Tutti sono capaci di testare i circuiti dopo che sono stati settati e impostati ad hoc, io col DNA75 Color ho bestemmiato quasi sei mesi a provare la sera configurazioni e setup che non mi facessero rimpiangere il mio modesto ma amatissimo DNA60 “in bianco e nero”.
Quindi il DNA60C occorre provarlo subito “nudo e crudo”,
così come Mamma Evolv l’ha fatto e senza alcun intervento manuale o correzione,
e per questo problemi non ne ho, il mio circuito di prova è un “OEM” che il
modder che mi ha assemblato la box ha tolto dal cellophane e montato subito,
cablando solo la porta micro USB, le USB-C Evolv le distribuirà (si dice) solo
dal 2/4/2024.
Nessun manuale d’uso, la prima cosa da fare con una box DNA che ci arriva è collegarla ad eScribe per vedere “che cosa c’è dentro”, se è una box usata per veder cosa ha devastato il precedente proprietario (mi è capitato di comprare una DNA60 e una DNA75 come malfunzionanti e pagandole poco, mentre bastava fare il reset alle impostazioni di fabbrica e riprogrammarle per avere delle box gagliarde e perfette come fossero nuove), se è una box nuova per vedere cosa Evolv ci ha buttato dentro.
E visto che ho scaricato e installato la versione aggiornata
di Escribe (la 53.8_INT), ci do un’occhiata.
Il DNA60C ed eScribe
Evito di riscrivere cose già scritte,
ma la programmazione di una box DNA tramite eScribe si suddivide in quattro
sezioni.
1-i profili, ovvero il circuito permette di presettare tipo di materiale
utilizzato per la coil, wattaggio di default proposto alla selezione e livello
di boost, tutti valori che possono essere modificati tramite le funzioni (menu
o combinazione di tasti) della box in modo da dover reimpostare la box il
minimo possibile quando si cambiano build e setup utilizzati.
2-una parte che gestisce le personalizzazioni e la grafica del display, ogni
circuito ha il suo e il DNA60C deve gestire un display di 160x40 pixel
3-una parte che memorizza i materiali utilizzabili nello svapo (soprattutto in
modalità TC) e in questo caso c’è poco da fare, sono costanti scientifiche date
dal coefficiente termico dei materiali memorizzati
4-una parte “elettrica” che gestisce la limitazione alla potenza massima
erogata dal dispositivo, le curve di scarica della batteria utilizzata (SOLO le
LiPo vanno di tanto in tanto testate e reimpostate nelle curve di scarica
tramite l’apposita funzione), valori presettati dal produttore della box e che
NON vanno modificati per evitare di rendere instabile e malfunzionante battery
box e circuito.
E, confrontando i profili di fabbrica, i punti 4 e 2 variano
da box e circuito, il punto 3 NO (e ci mancherebbe, sono costanti scientifiche)
mentre il punto 1 è identico per DNA60,75 e 75Color, solo che nei primi due è
abbinabile una scritta (un immagine in formato PNG) visualizzata quando si
attiva il profilo, sul 75Color la funzione replay, se no le impostazioni (watt,
boost e materiale) sono identici.
Quindi è lecito immaginare le stesse mancanze dei precedenti
circuiti Evolv, ovvero che alcuni materiali (sicuramente Acciaio SS316 e
Titanio01) abbiano coefficienti imprecisi diversi da quelli esatti (“di
riferimento”) di Steam Engine, quindi automaticamente inesatti nell’uso in PC.
E va bene, intanto che mi verrà voglia di attaccarmi ad
eScribe e lavorarci userò e testerò la box solo in modalità Watt.
La Prova.
Provo un setup “robusto” su cui poter giocare, un Millenium
GC di The Vaping Gentlemen Club, una coil a mesh Nautilus da 1 ohm e un Primero
di Extraction Mania, combinazione che conosco benissimo.
Debbo subito cambiare i watt impostati, i 20 di default sono alti, inizio con
un 17 watt (4.1 volt).
Il display funziona in maniera totalmente diversa dai precedenti Evolv “bianco
e nero”, identici dal primo DNA20: i tasti + e – di base servono solo per
spostare il cursore da un campo all’altro modificabile, premendo il tasto fire
il campo viene attivato e tramite + e – è possibile variare il valore indicato
scegliendo quello voluto dopo di che, premendo di nuovo Fire, viene confermata
la selezione fatta e la box torna utilizzabile per lo svapo.
Non male, ci si prende subito la mano, feci più fatica ad abituarmi con la manualità
ad impostare il DNA75 Color a tre pulsanti.
Tre funzioni sono necessarie per svapare in watt bene, il
materiale (per selezionare la modalità watt, se sono impostati altri materiali
la box sballa le letture della coil e il funzionamento), la regolazione di
potenza e la funzione boost, ovvero poter impostare per pochi secondi iniziali
una potenza lievemente più alta, per risolvere la latenza a salire in
temperatura delle complex coil come le clapton o per chi preferisce hit
iniziale svapando tabacchi; ok, per goderselo bene bisognerà lavorare sui menu di
impostazione personalizzandoseli in maniera che i campi da impostare siano più
facili da reperire lasciando ai sotto menu solo le funzioni “tecniche” e meno
utilizzate.
