La Sirio di Boxer Mods e il Nucleo 60w di Omega Vaper - parte seconda. le funzioni base del circuito

Spoiler (ad uso e consumo dei più ansiosi): gli Omega Vaper sono circuiti artigianali, assemblati a mano e con un software eccellente ma con qualche “spigolosità” che possono preoccupare il vaper che li utilizza.

1° - il circuito va acceso, spento e settato sempre con l’atom installato: con cinque click la box si accende e si spegne, con tre click si entra nel menu di impostazione, se l’atom non è inserito o se non viene letta la coil, al primo click segnala il classico “check atomizer” e non permette di andare avanti, quindi occorre installare un atom efficiente prima di poter fare impostazioni, spegnere la box o accedere ai menu

2°- subito appena svapato e col menu di impostazione il display è bello luminoso, quando cala di luminosità prima di entrare in stand by il display ha una luminosità variabile, instabile (anche se quasi impercettibile); saranno problemi?
No, avrei bisogno di un ingegnere elettronico per fargli fare l’autopsia ma probabilmente quando la board del circuito va in stand by per inutilizzo uno dei primi componenti che va in sospensione è lo stabilizzatore del voltaggio e per un paio di secondi la box viene alimentata col voltaggio “grezzo” erogato dalla batteria prima di spegnere il display ed entrare in modalità risparmio energetico, me lo fa anche il Bomber Scream che ho installato sulla Stealth di Sunbox da almeno due o tre anni, e lei va sempre come un treno, erogando senza mai dare alcun problema, basta saperlo e si vive bene.

Detto questo, si va…

I menu

Il logo di accensione
Anche se il vero vaper ragiona e imposta i circuiti in lingua inglese, io sono pigro e me ne frego, tre click, si aprono i menu.

Particolarità: i menu sono a scorrimento e premendo il tasto fire li si scorre fino al punto desiderato.
Rimanendoci “fermi”, dopo un po’ entra automaticamente nella sua impostazione e si clicca per modificare il valore impostato (ad esempio, aumento potenza, diminuzione potenza) e una volta impostato il valore desiderato, si attende un attimo e il circuito automaticamente “conferma” e acquisisce il valore impostato ritornando alla videata di funzionamento normale.

E, prima cosa da fare, di assoluta comodità, impostare due punti di menu:

“Language”, punto di menu che permette di cambiare la lingua dei menu, viene proposto English (inglese) di default e il secondo punto di menu è il nostro “Italiano” che, una volta impostato, trasforma nella nostra lingua tutti i menu della box, gran comodità.

“Brightness” (o “Luminosità”), per variare la luminosità del display: ok se si svapa in spiaggia sotto la canicola ad agosto, ma se si svapa a casa, dopo cena, magari gustandosi un film o ottima musica in cuffia mantenere il display impostato al massimo della luminosità è solo un inutile spreco di batteria, cosa da tenere presente nei circuiti di Omega Vaper, grintosi, grezzi e “cattivi” in erogazione come i primi DNA20 e 30 ma al prezzo di consumi di batteria più alti, tant’è che già con i circuiti precedenti Omega Vaper si era dimostrato, per il mio utilizzo, il circuito più “vorace” in termini di consumi assieme al BF60 e all’FL80 di Dicodes, con la luminosità ridotta al 50% rispetto al 100% di default i risparmi di batteria già sono percepibili pur avendo un display  ben leggibile.

La prova.

Spoiler 2: c’è poco da aggiungere, mentre altri circuiti restano simili (gli Evolv) e aggiornano i firmware, Omega Vaper per evitare di avere in giro chip con la stessa denominazione ma con software differente quando aggiorna i software produce una serie di chip nuova, motivo per cui, per chi viene dal primo Aulus, si sentirà a casa visto che sono cambiate le grafiche dei dati visualizzati a display (anche perché in famiglia ne sono stati prodotti di tre dimensioni diverse), sicuramente sono state affinati alcuni punti di menu per migliorarne le prestazioni, ma gli Omega Vaper, per fortuna, restano sempre “loro”, con la loro personalità e con le loro caratteristiche, che piacciano o meno.

