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| La classica forma a "mattone" monoblocco del DNA75 Color |
Il DNA75 Color
Circuito sottovalutatissimo, dai modder per via degli ingombri maggiori e non derogabili avendo pulsante fire e i ben tre pulsanti di regolazione, display e porta USB cablati sulla motherboard e quindi non collocabili “a comodo” sulla scocca e ancor meno dagli utilizzatori, per la sua complessità di impostazione.E’ un circuito completo di qualsiasi funzione ma tutte impostabile solo da menu personalizzabili, il display è bello grande e leggibile ma purtroppo, difetto di Evolv e anche dei modder che lo utilizzano, in pochi lo installano aggiornato e con i menu (themes) completi per poterlo sfruttare come meriterebbe visto che i menu presettati da Evolv mancano di un buon 30% di funzioni utili e interessanti.
Bisogna essere un po’ bravi in Photoshop o in foto editing per poter “disegnare” menu leggibili, bravi a settarli per capire quali dei parametri (troppi, alcuni inutili) è opportuno visualizzare e rendere impostabili e soprattutto “navigabili” i menu, collegati tra di loro sia in accesso che in uscita.E non è una stupidata, un sacco di DNA75 Color
malfunzionanti su cui ho “lavorato”
erano in realtà circuiti su cui erano stati installati (o meglio, manipolati
male) i menu tramite eScribe arrivando al punto dove, non potendo “risalire” di
menu era necessario rimuovere e reinserire la batteria forzando un soft reset
dell’apparato, problema risolto con il ripristino alle impostazioni di fabbrica
e con l’installazione di menu “sensati” e ben congegnati.
Box assolutamente ed esclusivamente per nerd appassionati, io
ho impiegato ben sei mesi di esperimenti per poter avere un DNA75 Color impostato
per adeguatamente funzionante.
Da aggiornare, se si vogliono dei consumi di batteria dignitosi, è poco
funzionale con batteria 18650 con cui al massimo sono “spremibili” 50/55 watt,
il suo meglio lo riesce a dare con batterie 26650 (la mia vecchia hCigar VT75
Color ancora da parecchie soddisfazioni) dove riesce a raggiungere la potenza
di 75 watt.
Anzi, con l’uscita di produzione del DNA200/250 in “bianco e nero” (circuiti
ormai sorpassati) e del ridicolo e inutile DNA250 Color (in versione europea
sbloccato fino a 400 watt se alimentato a batterie LiPo) è diventato il
circuito reference per lo svapo DL e flavour visto che la sua versione DNA 100
Color (di fatto identica ma solo con la potenza sbloccata) dove con una
batteria 21700 e un atom con corpo termico a mesh si riescono ad avere
prestazioni prima esclusivamente patrimonio di pesanti e ingombranti box
multibatteria.
Il “meno Evolv” della famiglia (il “punch” a inizio
erogazione e la comodità dell’impostazione tramite combinazione di tasti
identici o quasi dal primo DNA20 all’ultimo DNA75 “bianco e nero” restano di
una comodità e intuitività impagabili) è comunque un circuito ottimamente
affidabile e con prestazioni interessanti a patto di avere la pazienza e la
precisione di impostarlo e di interagire coi menu.
Yihi

