La Rail Box di Vape Tools of France ovvero la Billet Box a tank

 La Billet Box….

E’ innegabile, una “scatoletta” tascabile da cui spunta solo il drip tip è qualcosa di una comodità incredibile, tant’è che tutte le volte che debbo muovermi anche solo per il week end avere dietro qualcosa di comodo e tascabile con un ottimo Evolv DNA60 e di costruzione robusta è qualcosa di irrinunciabile.

Però…. Tank a boro in plastica, ne fanno anche colorati o in titanio, posso montargli un vetrino colorato e personalizzato, ma cosa brutta e “cheap” resta, anche se alcuni modelli arrivano a costare fino a 80/90 euro (solo il boro) e fa molto buffo sentire gente che fino a ieri dissertava sui tank dalle prestazioni incredibili, aria regolabile tramite pin intercambiabili e “campane” di forma differente, ognuna in grado di privilegiare una nota o meno dell’aroma che si sta svapando esaltarsi con un bridge che tecnicamente non ha nulla se non le dimensioni piccole della camera di vaporizzazione, in grado di dare un tiro più “contrastato” e una resa aromatica più marcata.

Come il bottom feeder, tutti a sostenere che quel tipo di box facesse miracoli quando chi faceva realmente la resa aromatica era il dripperino da 14 o 16 (18 al massimo) millimetri di diametro, anche in questo caso con camera di vaporizzazione piccola, flussi d’aria minimi e quindi resa aromatica particolarmente “densa”.

Certo, il sogno sarebbe usare una Billet Box con la sua comodità col proprio tank preferito, comodo da rigenerare o sostituire la coil, con tutte le regolazioni dell’aria e con tutte le particolarità che ce lo rendono delizioso da usare.

Sogno?

La Rail Box di Vape Tools of France

“Tanto tempo fa, in un paesino di nome Francia…”

Fantastici i francesi, con tutti i tanti atom a testine Nautilus compatibili tirano fuori il Puppy (di Anymodz) che è un capolavoro di costruzione e resa e pure dotabile di un deck rigenerabile (e non il classico RBA per certi tank, di fatto una testina ricostruibile), la Zeppelin di Epsilon Forth, una Billet Box dalla costruzione impeccabile (nettamente migliore della Billet Box stessa) e pure dotata di porta USB oltre ai capolavori del mitico Yannick, il modder che produceva le Picolibri, i francesi sono personaggi veramente geniali.

La Rail Box (da notare la
posizione del display e
l'impugnatura ondulata
Tanto tempo fa… Dieci anni fa per la precisione, era aprile 2013 e Billet Vapor inventò la primissima Billet Box: regolazione dell’alimentazione tramite rotella di regolazione voltaggio, boro da 6.5 ml in policarbonato bianco con foro laterale per il riempimento e in grado di utilizzare cartom da 35mm (il boro classico a bridge arriverà successivamente, dalla revision 3A a novembre del 2014) e alimentazione a doppia batteria 16340 in serie e scocca in alluminio “massiccio” lavorato a tornio, dispositivo geniale ed esteticamente molto bello ma ancora non compatto e leggero come le versioni successive.

E in Francia hanno una idea del tutto simile: una scatoletta da cui fuoriesca solo il drip tip, senza parti sporgenti e che contenga tutto quello che serve per svapare.
Ma la fanno meglio, con alcune caratteristiche per quei tempi molto innovative: utilizza una batteria standard 18650 (molto più facile da reperire rispetto alle 16340) e anziché il circuito varivolt di Billet Vapor utilizza un circuito appena messo in produzione, il DNA40 di Evolv, ancora con la prima versione a schermo piccolo e con il display che scattava lento quando si cambiava in wattaggio, con consumi di batteria elevati ma già in grado di supportare il TC (anche se solo col Ni200) e lo step down (ovvero la possibilità di stabilizzare in demoltiplica di potenza i voltaggi anche sotto i 3.6 volt come il DNA30, cosa utile per chi svapa in sub ohm o rigenera con fili molto reattivi come il niChrome), con prestazioni decisamente superiori rispetto alla Billet Box.
E soluzioni estetiche nuove, come il display installato sul top della box e non sulle fiancate laterali, cosa che si vedrà solo più avanti sulle prime Dani Box di Dicodes, e i pulsanti di regolazione e attivazione sulla fiancata sì (era una caratteristica dei primi DNA) ma cpm un’impugnatura ondulata e molto comoda ed ergonomica da impugnare, molto di più che sulla Billet Box, classico parallelepipedo squadrato.

Aprendola (ha uno sportello scorrevole fissato con sferette a molla, di concezione simile a quello della prima Billet Box) si notano i due particolari più intelligenti della box.

