La "piccola Billet" di casa Yihi - la SX Mini VI Class

 Yihi…. Yihi è stato un grandissimo produttore di circuiti, da sempre.

Il primo clone del DNA30 che andava meglio del DNA30 (il vecchio SX300, le Hana Modz cloni prodotte da Hotcig leggevano fino a 0.4 ohm di minimo di resistenza anziché 0.5 e avevano una gestione di batteria migliore del DNA30), il primo circuito aggiornabile nel firmware (l’SX330 della IPV2), il primo circuito ad alta potenza (sempre l’SX330, che reggeva 60 watt “veri” in monobatteria quando la concorrenza arrivava si e no a 30), il primo circuito con le curve di erogazione di potenza selezionabili (l’SX350 Mini), il primo TC “multimateriale” e dotato anche di TCR (l’SX350J) e tanto altro, un produttore sempre all’avanguardia.
E ottimo produttore, di prodotti robusti (la mia vecchissima Yihi SX Mini M-Class malgrado un uso spericolato ed essere stata “vittima” di tanti esperimenti ancora dopo più di dieci anni lascia metri a prodotti molto più recenti) ma che, causa errate scelte di marketing, si era persa su prodotti fuori mercato come le G-Class e la T-Class, prodotti eccellenti ma usciti in un periodo in cui il mercato delle doppie batterie da 200 watt era orma in estinzione, un prodotto superlativo come la SX Mini Autosquonk, geniale (una box bottom feeder elettronica che autosquonkava automaticamente in caso di cotone poco imbevuto senza mai perdere un colpo ne avere perdite o leaking), box purtroppo limitata dal poter utilizzare solo i dripperini “proprietari” con attacco NON 510 (ovvero non utilizzabile con altri dispositivi rigenerabili disponibili sul commercio), prodotto “morto” con la scarsità di ricambistica sul mercato.

In un periodo in cui si diffondevano le comodissime side by side, Yihi non si è fatta trovare pronta con un buon prodotto in singola batteria di dimensioni compatte perdendo un’ottima occasione.

Peccato. Un produttore così non meritava l’estinzione.

Mette in produzione un nuovo circuito, l’SX600J, ottimo circuito dotato di TC che ho già avuto modo di provare,  delle stesse misure del DNA60 di Evolv e che già viene montato su alcune boro mod (la moda del momento), un circuito che, dopo averlo provato, si è dimostrato degno erede delle gloriose e vecchie SX Mini di una volta, un circuito strepitoso, probabilmente il migliore in circolazione assieme a Starplat 75 e Dicodes.

E ha un’intuizione geniale.

La VI Class di SX Mini.

Vanno di moda le AIO, Billet Box, copie e scopiazzature ovunque, molte in stampa 3d in plastica, tutte abbastanza costose.

Perché non fare un prodotto che sia di ottima qualità, con un gran circuito e con un prezzo irrinunciabile?

L’estetica e il design.

Ovvio, per poter farsi largo, la soluzione migliore è progettare una AIO, un dispositivo comodo e compatto che per altro va di gran moda.


E lo si fa con alcune intuizioni: scocca piccola, con le dimensioni di una DotAio di DotMod, addirittura più piccola della classica Billet Box, con scocca rimovibile , soluzione molto furba che permettere di coprire il vano di alloggiamento della batteria, proteggere i pulsanti di regolazione potenza che vengono protetti dalla scocca e possono essere usati per impostare la box sfilandola e che, per i più “choosy” permette di cambiare la scocca e il look della box (Yihi ha annunciato la messa in vendita delle scocche sostitutive optional per la box); la scocca viene mantenuta serrata da sferette metalliche a molla che si bloccano in due incavi interni alla scocca che con un minimo sforzo permette di sfilare il guscio metallico ma che nell’uso normale garantiscono un fissaggio estremamente stabile.

La batteria (una 18650 sostituibile, io odio le batterie integrate che rendono i dispositivi che le montano “usa e getta”) viene alloggiata all’interno della scocca senza sportellini o brutti inserimenti a vista (come su certe box con il vano batteria scoperto), i due pulsanti di regolazione potenza sono accessibili solo a scocca parzialmente sollevata (per evitare pressioni involontarie che possano “sprogrammare” la box; lo “scheletro” interno della VI Class è in plastica ma l’assemblaggio delle parti metalliche e del display e dei pulsanti sembra piuttosto curato e affidabile.
Altro aspetto intelligente, la batteria ha un contatto del negativo a pin fisso e uno molleggiato in grado di garantire un inserimento della batteria comodo senza dover inciampare in lamelle taglienti come sulla Billet Box.
E, a rendere la vita comoda, una fessura nella scocca dalla parte opposta a quella di inserimento della batteria, basta farci pressione con l’indice e la batteria si sfila senza sforzi e senza danneggiare le wraps.

