Un modder è un’artista?
Dipende, bisogna come in tutte le cose fare un distinguo.
Il modder intanto è un artigiano, una persona che costruisce
prodotti con una forte prevalenza manuale e senza l’impiego di macchinari
industriali in grado di garantire elevati volumi di prodotto con pochi
interventi da parte sua.
Un artigiano può lavorare bene o lavorare male, a seconda
che il suo prodotto abbia doti di robustezza e buon funzionamento, cosa che non
va data per scontata visto l’elevato numero di cioffeche, alcune veramente mal
funzionanti che si vedono in giro. Spesso pure vendute a prezzi molto cari.
E l’artista? Non basta “fare cose”, anche mia figlia piccola
pittura ma chissà mai se verrà esposta al Louvre, per essere artista occorre
avere doti di originalità, inventiva, buona lavorazione, scelta di materiali
ottimali e un risultato che non solo funzioni bene, ma che sia realmente
innovativo.
Quale modder sia un artista, non lo so, io di prassi odio
sempre fare pagelle e dare voti.
Ma vorrei parlare di un prodotto dimenticato, fagocitato
nell’oblio, che non so nemmeno in che maniera sia finito in mio possesso. Ma
che tutte le volte riesce ad emozionarmi e commuovermi, forse il prodotto da
svapo più innovativo e geniale che abbia mai visto.
Sicuramente, un’opera d’arte.
Sun Box è un produttore artigianale che si è sempre
contraddistinto non solo per 
Skynet da assemblato
la qualità dei materiali e per l’originalità del
prodotto, ma anche spesso per ardite scelte tecniche progettuali, cosa che ne
ha fatto un produttore di pezzi unici.
C’è chi un certo tipo di prodotto lo fa bene, altri che lo fanno male. E c’è
chi fa “quel prodotto”.
Senza nulla che possa essergli paragonato.
A differenza di altre volte, questa volta sarò povero di
dati tecnici, mi sono ritrovato per le mani qualcosa che non conoscevo, che
facevo fatica a ricostruire nelle dinamiche e nella sua storia.
Grazie a Dio, un ragazzo belga mi è stato di aiuto: vista la foto, mi ha
risposto “SkyNet!”.
E in effetti, cercando con Google, spuntavano foto del mio manufatto.
Cos’è Skynet?
Antichità totale dello svapo in bottom feeder, uscì la prima box bf della
Storia, la Reo di Reo Mods, rigidamente meccanica.
Stiamo parlando di preistoria dello svapo, oggi un circuito DNA lo si trova
quasi all’Ipercoop, una volta i circuiti erano pochi, quasi nessuno in
circolazione, non venivano venduti dai produttori “sfusi” per l’utilizzo in
dispositivi auto costruiti e men che meno, visto i prezzi dei prodotto era sconsigliabile lo smontaggio delle
elettroniche per riciclarle in altri prodotti, ne sarebbero risultati prezzi
folli e inavvicinabili.
E Del Sole ebbe un’intuizione a dir poco geniale: perché, anziché “violentare”
un prodotto snaturandolo non usarlo al pieno delle proprie potenzialità per un
uso diverso?

Particolare del display
del Provari una volta
installato
L’unico dispositivo di alimentazione da svapo in circolazione a quei tempi,
ragionevolmente reperibile (seppur a prezzi abbastanza faraonici) era il Provari
di Provape (penso, visti i tempi, addirittura il primo v2), prodotto che
non necessitava di ritocchi visto che la sua erogazione elettrica è ancora oggi
leggenda e la bellezza e la sua qualità costruttiva avrebbe reso blasfema e
irriguardosa ogni sua modifica.
Idea: fare un apparato per svapo in bottom feeder utilizzando
la migliore elettronica in circolazione a quei tempi (il Provari di Provape)
senza danneggiare il prodotto, senza manometterlo e lasciandolo utilizzabile
sia in modalità stand alone che come componente di alimentazione.
Cosa impossibile, chi lo pensa stravede ed è un disturbato
mentale.
E invece no.