Intanto, pur essendo lievemente più alta della Billet Box (data dalla necessità sia di alloggiare una batteria 18650 che, sopra di lei, il display del circuito) hanno previsto un incavo in alto, comodissimo per fare pressione con un dito ed estrarre comodamente la batteria, senza dover sforzare come sulla Billet Box.

Nella parte sinistra, il “pezzo forte” della box che non si chiama Rail Box, “box a rotaie” per caso:
sul top della box è alloggiato un nut che sopra ha un attacco 510 “femmina” per inserire all’esterno un drip tip standard, ma ne ha anche uno “maschio” all’interno della box, come quelli che inseriscono e fissano il drip tip all’atomizzatore.
E, su due “rotaie” fissate ai lati, un contatto filettato scorrevole: la parte in ottone è girevole verso l’esterno e ha un attacco 510 standard per atomizzatori.

Il meccanismo di fissaggo dell'atom e il 
vano batteria con l'incavo per la rimozio- 
ne facilitata

Una volta avvitato l’atomizzatore e girato il blocco verso l’interno della box, il tutto scorre verso l’alto e l’attacco “maschio” 510 del nut si infila perfettamente in quello dell’atomizzatore, a cui ovviamente è stato rimosso il drip tip.

Sollevando il blocco e ingranando l’atomizzatore all’attacco del nut il contatto elettrico è chiuso e la box è perfettamente funzionante!

Unico limite, possono essere installati atom massimo di 22mm di diametro, al massimo di 23 mm precisi precisi per evitare che restino incastrati e sforzino il meccanismo di fissaggio ma poter utilizzare in un dispositivo comodo e tascabile il proprio tank preferito non ha prezzo.

Ho provato ad installarci un Nautilus GT e ci entrava a pennello, per altro riciclando il suo drip tip (lo stesso del Taifun GT) installandolo sulla box e una volta fissato l’atom all’attacco del nut, contatto perfetto, lettura della coil impeccabile (nei limiti del DNA40 prima serie che non era propriamente un multimetro digitale professionale), regolazione aria precisa (la si regola dall’atom) e nessuno dei problemi tipici dei boro (condense e leaking di liquido), poter così svapare con una AIO box usando il proprio perfetto tank preferito.

Ovviamente non vi sono problemi di altezza dell’atom installabile, tramite le due “rotaie” laterali che regolano l’altezza del piattello di fissaggio dell’atom è possibile sia utilizzare atom “bassi” (anche se tutto ciò va a discapito della capienza di liquido) sia atom anche molto alti (e più capienti), potendo regolare l’altezza
a piacimento.

Box dalla costruzione robusta e praticamente perfetta come assemblaggio, i ragazzi di Vape Tools of France hanno fatto un capolavoro.

Certo, non è microscopica. alloggiare un DNA, una batteria 18650 e lasciare un po’ di discrezione al vaper su che tipo di atom utilizzare non permette troppo di barare sulle dimensioni e gli spazi, ed è pure un po’ pesantuccia, a quei tempi si lavorava di alluminio lavorato al tornio, delrin e stampe 3D a fili di nylon erano sintomo di box poco curata e “cheap”, ma una box che dopo 8/9 anni (l’età della mia) ancora funziona in maniera impeccabile e senza alcun segno del tempo ne danneggiamento ha un livello qualitativo che poche box attuali hanno.

Le fiancate, una fissa e l’altra rimovibile fissata a slitta e con fermi a sferette a molla sono ricoperte da laminati in fibra di carbonio, anche in questo caso del tutto similmente alla Billet Box anche se la fiancata fissa riporta serigrafato il nome della box e il logo del modder.

Le dimensioni, comparata a 
una Billet Box rev3

Peccato davvero che un’idea del genere sia andata persa, era la configurazione AIO perfetta in quanto senza sporgenze e in maniera del tutto comoda permettono di utilizzare il proprio tank preferito nella configurazione che si vuole nei limiti del DNA40 ovvero con coil da 0.16 ohm ai 2 ohm dichiarati anche se li installato il Nautilus con coil BDC da 2.1 ohm e un Typhoon di Council of Vapor con coil da 2.4 ohm ed entrambi funzionavano benissimo)  e fino ai 40 watt di potenza, anche se provare ad installare atom per tiro eccessivo di polmone può “soffrire” le non grandissime fessure nella scocca laterale per l’immissione dell’aria.

Poteva essere un’ottima idea, se fosse stata sviluppata.
E invece ad oggi ancora tutti a copiare la Billet Box, spesso male (con box in stampa 3d che scricchiolano se impugnate troppo “robustamente”) e senza risolvere i suoi problemi di progettazione (e ne ho già parlato anche troppo) mentre con qualche correttivo per ridurre le dimensioni esterne (magari utilizzando una batteria 18350 o 18500) potrebbe essere una idea ancora attuale, perché per quanto ben progettato un bridge per Billet Box avrà sempre una resa inferiore e minore varietà di setup rispetto ad un tank vero e proprio.

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