E ora, per finire, due circuiti “dimenticati” e trascurati dal grande
mercato.
Peccato.
Il VO75.
Negli USA (quando ancora progettavano grandi cose per lo
svapo) appena uscito il DNA75, un produttore americano, VO Distro, tentò di
fare un circuito originale ma con prestazioni che potessero essere
“concorrenti” con il DNA.
Ma che non assomigliava molto al DNA, anzi.
Di dimensioni piccole, assimilabili a quelle di un DNA75, ha prerogative del
tutto diverse.
Intanto, viene fornito di serie con potenza massima erogabile di 75 elevata a
80 watt tramite un aggiornamento firmware; potenze che non potranno essere mai
raggiunte con batterie 18650 ma considerato che la prima box a montarlo fu la
Strider di AsVape che poteva montare anche batterie 26650, il tutto cominciava
ad avere un senso.

La Strider di Asvape, una delle pochis-
sime box equipaggiate VO75
Look del display del tutto simile a quello dei circuiti Yihi SX350J, ha una
modalità di selezione a menu scorrevoli al di sotto dei dati (watt e
resistenza) evidenziati del tutto simile a come poi fece SXK sui suoi Sevo60 e
70, particolare, diversa da tutte le altre box e che richiede di “prenderci un
po’ la mano” ma dopo un po’ di uso ci si abitua.
Diverse anche le hotkeys (le combinazioni di tasti), con tre click si attiva il
blocco tasti, con cinque si attiva il menu di selezione della box.
Modalità Watt e Bypass niente da dire, particolari le altre
due modalità, TC e VPC.
Selezionando la modalità TC la box da solo la possibilità di
impostare i materiali (Ni200, Titanio e acciaio 316) e la temperatura limite
della coil ma non i watt in erogazione: è un circuito “temperature
dominant” ovvero anziché ragionare in termini di watt erogati e, al
raggiungimento della temperatura, limita l’erogazione elettrica per non
superarla, il circuito considera la temperatura come la “velocità” di crociera”
della coil ovvero attivando il tasto fire
il circuito manda la coil alla temperatura impostata stabilizzandola.
Il circuito funziona bene, anche con svapate lunghe non da sensazione di
discontinuità e quindi dovrebbe stabilizzare bene alimentazione e temperatura,
ricorda molto come resa lo svapo in Ni200 sui primi DNA40 schermo piccolo,
aggressiva, quasi da cloud, sicuramente non un’erogazione pastosa come i
Dicodes o morbida come gli Yihi.
La Modalità VPC è una modalità di preheat (o meglio una
curva di erogazione) in cui a step di un secondo è possibile impostare in
maniera variabile la potenza che il circuito durante tutta la svapata (e non
solo quella iniziale), una modalità interessante, precisa e “non pericolosa”:
quando viene selezionata e attivata sul display scompare l’indicazione dei watt
e viene visualizzato il grafico delle potenze in erogazione impostate; ragiona
come preheat “reale” e non relativo (a potenze vere e non a percentuali in
incremento/decremento rispetto a quella impostata a display) ma visualizzandole
è impossibile dimenticarsi impostato un preheat usato con un Goon a 0.4 ohm
quando si va a montare un atom settato con coil a resistenza alta.
Unico grosso difetto (forse per pigrizia dei produttori che
non hanno aggiornato più il circuito, ormai uscito di produzione) è la mancanza
della modalità TCR, dato il numero di materiali utilizzabili in TC è ormai
qualcosa di irrinunciabile e forse è il limite che lo ha reso obsoleto.
Circuito poco utilizzato, ma un modder (Piko Mods) ha avuto
il coraggio di installarlo su una sua mod, la Scilla: box molto bella in legno
stabilizzato, bellissima linea, ma anche senza uno dei “soliti circuiti” e
installando un VO75 resta una box tecnicamente molto interessante.
Omega Vapers e i suoi Avlvs.
Produttore di elettroniche italiane, quando uscì il circuito
di controllo temperatura introdusse il ProWatti, un circuito di aftermarket
installabile sui Provari 2.5 in grado di trasformarli in un supertubo da 60
watt di potenza con TC e preheat.
Non fece tantissimo successo in Italia, il Provari è il Provari e modificarlo è
blasfemia.
, 
L'Aulus (o Avlus,come scritto
in latino dal modder
Con l’uscita dei circuiti da produsse l’Aulus.
Gran bel circuito ma una partita di condensatori difettosi (o cablaggi fatti
male dal modder) ne mandarono fuori uso una discreta partita, il circuito si
fece ingiustamente la nomea di circuito inaffidabile (tanto quanto altri
circuiti “di nome” avevano tassi di difettosità non inferiori) e almeno in
Italia uscì dal mercato.
Peccato, l’Aulus, l’Aulus XL2 (il big screen) e il Bomber Scream (in realtà un
Aulus “3” con firmware migliorato) io le ho installati a regola d’arte su box
“serie” (i primi due su Vertigo Mods, il terzo sulla Stealth di Sunbox) e sono
circuiti a mio gusto ottimi.
Non conosco bene le dimensioni (ma considerato che finito su mod che potevano
anche essere circuitate DNA60 non dovrebbero essere molto diverse), ma ha tanti
pregi.
Intanto può essere settato in monopulsante: genialmente attivando il menu lo
stesso, anche se lentamente, scorre in avanti e premendo il tasto fire si entra
nel punto di meno prescelto.
Particolare, ma molto più comodo del Dicodes Extreme V3, un sensore di gravità
come sullo Starplat non avrebbe stonato ma comunque con attenzione e un po’ di
mano diventa presto un circuito molto comodo da settare.
TC per tutti i materiali, boost, selezione della luminosità del display e tutte
le funzioni più disparate che una mente malata e spocchiosa possa desiderare su
un circuito, cosa che lo rende assieme allo Starplat 75 forse il circuito più
completo.
E totalmente settabile da box, niente eScribe, niente necessità di
aggiornamenti firmware.
Di fatto il costruttore ogni aggiornamento firmware (+qualcosa) di fatto
costruiva un modello di chip nuovo ma anche il primo Aulus non aveva bug
imbarazzanti e funzionava molto bene.
Diciamo che le versioni firmware più recenti hanno ridotto i
consumi di batteria rispetto al primo uscito, mantenendo una erogazione bella
aggressiva (i primi Aulus non sembrano nemmeno dei circuiti da “solo” 50 watt),
a livello dei primi DNA ma che la si pagava con consumi di batteria molto
elevati (a livello del DNA30), mentre sul più recente Bomber Scream che
equipaggia la Stealth a parità di erogazione “vivace” i consumi di batteria non
sono quelli di un DNA40 big screen (a parità di build e setup) ma sono tutto
sommato dignitosi.
Circuito che in Italia è stato utilizzato pochissimo (Omega
Vaper è più conosciuto per i suoi mosfet Bomber Pro) ma che invece ha avuto un
buon successo all’estero.
Anzi, è uscita una versione “micro”, il Neo con ingombri minimi e dimensioni
simili al circuito Ambition Mods che equipaggia le Converter e la Semyorka di
Kluster Mods, utilizzato sulle battery box del modder Tek Division.
Ma uno è un circuito “vero”, l’altro solo un circuito di qualità medio bassa
(per altro con una soglia di difettosità non bassa sulle prime versioni) con
menu (molto più semplificati) e grafiche copiate dal Dicodes Extreme v3 ma di
qualità nemmeno paragonabile.
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