Per la ricarica è prevista una porta USB-C in grado di supportare la ricarica veloce a 2Ampere, funzione apparentemente comoda ma poco adatta alle batterie 18650 che soffrono le ricariche veloci, utile solo in situazioni di emergenza quando non è possibile utilizzare un charger esterno ma l’aspetto più interessante è il boro utilizzato.

Visto che utilizzare ricambi proprietari è la migliore maniera per scoraggiarne l’acquisto (se smettono di produrre i ricambi ci si ritrova una box nuova di zecca ma inutilizzabile come con le SX Mini Auto), con un piccolo ed economico adattatore optional (al costo di 10 euro) la box oltre alle sue pod Yihi con testina incorporata (???) usa e getta è in grado di utilizzare il boro e la ricambistica della DotAio di DotMod, sia a testine (boro per coil Nautilus il v1 o per Nord Coil di Smok il v2 oltre che alcuni dispositivi di aftermarket che permettono l’utilizzo delle coil EUC di Vaporesso) che tutti i boro rigenerabili (DotMission, Pioneer DotRBA e chi più ne ha più ne metta), rendendo facile il reperimento di ricambistica non essendo legata alle scelte tecniche e produttive di Yihi.

L'adattatore per boro tank della DotAio
di DotMod

Dicevo, boro della DotAio anziché della Billet per via della sua compattezza (2 ml di capienza anziché 4) che lo rende più comodo da alloggiare in un dispositivo di dimensioni compatte, un boro che perde qualcosa in capienza rispetto a quello standard della Billet Box (2 ml di capienza contro 4ml della Billet) ma che guadagna in comodità, avendo i fori per il refill del liquido sul frontale anziché il vetrino a slitta, più scomodo e sul lungo periodo meno durevole, con le guarnizioni in silicone che si usurano e perdono tenuta col tempo e le aperture e sulla scocca della VI Class è presente un foro che scopre il boro utile per vedere il livello del liquido ma che lascia scoperto il foro per il refill del liquido che quindi può essere fatto con la box assemblata e senza rimuovere alcun particolare o accessorio..
Uniche note (per rendere meno faticoso lo smontaggio), il vano è lievemente più alto rispetto alla DotAio, dove il boro viene fissato ad incastro e il drip tip è fissato sulla scocca senza alcun nut come sulla Billet, per poter regolare l’altezza (può montare sia il suo boro con testine Yihi o quello della DotAio tramite adattatore da acquistare a parte), è stato utilizzato un sistema di nut+drip tip con attacco standard 510 come sulla Billet Box, per garantire un serraggio preciso del boro quale che sia il modello installato (boro Yihi, DotAio V1 o V2 o un bridge rigenerabile), nut che, come sulla Billet Box, funge anche da chiusura del contatto elettrico della massa della coil.

Viene fornita in dotazione una sua pod da 0.4 ohm che ho cestinato subito: una sua particolarità è, selezionando la modalità di funzionamento “Pure” in cui, leggendo il valore di resistenza della pod (le sue VP vengono prodotte in tre valori diversi da resistenza) setta automaticamente la potenza raccomandata da Yihi senza interventi da parte dell’utilizzatore, funzione che non mi è mai piaciuta (a quel punto, meglio usare la DotAio v1 che ha quattro voltaggi presettati non modificabili ma che permettono una discreta “modellabilità aromatica” dello svapo).

Ma io preferisco utilizzarla con il sui boro DotAio con l’adattatore optional, in MTL con le classiche coil Nautilus (boro DotAio v1).
E in Tc, ma è un’altra storia.

Unico difetto che ho riscontrato nell’utilizzo con i boro DotAio, sfilando e reinserendo la scocca laterale metallica la scocca di misura per evitare di risultare fastidiosamente ballerina tende ad allentare il tappino in gomma del boro, quello utilizzato per il refill (che, per altro intelligentemente, è completamente esposto e il boro può essere riempito di liquido anche a box assemblata, senza bisogno di smontarla) e quindi va sempre ricontrollato e richiuso tutte le volte che la scocca viene sfilata e rimessa.
E se tale operazione viene fatta con del liquido presente nel tank, è conveniente farlo con la box posta in orizzontale.