I modder di Sun Box hanno una intuizione geniale: perché non
costruire una struttura (mi sentirei di definirla più un esoscheletro) in grado
di poter alloggiare un Provari in “assetto 18500” per avere durate d’uso
ragionevoli (il Provari ha il blocco di batteria scarica a 3,6 volt in scarica
ovvero 3,9 abbondanti a “fermo”, dato dai limiti tecnici delle batterie che
erano commercializzate a quei tempi), un flacone in plastica per contenere il
liquido (e una fessura per poterlo comodamente squonkare) e una struttura
robusta per alloggiare un dripper da 14 o 16 mm di diametro (a quei tempi non
esistevano ancora le “damigiane” da 30 e più mm di diametro?
Genio, follia e ottime capacità di lavorazione unite assieme
generano sempre dei capolavori.
Nasce così SkyNet.
“E che cazzo c’entra una roba del genere con Terminator?”
A dire il vero, c’entra (in maniera inquietante) molto: una volta assemblato il
tutto, con il Provari installato a display acceso (i v2 avevano quasi
totalmente il display a led rossi, display a led blu o verdi è più facili
trovarne nelle successive versioni 2.5) e le linee spigolose e geometriche
ricordavano molto i Terminator del film in versione “naked”, scheletro a vista
e minacciosi occhi rossi.
Progettato da favola: per installare il Provari è
sufficiente infilarlo nell’apposito foro e, in corrispondenza dell’anella di
fermo, premere il pulsante portandolo a “raso scocca” per farlo passare in
maniera comoda, senza alcuno sforzo e, una volta infilato completamente,
girando il Provari lo si avvita al pin di Skynet, fissandolo e “rendendolo
operativo” attivando l’alimentazione elettrica al pin 510 cui fissare
l’atomizzatore.
La vaschetta, incassata
per evitare perdite di liquido
Preveggenza, follia o solo accortezza per renderlo eventualmente compatibile
con altri dispositivi (ho provato anche con il Semovar di Svoemesto e anche se
fissabile, forse per il top cap sfilabile e sostituibile di diametro variabile
e smontabile mi ha dato poca sensazione di solidità, visto che se sfilando il
tubo girandolo il suo cap dovesse restare avvitato nella sede di SkyNet dopo
sarebbero bestemmie grosse tentare di rimuoverlo col rischio di danneggiarlo,
mentre con i Provari l’operazione di installazione e rimozione del big battery
è morbida e precisa come sul velluto, avendo l’incassi di fissaggio del pin del
battery di forma cilindrica e non tronco conica come il top cap dei Provari v2
e 2.5.
Tra l’altro, l’altezza del dispositivo lascia perfettamente
scoperto il tappo del vano batteria, rendendo comodo e senza impedimenti la
sostituzione della batteria una volta scarica.
“Preistoria, Preistoria”. Peccato non venga più prodotto,
perché potrebbe avere senso e valore anche oggi, visto che nei miei deliri ho
provato ad installare anche Provari più recenti (nelle foto ho usato un Provari
3 ma la struttura è in grado di accogliere comodamente anche l’ultimo Provari
prodotto, il Procyon).

Altra foto da
assemblato
E, in un mondo di box bottom feeder in plastica e lamelle,
un dispositivo alimentato da un’elettronica Provape (anche quelle di ultima generazione,
sono riuscito ad installarci anche il Provari 3) potrebbe dare un sacco di
soddisfazioni nell’uso, basterebbe adottare un più moderno attacco flat per il
dripper (anziché una vaschetta incassata), dando la possibilità di utilizzare
dispositivi da 18 o più millimetri di diametro, quelli che sono i dripper bf
che vanno per la maggiore.
Certo, me lo dicono tutti, sono un muso lungo, mai
entusiasta nel vedere i prodotti di certi modder.
Ovvio, tutte le volte che sistemo i miei hardware da svapo
che mi capita in mano il mio SkyNet di Sun Box, anche se a me non piace svapare
in bottom feeder resto cinque minuti a guardarmelo, a rigirarmelo per le mani
ad ammirarlo e quando lo ripongo lo faccio sempre con una certa emozione.
Sono poco entusiasta ed entusiasmabile, ma quando mi ci si
parla di genialità, originalità progettuale e ardita costruzione QUELLO è il mio termine di paragone.
Qualcosa che ha coniugato perfettamente arte e ingegneria
creando un vero capolavoro dello svapo.
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