Se c’è una cosa ineccepibile, è che quando un tedesco fa qualcosa, che piaccia o non piaccia, la fa sempre in maniera ineccepibile.
Apro il solito pacchetto tipico di Dicodes, la scatola
quadrata in alluminio (bella ed elegante, un “classico” di Dicodes che la
distingue dai soliti packaging “poveri” in cartoncino) e dentro ci si ritrova
il solito campione di Resitherm (il cavo di casa Dicodes raccomandato per l’uso
col circuito di temperatura).
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| La Dani Micro e l'EVO di DDP Vape |
Cosa già comparsa sulla Dani Micro “alta” in 18650, la porta per la ricarica tramite USB-C alloggiata sulla placca metallica inferiore, cosa che odio perché rischiare l’integrità di una mod di un certo prezzo ricaricando una batteria 18650 a 2 Ampere non è molto intelligente (io solo tramite charger digitali esterni) ma per i più “eleganti” la box può essere ricaricata anche tramite la consueta base wireless Dicodes, optional a pagamento.
Per aggiornamenti software non serve, il firmware Dicodes dal 2015 è nato perfetto senza bisogno di correzioni.
Ad occhio, i pulsanti sono quelli della Dani Micro 18650, il
display sembrerebbe quello dell’EC23d (o V3, come è più conosciuto) ma visto
che mischiare i pezzi montando il circuito con l’impostazione a tre pulsanti del
BF60 col display piccolo del V3 è roba da cinesi e cinesifintoamericani, loro
sono andati oltre.
Il DNA60 (lo stesso circuito) è sia small che big screen,
basta installare l’apposito firmware a seconda che si installi un display a due
o tre righe di visualizzazione, con lo Yihi SX600J è lo stesso, col “BF40” di
Dicodes (non ha una denominazione ufficiale ma mi piace chiamarlo così)
all’accensione compare sul display un logo Dicodes particolare che non è quello
standard del BF60 (troppo grande per essere visualizzato) ma comunque c’è, cosa
che sul V3 in sede di accensione si accedeva direttamente al menu di
impostazione della box.
Pin 510 con piattello in rame (per avere la migliore
conduttività e lettura di coil anche nell’uso in TC, scocca in alluminio
anodizzato, le due placche (superiore ed inferiore col tappo della batteria) in
acciaio, unica parte in plastica il vetrino di protezione copri display.
Ma come funziona? Per fare le prove di una box da 40 watt
vado (per onestà) su build che conosco molto bene e che ho provato e usato alla
morte sul vecchio DNA40: per l’uso in watt un Evo di DDP Vape, aria al minimo
per un MTL molto aromatico, mesh coil da 0.5 ohm a 13 watt (il produttore le
raccomanda un uso da 12 a 16 watt) e come liquido un Vanilla (tabacco piloto
costaricano e vaniglia bourbon organica) di Extraction Mania, col Genoa di
Caravela Mods con coil da 1.0 ohm a 16 watt, airpin stretto e Pane di Ancolo
della Guancia e per un uso stressante in TC un Millenium GC di The Vaping
Gentlemen Club, kit Nano, coil Ni200 da 0.15 ohm con l’Heisenberg di Vamp Vape,
coil molto bassa, 250° Celsius al TC e 25 watt impostati, un aroma perfetto per
essere svapato a freddo, spunto della coil a 3 volt in partenza, 18 ampere di
picco, molto per una batteria 18500, con una coil in acciaio da 0.6 o una
Titanio01 stesso valore di resistenza sarebbe tutto più facile ma voglio
provare il circuito sotto stress.
Batteria, una Efest v2 (la classica “rossa”) da 1100 mah (il tecnico delle
batterie Mooch lo conferma)
per 15 ampere in erogazione, valore questo di picco e quindi da dimezzare (7.5
ampere) considerandolo in erogazione continua.
Proviamo.
Evo di DDP Vape.
L’erogazione è quella molto pacata ma pastosa tipica dei
circuiti Dicodes “grandi” e questo 40 watt è perfettamente uno “di famiglia”
come resa.