L’adattatore per tank DotMod DotAio.

Purtroppo Yihi è troppo veloce nel togliere di produzione prodotti molto validi e tank come l’Hakutaku o box come la SX Mini Autosquonk, bf a squonk automatico ma che utilizzava dripperini usa e getta proprietari o la pod a cartucce Mi Class, si sono ritrovati improvvisamente inutilizzabili per mancanza di ricambistica reperibile, io li ho ancora nuovi ma inutilizzabili, la VI Class è dotabile di un adattatore optional per poter installare i boro della DotAio di DotMod è, soprattutto quelli della v1, dotati di aria regolabile e che possono installare coil Aspire Nautilus, garantiscono ricambistica facilmente reperibile anche in futuro.

Simile alla Dotmod, mentre nella Billet Box il contatto del positivo è alla base del boro mentre la messa a massa è sulla scocca tramite il nut di fissaggio del boro, entrambe le polarità sono presenti nel fondo del vano boro, un pin è piatto e raso scocca, l’altro sporgente.
L’adattatore è costituito da una placca metallica con un simil-contatto come quello della Billet e un pin regolabile a vite per poter portare il contatto elettrico con quello raso scocca (evitare di farlo combaciare con quello sporgente, verrebbe troppo alto e il boro verrebbe installato con sforzo e rischio rottura senza fare alcun contatto elettrico.
Dicevo, il pin è regolabile a vite e nel kit (gentili ed intelligenti quelli di Yihi) forniscono sia il mini cacciavite a taglio necessario per la sua regolazione che un pin (una mini vite cilindrica) di ricambio, utile nel caso, dovendolo svitare, si sfili e lo si perda quello già montato sull’adattatore.

E questo è l’unico intervento da fare, “giocare” un po’ e trovare l’altezza giusta del pin, se troppo estratto non è in grado di garantire un contatto elettrico stabile, se troppo rientrato tende a fare troppa pressione dando letture di coil più alte del dovuto motivo per cui bisogna “giocare” un po’ per trovare l’altezza giusta dopo di che, se non viene cambiato il boro con un altro, non occorre più fare altre manutenzioni.
Altro consiglio, per tutti i dispositivi che utilizzano coil Nautilus: le vecchie (ma sempre ottime per i tabacchi) 1.8 ohm BVC sono di altezza lievemente più corta rispetto alle più recenti versioni a resistenza bassa, prima di installarle una nuova è sempre consigliabile (su tutte le coil Nautilus) estrarre il pin (quello sulla base della coil) di 1 mm in verticale e solo dopo avvitarla alla base del boro: in questa maniera la coil si autoregola in altezza garantendo un contatto elettrico perfetto con il fondello.

Lettura della coil…. Una volta trovata l’altezza giusta del pin dell’adattatore la precisione è tutto sommato buona per essere un dispositivo a boro mod: per poter svapare in TC in maniera precisa il top restano i tank con contatti elettrici tramite attacco 510 rispetto ad un boro con contatti per semplice appoggio ma tutto sommato le letture sono onestamente precise, la mia BVC da 1.8 ohm letta 1.84 su un Gem di Mark Bugs su Crime BF60 di Telli’s Mod viene letta 1.87 ohm sulla mia VI Class con boro DotAio e 1.96 su Bantam Box col suo boro proprietario e circuito Sevo30 di SXK e da questo punto di vista la SX Mini VI Class lavora bene.

Il circuito

E questo è il pezzo fortissimo della box, l’elettronica: viene equipaggiata da un circuito nuovo, l’SX505J che altro non è che una versione semplificata dell’ottimo SX600J.
Semplificata nel display, più piccolo, ha le sue modalità di erogazione presettate a seconda del tipo di svapata che si vuole (più aggressiva o con minori consumi elettrici e maggiore durata di batteria) ma, e ne sono rimasto stupito, oltre ai tre preset standard (Neutral ovvero

Il display del circuito Yihi SX505J che
equipaggia la SX Mini VI class

stabilizzazione normale del voltaggio, Soft per bassi consumi di batteria e Hard per gli amanti del boost a inizio svapata, le altre modalità SXI-Q presenti possono essere comodamente reimpostate direttamente dalla box con l’uso dei tre pulsanti presenti, senza bisogno di utilizzare PC e software esterni.

Ma il tocco di classe è la modalità TC, in cui è possibile utilizzare il controllo di temperatura sia per metalli presettati (Ni200 e acciaio 316) che su quelli a proprio piacimento, essendo dotata di funzione TCR (inserimento manuale del coefficiente termico) in grado di poter gestire tutti i materiali che si vuole, fili Dicodes compresi.

