Altre cose a cui stare attenti mentre si svapa.
A cosa serve un circuito di controllo
di temperatura su una box?
Alcuni materiali sono termoreattivi ovvero tendono a modificare le proprie
caratteristiche fisiche al transito elettrico.
E nello svapo, materiali che già “mutano” perché al transito
elettrico oppongono resistenza e generano energia termica alzandosi di
temperatura (le nostre coil) hanno, se fatti di alcuni elementi chimici specifici, un’altra caratteristica: quella di variare la propria resistenza
proporzionalmente alla propria temperatura.
Ad esempio, la mia coil da 0.5 ohm che io sto utilizzando a
25 watt (3.6 volt) nel suo range di buon funzionamento; se di certi materiali,
a coil calda potrei trovarmi un valore di resistenza di 0.8 volt (ad esempio) e
in questo caso i miei 25 watt stabilizzati diventerebbero 4.5 volt con uno
svapo sgradevolmente molto caldo.
E quindi? Un circuito di controllo di temperatura serve o a stabilizzare la temperatura della coil al livello scelto (modalità temperature dominant) o a erogare normalmente andando a “calmare” l’alimentazione in caso la temperatura della coil si avvicini al livello limite impostato (power dominant) e comunque, lo dice il suo nome stesso, serve per gestire la temperatura della coil.
Per alcuni materiali ha solo valore “degustativo”, l’acciaio è un materiale inalterabile e quindi non degenera con le alte temperature e regolare e stabilizzare la sua temperatura serve solo ad avere una svapata alla temperatura precisa che soddisfa il nostro palato, con altri materiali (definiti anche termodegradabili) l’utilizzo del circuito di controllo temperatura ha anche funzione di sicurezza.
I primi due materiali utilizzati in TC furono il Nickel200
(ovvero il cavo in nickel puro al 99.98%) e il Titanio 01 ovvero il titanio di
grado 1, quello tipicamente utilizzato anche nella biomedicina per impianti
odontoiatrici o parti meccaniche di protesi ortopediche.
Materiali termoreattivi ma purtroppo anche termodegradabili.
Il Nickel 200.
Il Nickel 200 è stato in assoluto il primo materiale
utilizzato gestito dai circuiti di controllo temperatura.
Nel 2009 (o 2010, il rincoglionimento della vecchiaia non me lo fa ricordare
bene) il grande produttore statunitense Vaporshark collaborò col produttore di
circuiti Evolv.
Evolv doveva produrre un nuovo circuito che sostituisse il suo glorioso DNA30,
Vaporshark voleva fare qualcosa di innovativo e così Vaporshark mise in produzione
testine prefatte per il Nautilus, l’Atlantis e l’allora Protank 2 di Kanger
bobinate in filo di nickel mentre Evolv andò ad inserire nel proprio nuovo chip
(il DNA40 prima serie, lo “small screen mark 1“) un circuito in grado di
moderarne la temperatura.
Il Ni200 generava coil con valori di resistenza bassissima
(0.15 ohm, le coil con più bobine non passavano gli 0.2 ohm) e tendeva a
vaporizzare a temperature più basse rispetto al kanthal.
Se per i tabacchi ciò era controproducente, i tabacchi vanno
svapati “caldi” se non si vogliono perdere le loro note aromatiche, per lo
svapo di fruttati e mentolati e pura delizia potendo svapare menta a
temperatura fredda con una nitidezza aromatica perfetta, sembrando quasi di
mangiare caramelle.
Anche se passato di moda, ancora oggi per qualche vecchio
amante dei gusti fruttati o ice una coil in Ni200 è un must.
Normalmente è un filo stabile e compatto, unico limite
(tipico del Ni200) è che se esposto a temperature eccessive tende a decomporsi
rilasciando particelle metalliche che, se inalate, possono essere cancerogene
oltre che ridurre l’efficienza polmonare, dice la Società
italiana di tossicologia.
Motivo per cui la massima temperatura impostabile in un
circuito TC è di 300 gradi Celsius che non è un valore arbitrario ma è il
valore medio di sicurezza al di sotto del quale i materiali metallici
termoresistenti e termoreattivi NON degradano restando utilizzabili in maniera
sicura.
E allora? Quando giunse il TC e cominciarono a diffondersi i
fili di Ni200 anche per rigenerazione ci furono alcuni esagitati (su alcuni
gruppi Facebook di svapo molto vecchi ci sono ancora i video) che rigeneravano
dei dripper con coil Ni200 da 0.2 ohm e nei video mostravano dryburn a coil
super rovente e subito dopo svapate “super” di vapore che sembravano
locomotive.
Tutti mettevano il like, meno che i medici specializzati in
oncologia e pneumotisiologia.
Il Titanio 01.
Il Titanio 01 anche lui è un materiale termoreattivo e
termodegradabile utilizzabile per fare coil da svapo.
Il Titanio aveva subito un grosso difetto, la poca duttilità
e la tendenza nulla a mantenere la forma: per fare una coil in titanio
bisognava essere dei ninja a sfilare il jig coil e quasi contemporaneamente a
inserire il cotone se no la coil si sbobinava facendo “effetto molla” tornando
un cavo dritto.
E qualche intelligentone diceva “e allora dagli una passata
a fiamma col cannello da crema catalana così si conforma”: se usare il cannello
per ossidare una mesh in acciaio inalterabile non crea problemi, “esticazzi”,
conformare a fiamma un materiale termodegradabile ne da molti di più.
Motivo per cui gli americani (ancora a quei tempi i leader
dello svapo) inventarono i cavi sweet spot che al prezzo di un coefficiente
termico solo lievemente diverso rispetto a quello standard del Titanio 01
(Vaporshark li memorizzava a parte sui metalli dei DNA che installava) erano
conformabili e mantenevano la forma così come se fossero normale kanthal.
Meno propensione a coil ultrabasse rispetto al Nichel 200
(una coil media in Titanio esce sui 0.5/0.6 ohm di resistenza) non ha la
propensione per lo svapo ultracaldo tipica dell’acciaio ma una coil in Titanio
magari in TC su un circuito dall’erogazione bella pastosa come il Dicodes da
soddisfazioni (a me ne da) per svaparci Custard, vaniglie, creme e nocciole.
E allora? Esponendo il titanio a temperature (comunque
nettamente superiori ai 300°C) il titanio degrada generando biossido di
titanio, sostanza ritenuta tossica e cancerogena dall’European
Food Safety Authority , l’Agenzia Europea per la Sicurezza del Prodotto
Alimentare motivo per cui può essere usato (e pure con soddisfazione) in totale
sicurezza solo in presenza di un circuito di limitazione in grado di evitare
che raggiunga le temperature di degrado.
E dopo questa basta, le “brutte cose” dello svapo sono
finite.
Lo svapo è completamente sicuro, le pod NON utilizzano
materiali particolari per le coil (al massimo mesh-reticelle in acciaio, per
sua natura inalterabile) e le coil prefatte da usare in TC hanno una loro
specifica sicurezza passiva, in mancanza di un circuito TC a moderarne la
temperatura loro vanno fuori uso prima di degradare il materiale rilasciando
tossicità facendo cedere le saldature di fermo della coil, se si tratta di materiale
a norma RoHS .
Problema che non si pone con l’acciaio SS316 (assolutamente
non degradabile termicamente visto che viene utilizzato anche nelle parti
metalliche e negli accessori per piani per cucina ad induzione o nella
costruzione di pentole o contenitori termoresistenti) o i fili (NiFe vari)
prodotti da Dicodes o Zivipf , sono tedeschi loro, e di stupidate ne fanno
poche.

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