Con l’Evo a 13 watt significa svapare a √(13x0.5) = 2.6 volt con un prelievo di
soli 5.2 ampere, perfettamente nel range di funzionamento della batteria che rispetto
al BF60 mi è sembrato anche migliore come gestione di batteria, usata la stessa
build su una Minivip di Vertigo Mod circuitata Dicodes BF60 sempre con batteria
18500, stesso wattaggio impostato, stessa batteria inserita carica al 100% ci
ho svapato quasi mezzo tank in meno, questo circuitino da 40watt non è solo un
BF60 ridotto di potenza massima ma evidentemente è un circuito nuovo che mi
lavora bene con una ottima gestione dei consumi.
E’ ottimo per iniziarci la prova, ma l’Evo non è un atom “normale”, una coil da
0.5 ohm che vaporizza a soli 2.6 ohm (è un atom di produzione cinese ma di
progettazione giapponese) ma una anomalia tecnica.
Comunque la Dani Micro si è comportata bene.
Il Genoa di Caravela Mods
Provo un atom “moderno”, di resistenza non bassissima ne
troppo alta con il suo ohm di resistenza testato a 16 watt quindi √16 = 4 volt
in erogazione e 4 volt : 1 ampere = 4 ampere di batteria.
E qui, probabilmente, il “BF40” si trova perfettamente a casa, riesce a
“spuntare” due tank interi (e forse qualcosa di più lo potrebbe svapare), due
sere a svaparci tre ore a volta (film con la famiglia + un po’ di musica prima
di andare a letto) e forse la batteria avrebbe retto ancora qualcosa,
sicuramente lo svapo in watt a coil non esasperatamente basse (sopra gli 0.8
ohm) è “l’ambiente ideale” di questo circuito.
Millenium GC
Per “volere del male” alla box la provo con una
configurazione un po’ estrema: Millenium GC (atom molto ben costruito e con una
ottima conduttività) con coil per il Triton Mini di Aspire in Ni200, watt
impostati a 25, TC nessun problema perché utilizzo un materiale già
correttamente presettato da Dicodes, temperatura limite impostata per un po’ a
260 gradi Celsius poi ridotta a 250, tanto la coil rendeva bene uguale.
Ni200 (nickel puro) perfetto per la sua reattività per uno svapo più “fresco”
adatto all’Heisenberg, di base un liquido a base di menta e frutti di bosco.
E qua il BF40 soffre un po’, col circuito a “spingere” molto all’inizio (3 volt
di spunto a 0.15 ohm corrispondono a quasi 20 ampere, qualcosa di più della
capacità di picco della batteria) salvo moderare i prelievi e l’erogazione via
via che la temperatura della coil si avvicina al limite impostato.
E qui lo stress per la batteria è doppio, sia l’elevato prelievo iniziale per
il preheat per la coil che i prelievi discontinui via via che la coil va in
temperatura, cose che mettono alla frusta la batteria, tant’è che con la mia
coil in Ni200 dopo tre ore e poco più di mezzo tank svapato (2/2.5ml) già la
box mi segnala “Lowbat” e quindi stato di carica della batteria troppo basso
per garantire i parametri elettrici impostati.
Il circuito si comporta molto bene, preciso, anche con
svapate lunghe non si percepiscono “saltelli” in erogazione e quindi il
voltaggio è gestito e stabilizzato in maniera perfetta, come ci si può
aspettare da un circuito Dicodes ma forse un uso in TC è una “vitaccia” troppo
stressante per una batteria 18500 e la sua chimica, non robusta e stabile come
quelle delle 18650 di buona qualità o delle 20/21700.
Così, per curiosità, provo anche una coil in Titanio da 0.5 ohm su un Eleaf
Lemo 3 e anche in questo caso, la durata è lievemente superiore (circa i ¾ del
tank, più o meno) ma comunque sempre breve, ottimo se ci si vuole svapare una
serata ma troppo bassa se si hanno pretese di svapo lungo.
Per essere ben convinto, ho fatto una ulteriore prova: Kraken v2 di Vicious
Ant, coil da 0.5 ohm SSOCC per Kanger Subtank (data dal produttore come
utilizzabile in modalità TC come acciaio 316) ma anche in modalità watt normale
anche se, essendo un atom “alto” sopra la box non fa un bell’effetto estetico.
Entrambe le coil da 0.5 ohm “spuntano” in partenza 3.6 volt che poi si
riducono, quindi 3.6 / 0.5 = 7.2 ampere, in range della batteria.
Provata in due sere diverse, col tank con una capienza di 2.5 ml, in modalità TC la batteria è scarica
finito un tank, in modalità watt invece, stessa build, stessa batteria inserita
carica al 100% regge di più, un tank intero + 1/3 del secondo tank, 3.2/3.3 ml
svapati.