Però… Una cosa positiva sono i consumi di batteria, se il
DNA60 non aggiornato aveva consumi più alti rispetto al DNA40 big screen mentre
il DNA75 “bianco e nero” prima versione di firmware era abbastanza vorace,
questo 60C invece lavora bene, al quarto tank la mia Samsung 30Q (la classica
“rosa” da 3000mah) ancora è a 1/3 di carica ed eroga bene, il circuito
stabilizza perfettamente il voltaggio senza fluttuazioni anche con cariche di
batteria basse.
Anzi, a parità di build, lo trovo anche meno “affamato” di batteria rispetto al
BF60 di Dicodes.
La box che sto utilizzando ha il display disposto in
verticale mentre il mio circuito ha i meno impostati in orizzontale: meglio
così, in orizzontale (come sui DNA20/30/40/60) bisogna girare la box per
leggerlo se impugnata ma le informazioni sono leggibili e con font non
microscopici mentre con la modalità Portrait (verticale) le scritte e le icone
diventano più piccole e più scomode da vedere.
Circuito diciamo molto buono, se non dovesse avere problemi
ai condensatori del display (problema de primi DNA30 e 40) e sia un circuito
robusto e affidabile solo il tempo potrà dirlo.
Voto in pagella: questo è difficile da dirlo, varia molto
6 (adesso)
Così com’è, è un buon circuito, nei menu manca qualche
funzione utile presente nelle funzioni della box ma NON linkata e resa
impostabile da menu, così com’è si e no un 40% del circuito è utilizzabile, i
coefficienti termici dei materiali utilizzabili in TC vanno sostituiti con i
valori esatti prelevati dal sito di Steam Engine se si vuole
svapare in controllo temperatura con la qualità di un circuito Evolv e non di
un Vopoo o di un Geekvape.
Quindi, se si vuole una box fruibile e godibile (e che
giustifichi il prezzo di certe mod) è necessario un lavoro di setup pre
installazione del circuito da parte del modder o una porta USB cablata per
permettere all’utilizzatore di operare in autonomia.
Evolv ha il difetto di installare “ad cazzum” profili e valori tanto per
rendere il circuito avviabile e installabile ma assolutamente NON sufficienti
ad un utilizzo adeguato, in versione “untouched” ovvero preso e montato il
DNA60C come prestazioni sta dietro (e non di poco) ai vari Dicodes BF60, Yihi
SX600J e Nucleo Compact di Omega Vaper, un circuito adatto su una box clone da
120/140 euro ma con prestazioni deficitarie su mod di prezzo più caro.
9 (di incoraggiamento)
Il circuito “c’è”, il DNA60 bianco e nero me lo sono
riuscito a settare un modo di farne un piccolo mostro, perfetto con tutte le
build e pure con consumi di batteria favolosamente bassi, il DNA75 Color dopo
mesi di esperimenti e imprecazioni sono riuscito ad impostarli menu in grado di
selezionare e impostare facilmente TUTTE le funzioni necessarie per un utilizzo
“advanced” della box e anche se è un circuito di cui non mi sono innamorato,
obbiettivamente va molto bene, quindi ci sono tutte le potenzialità per avere
un circuito “high performance” in grado di competere con gli alto di gamma
degli altri produttori di elettroniche.
Mi ci metterò sotto a fare esperimenti e a “graficare” menu
e sottomenu tramite eScribe, col DNA75 Color furono pianti e parolacce per
qualche mese, spero che l’esperienza accumulata mi semplifichi un po’ il
lavoro, per provarlo con setup più impegnativi e per migliori prestazioni.
Giudizio: impostato in maniera confusa e disordinata
da Evolv alla produzione ma le funzioni ci sono, la possibilità di intervenirci
e settare pure e l’elettronica, se è allo stesso livello dei suoi predecessori,
è ottima, affidabile e sfruttabile.
Però non è un circuito da modder con troppa fretta di vendere e/o utenti che non
abbiano voglia di metterci mano, però se dato in mano a gente che lo sa
impostare (modder e/o utilizzatori) è un circuito TOP che, per semplicità di
uso e setup se la gioca con i facilissimi (e intuitivissimi) Omega Vapers e
Starplat75, circuito che presi in mano sono subito utilizzabili tanto quanto
Dicodes è eccezionale nelle prestazioni ma forse un po’ tortuoso da settare.
Sono un vecchio “monarchico”, ma se come annunciato Evolv
dovesse interrompere la produzione del precedente DNA60 “black&white”
questo 60C ha tutte le carte in regola per poter non farlo rimpiangere.
Se ben installato e ben programmato, se no meglio restare sul BF60 di Dicodes o
sull’SX600J di Yihi, circuiti dalle performances eccellenti ma che, tolti dal
cellophane e montati non richiedono interventi extra se non il normale setup
pre utilizzo.

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