visto che ormai, ora che vengono prodotti in Cina e costano la metà di quando venivano prodotti negli USA, il DNA60 è ormai installato ovunque, anche su box mod di fascia di prezzo media.

Unico difettino, il circuito Dicodes è molto performante, qualitativamente eccelso ma tende ad avere consumi di batteria più alti rispetto a un DNA60 originale aggiornato nel firmware.

L’SX600J di Yihi

La Just di Telli's mod dotata
di circuito Yihi SX600J
"big screen"
Yihi…. Probabilmente, da sempre, il più grande produttore mondiale di circuiti da svapo, disponibili (non marcati, come circuiti proprietari) su tanti dispositivi economici, brandizzati Yihi su dispositivi di fascia medio e alta fino ai brand SX Mini che rappresentano le ammiraglie del produttore.

Circuiti ottimi, completi di tutte le funzioni immaginabili ma tutti con un grosso problema: gli ingombri, board di dimensioni grandi, pochi modder hanno avuto il coraggio di installarle su loro mod (Limelight, Green Cloud Mods, Loud Cloud Mods).
Impantanati su scelte di mercato sbagliate, sono stati gli ultimi ad investire su circuiti veramente ottimi per box da 200 watt in doppia batteria quando ormai il tiro di polmone era passato di moda e ormai l’MTL dominava sovrano, si sono ritrovati fuori mercato.

Ma la tecnologia e la qualità non mancavano, occorrevano idee.
Intanto, mettono in produzione una loro boro mod, la VI Class , un prodotto economico e compatibile con gli accessori della DotAIO di DotMod ma dotato di un circuito microscopico, di facilissima impostazioni, dotato di menu intuitivi (da sempre la semplicità d’uso è uno dei connotati tipici di Yihi), una box del costo di una sessantina d’euro ma con una elettronica capace di prestazioni degne delle box più costose.

Ed entra in produzione il “fratello maggiore”, lo Yihi SX600J: circuito che non richiede aggiornamenti software ne programmi esterni, completo di tutte le funzioni (TC con TCR programmabile per nuovi materiali), possibilità di regolare le modalità di erogazione su cinque modalità presettate + 5 personalizzabili dall’utente, un TC morbido che se settato in modalità di erogazione Soft o standard rende particolarmente bene e “gentile” se si vogliono svapare gusti fruttati o mentolati utilizzando il circuito di controllo di temperatura.

E’ riuscito bene? A mio gusto la loro VI Class è stata la miglior box economica uscita quest’anno e visto che il mercato si stava facendo ricco, mettono in produzione una versione “premium”, lo Yihi SX600J che, guarda caso) ha le stesse dimensioni dei DNA40/60 di Yihi e, per non farsi mancare nulla, viene prodotto nella doppia versione “big screen” adatta per i DNA 40 e 60 più recenti col display a tre righe e “small screen”, col display a due righe adatto per poter utilizzarlo per upgrade di box vecchie che utilizzavano i vecchi DNA20 o 30.

Provato, sulla D-Boro di GD Mods in versione small screen, sulla Just di Telli’s Mod in versione big screen e (sempre in versione small screen) come upgrade della mia vecchia Rail Box con il DNA30 praticamente fuori uso.

Secondo me, il circuito perfetto: completo di tutte le funzioni impostabili direttamente da box tipiche del Dicodes ma semplice da utilizzare, adatto sia a chi non ha troppa voglia di impazzire a impostare una box come al nerd più sfegatato, il classico sperimentatore dello svapo.

Avrà diffusione? Chissà, testato su tre box diverse ha sempre fatto faville, molto a livello di prestazioni e qualità e non ha nulla da temere da nessuno.

Il Nucleo Nano di Omega Vaper.

La Suzie di Voodoll in ver-
sione circuitata Nucleo Nano
di Omega Vapers
La guerra in Ucraina ha avuto conseguenze terribili, sia dal punto di vista umanitario (le più gravi), sia anche dal punto di vista dello svapo.

Uno dei miei circuiti preferiti, lo Starplat 75, circuito completo di tutte le funzioni immaginabili (forse il più completo in circolazione), compatto, leggero, efficiente e pure parco nei consumi di batteria che negli ultimi anni stava avendo sempre più diffusione si è ritrovato “prigioniero” degli embarghi imposti alla Russia e lui, prodotto a San Pietroburgo, ne ha pagato le conseguenze e ormai in circolazione se ne trovano pochi, rimasti da scorte acquistate pre-guerra.

E, alla ricerca di un circuito compatto, settabile in monopulsante e installabile su box AIO e compatte, perfetto il Nucleo Nano di Omega Vaper.
Circuito affidabile, versione più recente e “compattata” della lunga stirpe degli Aulus, Aulus v2 big screen e Bomber Scream di cui è l’ultimo erede.
Ricco di funzioni (anche troppe), una delle più stupide ma più sottovalutate (e infatti Evolv non la implementa) è la possibilità di ridurre la luminosità del display se si usa la box al chiuso in luoghi non super illuminati, funzione che sembra banale ma che garantisce risparmi notevoli sui consumi di batteria.

Dotato anche di funzione bypass, forse (a mio gusto) è quello meno preciso nel funzionamento in TC nei circuiti “high” che ho provato ma ha una erogazione “cattiva” che lo rende perfetto per i tabacchi non aromatizzati in modalità variwatt (o anche varivolt, funzione di cui questo circuito è dotato) a fronte di consumi di batteria del tutto dignitosi essendo un circuito di fatto di produzione artigianale.
Poco conosciuto in Italia, l’ho trovato installato solo su una Susie di Voodoll per poterlo provare, è invece piuttosto conosciuto all’estero dove ha una buona diffusione nel mercato delle mod high end.

 

Boro mod con circuiti NON Evolv?
La Boro mod, nonostante le mode e l’hype è un formato comodissimo da utilizzare, tascabile, in alcuni prodotti anche molto leggero e, se dotato di un buon circuito, da anche soddisfazioni e alte prestazioni.

E perché con un circuito diverso? Ormai la Billet Box è diventato un prodotto mainstream, l’ultimo modello “vero” di modding è la Rev4A in DNA40, circuito che per la facile reperibilità è installato ovunque, su tanti prodotti quasi identici e, spesso con pecche tecniche, se i DNA non sono stati aggiornati e presettati meglio prima di venire installati.

E, anche se l’eccellenza dello svapo (per motivi tecnici) resta sempre sulla box mod standard e a tank, una AIO dotata di un buon circuito, per chi ha voglia di studiarci e sperimentarci, può dare tante soddisfazioni.

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