Provata anche con il classico Heisenberg (l’unico mentolato dal gusto un po’ “forte” che avevo sottomano) su coil Ni200 per Triton Mini di Aspire, il TC è morbido e molto stabile, meno aggressivo dei TC Evolv, a mio gusto più adatti per svapo flavour o di gusti freschi e fruttati.

I comandi, come l’accesso al menu e il blocco dei tasti sono del tutto identici a quelli dell’SX600j di cui ho già parlato in precedenza, tutto sommato semplici e facili da ricordare, menu accessibili e facilmente comprensibili anche ai meno esperti.

Funzione di blocco tasti a dire il vero inutile, a scocca inserita i due tasti di regolazione potenza sono coperti e non accessibili: la regolazione del settaggio voluto, soprattutto se si cambia boro e coil, bisogna farle a box “nuda” per avere i tasti utilizzabili e solo dopo, a box pronta e settata a puntino, reinserire la scocca che protegge da pressioni accidentali che possano fare sballare i valori di potenza e temperatura impostati mentre attivo anche a scocca inserita resta solo il tasto di attivazione (il “fire”) che può essere comunque bloccato nel caso la box venga riposta in tasca perché non utilizzata.

E “a gusto”? Il circuito ha una sua erogazione bella morbida ma precisa e anche con svapate lunghe di parecchi secondi non sa la sensazione di “saltellamento” tipica dei circuiti con stabilizzazione del voltaggio approssimativa e a palato non è aggressivo come i vecchi DNA30 e 40 ma più “pastoso”, stile i circuiti Dicodes.
Ottimo circuito, da possessore di sei Billet Box originali in varie versioni dal 2017 al 2021, l’SX505J che equipaggia questa box tecnicamente surclassa nettamente il DNA60 non aggiornato e settato in maniera approssimativa dal modder che equipaggia la Billet Box e altre boro mod costose con lo stesso circuito ma prive della porta USB (come la Hussar BXR, tanto cara quanto mi è stata deludente nell’uso).

Il prezzo

Lessi con molto interesse della VI Class quando annunciò la sua uscita e ancora di più ne sono rimasto sconvolto a vederla in negozio: anche negli shop più sconsiderati e cari non l’ho vista a più di 45 euro la box e a 15 euro l’adattatore per boro DotMod (ma senza impazzire a cercare troppo si trova a 40+10 euro), 15 euro un boro DotAio a testine e a metà della spesa di una Tita di Veepon si compra (completo) un ottimo dispositivo nettamente migliore nell’elettronica (la Tita monta un circuito Ambition Mods 60 watt).

E va a fare grossa concorrenza anche altri prodotti quali la Chtulu AIO, la Pulse Aio di Vandy Vape e la Stubby di Suicide Mods, buoni prodotti ma che costano più del doppio e che elettronicamente pagano pegno ad una elettronica Yihi, uno dei migliori produttori specializzati in circolazione.

Che dire? Circuito tecnologicamente più avanzato e più settabile rispetto alla DotAio v2 (la varivolt), nettamente migliore della Tita di Veepon ad un prezzo che è quasi la metà di quei prodotti.

Ahi, le vecchie SX Mini….

I “vecchiacci” come me quando sentono nominare “SX Mini” si ricordano di un marchio “alto di gamma” inventato da Yihi per poter installare su box di fascia medio alta i suoi migliori circuiti e modelli come la ML, la Q e la SL-Class erano modelli costosi (la più economica costava 179 euro) ma ottimamente costruite e con soluzioni all’avanguardia (il primo circuito programmabile e aggiornabile da PC, il primo circuito collegabile via Bluetooth in maniera affidabile e tanto altro) e forse vedere il marchio SX Mini su un prodotto così economico può far storcere il naso.
Però va tenuto conto che Yihi è da qualche anno che non “azzecca” un prodotto vincente, tutti prodotti di ottima qualità ma o fuori moda (ottime doppie batterie da 200 watt quando ormai il mercato cercava altro) o prodotti con “debolezze” tecniche (come le varie box bf “autosquonk” molto limitate dall’uso dei soli dripperini usa e getta proprietari) e sicuramente fare un prodotto di ottima qualità (e come assemblaggi ed elettronica la VI Class lo è sicuramente) ad un buon prezzo e con una probabile grossa diffusione di massa potrebbe essere un’ottima pubblicità per una ripresa del marchio.