Probabilmente con la stessa coil ma con un prelievo elettrico alla batteria
continuo (tipico della modalità watt) rispetto a quello variabile e discontinuo
dell’uso in TC si stressa meno la batteria stessa, ma il range di funzionamento
ottimale della Dani Micro 18500 si ha in watt e a coil non bassissime, se una
sera si vuole provare l’erogazione in modalità TC il circuito è perfetto come
tutti i circuiti Dicodes e la “Danina” da un sacco di soddisfazioni, se l’uso
in TC diventa abituale e prolungato, bisogna fare altri ragionamenti.
Pagella!
Progettualmente e costruttivamente la Dani Micro 18500 è una
box perfetta, robusta, impeccabile nella costruzione e con il funzionamento
tipico del circuito Dicodes, un must riconoscibile nell’uso, con un po’ di
abitudine.
I menu
nidificati sono forse poco intuitivi, occorre avere le idee chiare su come
impostare la box e nel caso la si usi saltuariamente prima di fare i setup è
bene impostare, da Expert Mode = 1 e Mod Menu (menu impostazioni mod) la
funzione SetDefInit a 1, che resetta le impostazioni a quelle di fabbrica
disattivando tutte le impostazioni personalizzate che ci si è dimenticato di
aver impostato in precedenza.
Soprattutto se si utilizzano boost e preheat particolari, se si cambia build
resterebbero impostati valori errati settati in precedenza e non facilmente
riscontrabili se non viene ricercato l’esatto punto a menu.
Tolta questa particolarità tipica dei circuiti Dicodes, l’unico “difetto” è il
limite di scarsa erogazione delle batterie 18500, se la 18350 NON supporta la
modalità TC la 18500 la regge per tempi non lunghi, per i cultori di questo
svapo è obbligatorio utilizzare la SBS (normale o micro) con batteria 18650 e
se piace il flavour (o “mezzo polmone”) con coil a resistenza bassa forse le
prestazioni adeguate sono quelle di una 20 o 21700.
Se si svapa in modalità watt con coil non troppo basse, provata la Nautilus a
mesh da 0.7 ohm a 15 watt e la batteria regge quasi una giornata lavorativa
fuori di casa, col Millenium GC con coil BVC da 1.8 ohm si svapa
tranquillamente tutta la giornata, da appena svegli a ora di andare a letto e
ne avanza anche per il giorno dopo.
Circuito forse anche più “risparmioso” nei consumi elettrici rispetto al
fratello maggiore BF60, per quello che è ragionevolmente il suo range d’uso è
praticamente perfetto.
Box capolavoro che in un colpo solo riesce ad essere la minibox più ricca di
funzioni, più compatta e più leggera (soppiantando la Coral DNA60 di Lost Vape
uscita ormai quasi sette anni fa), si candida (anche se siamo solo a marzo
appena iniziato) ad essere la miglior box “high end industriale” uscita
nell’anno 2024.
Certo, mancano ancora 10 mesi alla fine dell’anno, ma per
chi vorrà competere per questo titolo dovrà pensare e implementare tante novità
originali (e un livello qualitativo di eccellenza) per poter competere con
questo piccolo gioiello.
Per uno che già possiede una Dani box (chiamiamola v2, non il primo modello) da
80 watt o la Dani SBS in 18650 forse la prima Dani Micro era un “dippiù” solo
per motivi estetici anzi, io da vecchio cultore del marchio Dicodes preferivo
le box col display sul top della box, vero aspetto identificativo specifico del
prodotto a marchio Dicodes mentre questa piccola Dani Micro 18500 è pura
delizia che altre box non danno, inadatta per chi pretende svapi di lunga
durata senza cambiare batteria (ma la scatolina con due 18500 di ricambio non è
poi così pesante e scomoda da portarsi dietro) o accanito nell’uso del TC
mentre usata in watt, con coil con valori di resistenza medio alti e con un
tank “Nano” da 2ml e quindi adeguatamente non alto per sfigurare installato
sulla box, è un prodotto emozionante da utilizzare come non ce ne sono stati
prima e ne ce ne sono anche adesso sul
mercato.
E anche questa volta Dicodes ha azzeccato il prodotto
centrando in pieno il bersaglio.

Sei mitico!!! È un piacere leggerti ed erudirsi!!! Però scateni una scimmia… Che mamma mia…
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