Lo Yihi SX600J, una piccola chicca
Yihi, senza se e senza ma è da sempre il più grande
costruttore di circuiti da svapo al mondo, inizialmente conto terzi producendo
le elettroniche dei noti marchi Innokin e Sigelei ha iniziato poi a produrre
circuiti e box a nome proprio (i mitici SX300/330, i primi aggiornabili nel
firmware) e addirittura a nome Evolv (sì, il “tubo” Innokin SVD 2.0 e la box
iTaste SD20 montavano un circuito DNA20 prodotto su licenza Evolv da Yihi,
riconoscibile per la migliore gestione di batteria rispetto alla versione
prodotta da Evolv e con la gestione della coil fino a un minimo di 0.5 ohm mentre
il circuito americano si fermava a 1 ohm), concessione che si rese necessaria
perché Evolv in proprio non era in grado di poter produrre il volume di
circuito richiesto da Innokin.
Tre grandi fasi storiche dei circuiti Yihi, ognuna con
grandi innovazioni:
-
Gli SX350/J in varie versioni, display completo
e leggibile, TCR ma soprattutto (e l’adoravo) la possibilità di impostarli con
il sensore di movimento inclinando a destra o a sinistra la box, circuito che è
stato installato, al di fuori delle box SX Mini, solo da Limelight sulla Pylon,
da Loud Cloud Mod sulla loro Mellody V2 e pochi altri per via degli ingombri
“importanti” che lo rendono complicato da collocare all’interno di una box di
costruzione artigianale
-
Tolti i circuiti da 200 watt in doppia batteria
(ottimi, ma usciti in un periodo in cui lo svapo di polmone era passato di
moda), alcuni con il vecchio (e che amo sempre) display bianco e nero (come la
Pro di Vertigo Mods) altre con il display a colori (come la riedizione della
Stratum di OLC o la Cassio di Green Cloud Mods) ma tutte con la comodità di
avere oltre al tasto fire solo un altro tasto (o meglio un joystick) con cui
impostare tutte le funzioni della box, un po’ “particolare” a vedersi ma una
volta fatta l’abitudine, di una comodità assoluta.
E la terza serie, a mio gusto la più strepitosa.
Yihi, forse non guardando troppo il mondo intorno si era
trovata con circuiti ingombranti da cablare e quasi totalmente in doppia
batteria quando alle configurazioni più “spinte” ormai bastava una singola
batteria 21700 per fare prestazioni, con Evolv che, essendosi messo a produrre
in Cina poteva garantire circuiti in grandi volumi di prodotto e a prezzi
abbordabili (60/65 euro quanto un DNA30 di produzione USA una volta costava il
doppio) e con Dicodes che col suo BF60 si stava facendo spazio nel mondo del
modding e delle box mod a produzione numerata e limitata.
Che fare? Un circuito che abbia le stesse identiche
dimensioni di un DNA60 quindi adatto per essere montato sulle mod in
circolazione, sia come circuito nuovo che come circuito “upgrade”, con le
stesse funzioni (o quasi) di un Dicodes BF60 ma con la facilità di impostazione
(impagabile) dei menu a slide dei vecchi SX350J di una volta.
Ci riusciranno?
Ne trovo uno, lo faccio installare su una Billet Box e pùm!
Calza a pennello.
Cerco, costringo Daniele di Telli’s Mod a installarmene uno
sulla sua ultima boro mod, la Just (originariamente in DNA60 ma che accoglie
l’SX600J senza alcuna modifica) e lo provo.
E, scopro poi, se le dimensioni di un DNA60 big screen
possono essere eccessive per certi upgrade, Yihi produce una versione a schermo
piccolo compatibile con gli scassi small screen dei DNA20/30 e 40 prima serie
(e DNA60 serie small), circuito che provo su una G Box, la boro mod prodotta da
GD Mods con esiti molto interessanti.
Circuito preciso anche nell’uso in TC (facilmente
impostabile, ne scrissi), menu di impostazione di una semplicità quasi
banale e funzioni come la possibilità di ridurre la luminosità del display in
locali non iperilluminati per ridurre i consumi di batteria e la possibilità di
impostare le curve di erogazione direttamente dai menu della box, senza bisogno
di eScribe e PC come sui DNA.
Circuito veramente eccellente e pure robusto per gi usi
massacranti che gli ho imposto per provarlo è un ottimo circuito che, con tutto
doveroso rispetto coi V3 Exteme a Pulsanti che equipaggiano le Dani Mini e le
Dani SBS con il BF60 se la gioca ad armi pari mentre soppianta il DNA60 che, se
non aggiornato nel firmware e “sistemato” con eScribe perde un 40% di
prestazioni.
Unico difetto, anziché dotarlo di porta micro Usb per la
ricarica (?) e per l’installazione degli aggiornamenti (quasi mai fatto sui
circuiti Yihi) è dotato di una più moderna porta USB-c, cosa che avrei evitato
visto che supporta la ricarica a 2Ampere quando le batterie 18650 agli ioni di
litio oltre gli 1.5 Ampere soffrono e ricaricare una box SX600J tramite porta
USB significa, nella migliore delle ipotesi, usurare precocemente la batteria,
nelle peggiori rischiare il fuori uso del circuito.
Anche se è comunque impostabile nelle curve di potenza non è
di natura un circuito “cattivo” in erogazione come un DNA60 a boost impostato
e, per gli usi che ne ho fatto, è ottimo per i fruttati e i mentolati e tutti i
gusti da svapare “freschi” e pure in TC, l’ho testato con coil Ni200 con
mentolati ed è una piccola delizia.
TC facile da settare ma preciso preciso, su molti test che sono reperibili su
Youtube fatti da persone serie (solo quelle) riesce lievemente meno preciso dei
circuiti Dicodes ma pari e talvolta migliore di Evolv.
Omega Vaper.
Circuito 100% italiano, ma per mancanza di hype e youtuber/shop
compiacenti tanto sconosciuto in Italia quanto utilizzato su mod di produzione
estera.

Il display del Nuclo Nano di Omega
Vaper
Grande famiglia, sin dal primo Aulus circuito che fa del suo
vanto i menu completi veramente di ogni funzione, ha in TC memorizzati i
coefficienti termici ti quasi qualsiasi materiale termoreattivo e come se non
bastasse anche la modalità TCR, si è via via evoluto in Aulus V2 big screen e
Bomber Scream, di fatto tutti upgrade ed
evoluzione del primo Aulus.
Circuito con consumi elettrici a livello del Dicodes (più alti che il DNA60
aggiornato), ha il suo punto di forza i menu a scorrimento automatico (premendo
il tasto fire si accede il meno e si attiva o disattiva la funzione), comodo
una volta presa l’abitudine e che lo rende un circuito perfetto per essere
cablato e impostato solo col pulsante fire anche se, come funzione extra, da la
possibilità di cablare una pulsantiera per la regolazione di potenza e una
porta USB per la ricarica della batteria.
Dopo un periodo di “ferma” esce la sua ultima versione, il Nucleo Nano
che è in tutto e per tutto un Aulus a cui è stato adattato un display piccolo.
Display piccolo ma comunque leggibile e completo di tutte le
indicazioni, ha la ricchezza di funzioni degli Aulus precedenti con dimensioni
piccolo e comodamente settabile solo utilizzando il pulsante Fire, circuito che
per dimensioni e potenzialità potrebbe soppiantare lo Starplat 75w (ormai
introvabile causa i vari embarghi sul prodotto russo) nonché un valido
concorrente per il già nominato V3 Extreme di Dicodes con cui condivide la
stessa fascia di mercato (display compatto, possibilità di impostazione a
singolo pulsante).
Unica differenza tipica della circuitazione, se lo Starplat
è un all around, un circuito neutro e adatto per tutti gli usi, se il V3
Extreme è un circuito morbido e pastoso in erogazione, il Nucleo Nano è bello
“cattivo” e pieno, perfetto per chi ha amato i vecchi DNA20 e 30.
Perché non tutti i circuiti da svapo sono uguali come
tecnica e prestazioni.

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