Intanto la VI Class è la migliore alternativa ai derivati della Billet Box (boro classico Billet compatibile e circuito per lo più DNA60 di Evolv), più leggera (e più “vivace”) della DotAio (io ho la SE, robusta ma molto più pesante e il circuito varivolt è robusto e affidabile ma non troppo “grintoso” in erogazione) e più robusta (almeno come sensazione) della Tita di Veepon (di fatto circuitata Ambition Mods 60w), dispositivi con cui intercambia i boro.

E visto che Yihi non ha “giocato” il suo asso di briscola, l’ottimo circuito SX600J di cui ho già parlato, è bello immaginare una nuova “altra” SX Mini al livello delle SX Mini “di una volta”: circuito Yihi SX600J (a mio gusto, il migliore in circolazione che ho provato assieme al BF60 di Dicodes) e compatibilità coi boro e con gli accessori della Billet Box, con una “scheletratura” interna magari in delrin e con la stessa linea (che inevitabilmente, per le maggiori dimensioni del display del circuito e del boro da 4ml della Billet sarà certamente meno compatta), se dovessero produrre un prodotto del genere anche al prezzo delle vecchie SX Mini (ovvero sotto i 200 euro di listino) potrebbe essere un prodotto ottimo davvero.

Ma intanto la VI Class è un prodotto godibilissimo, lievemente più piccolo della Billet Box, pesante la metà (aspetto delizioso in un dispositivo tascabile) ma di ottima qualità, certo, non è il classico dispositivo da lasciare cadere per terra con leggerezza ma tutto sommato per l’uso intensivo che ho fatto gli assemblaggi e la costruzione mi sembrano molto affidabili.
Poi, che dire? Al prezzo folle poco più alto di una Kiwi o di una discreta pod mod con power bank e ad un peso nemmeno troppo più alto (del kit sigaretta elettronica + power bank installato) da a disposizione un dispositivo affidabile e adatto ad un uso principale mentre le pod sono principalmente adatte per un uso “lavorativo” in cui con discrezione è necessario avere un dispositivo in grado di inalare nicotina ma inadatte per uno svapo continuativo se non le si vuole usurare e metterle fuori uso troppo in fretta.

E, aspetto non trascurabile, mentre se si vogliono battery box economiche ma di buona qualità ci sono le classiche iStick di Eleaf e la One Bar di Ambition Mods, se si vuole una SBS una Mixx di Aspire o una Easy sempre di Ambition Mods, di AIO soprattutto se ben circuitate sotto i 100/120 euro è impossibile trovarne.
E, da questo punto di vista, la SX Mini VI Class non ha alcun rivale.

PS: finito di scriverne e di farci tutte le prove ho continuato ad utilizzarla intensivamente, piccola, divertente da utilizzare e molto performante (provata anche in flavour con coil Nautilus da 0.4 ohm), una box che da veramente piacere da utilizzare.

Che non avrà l’estetica raffinatissima di certe boro mod che costano fino a 16 volte il suo prezzo (mentre altre, a parte l’hype, di pregi reali non ne hanno) ma tecnicamente il circuito lavora in maniera strepitosa, ho provato a cambiare tipi di aromi e li “lavora” tutti bene, i tabacchi in modalità Hard, i mentolati in Soft e con i cremosi con un boost impostato da me, per fare flavour tendente al cloud (leggasi nebbioni fitti in casa) e tutte le volte se l’è cavata alla grandissima e in maniera impeccabile.

La Billet Box (lo dico da pluripossessore) è un ottimo dispositivo molto bello e perfetto per essere modificato, accessoriato e personalizzato tanto quanto da standard ha una estetica carina e niente di più ma nell’uso si limita ai watt (visti i preset scarsi impostati dal modder e i metalli presettati da Evolv, incompleti dei fili Zivipf e Dicodes e con le curve termiche di Titanio e acciaio inessatte) e questa VI Class, che si può dire povera e leggera (ma assemblata e costruita in maniera impeccabile) tecnicamente, nello svapo in TC e come prestazioni la surclassa alla grandissima.
Costando, Billet Box + Boro e Confort Bridge Atmizoo = circa 480 euro, la VI Class + adattatore + boro DotAio V1 = 68 euro, ben 1/7 della “sorellona” sicuramente più prestigiosa ma molto meno performante.

Ultima nota, il fatto di avere il boost impostabile (che non ha la Billet Box non avendo il DNA60 aggiornato rende perfetto il funzionamento del circuito anche con coil complesse come le clapton coil.

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