Circuiti che rendono benissimo in MTL, impostabili sia in watt che in modalità varivolt (cosa che noi “vecchiacci” adoriamo visto che ci ricorda i Provari e i primi Dicodes Dani della nostra gioventù) e vengono dotati della funzione bypass (ovvero viene disattivata la stabilizzazione del voltaggio e vengono mantenute le protezioni elettroniche, per poter svapare “mech-style” ma senza rischi di cortocircuiti della coil o sovrascarica della batteria).

Consumi un po’ alti, fino a non meno di 0.6/0.7 ohm di resistenza alla coil e non sopra i 20 watt il circuito funziona estremamente bene, provato a 40 watt con coil da 0.3 ohm su un vecchio Goliath v2 di UD la batteria dopo le quattro ore di utilizzo della mia serata arriva abbastanza esausta e bisognosa di messa in ricarica.

Il TC…

Il TC è un po’ particolare come setup, bisogna essere precisi.
Se viene impostata da “modalità operativa” la modalità “HEATTC” il circuito permette di impostare solo la temperatura, ovvero il TC funziona in modalità Temperature dominant, ovvero viene impostata solo la temperatura (che è il range di funzionamento e di vaporizzazione desiderato) e l’erogazione elettrica viene totalmente gestita dal circuito.
Modalità tipica dei primissimi DNA40, è perfetta per lo svapo in flavour o nel caso si desideri una temperatura precisa.

Lasciano impostata la modalità in watt o volt e impostando il successivo punto controllo temperatura ad “Acceso” invece permette di gestire il controllo di temperatura in modalità power dominant ovvero si svapa alla potenza (o voltaggio) desiderata e il circuito interviene a “frenare” l’erogazione elettrica nel caso la temperatura della coil si avvicini al limite impostato evitando il surriscaldamento della coil oltre il livello impostato, modalità di funzionamento nota a chi ha svapato con circuiti TC con elettroniche Yihi.

La modalità Heattc è più aggressiva, adatta per coil a resistenza più alta e materiali come il titanio, l’acciaio o i vari fili Dicodes/Zivipf, io l’ho testata con un Trillium di Eden Mods con coil EC-Ti da 0.5 ohm in Titanio e, anche con svapate lunghe, la percezione è di erogazione continua, un circuito forse un po’ aggressivo in erogazione ma preciso mentre utilizzando un Millenium GC con coil Ni200 da 0.15 ohm, vuoi per il materiale più reattivo e meno resistivo, vuoi per la predisposizione dello stesso ad uno svapo più fresco secondo me ha reso meno bene.

Invece, nell’altra modalità ovvero impostando modalità Watt/Volt e Controllo di temperatura=acceso i risultati si sono invertiti ovvero lo svapo di fruttati freschi o mentolati in Ni200 è uscito bello stabile e pieno, molto piacevole mentre i tabacchi su coil in Titanio mi sono sembrati più fiacchi.

Altri punti fondamentali, “Calibrazione coil” per impostare il valore della resistenza della coil A FREDDO fondamentale perché su quel valore il circuito di TC calcola le temperature, “Materiale della coil” dove si seleziona il materiale e in cui sono preimpostati praticamente ogni materiale termoreattivo utilizzabile ma che, al bisogno, al punto “Other” permette di inserire il coefficiente termico di eventuali materiali che si vogliano utilizzare ma che non siano presettati.

Al solito, la solita funzione di “Aumento Gradi” e “Riduzione gradi” nel caso si voglia variare la temperatura di svapo in modalità TC e “Unità di misura” in cui è possibile variare l’impostazione della temperatura da gradi Celsius (europei) a Farenheit, statunitensi.

Poco importante, impostando la lingua italiana mi sono usciti impostati i  “nostri” gradi Celsius (°C).

Nel display viene indicato lo stato di carica della batteria sia nel classico formato grafico (disegno della batteria che si svuota man mano che cala di voltaggio) sia in modalità percentuale; durante e dopo la svapata i valori calano e poi si rialzano.

Non sono letture “ballerine” ma sono una utile indicazione dei voltage drop della batteria in erogazione ovvero dei cali di voltaggio durante l’utilizzo.

E se i cali sono superiori ad un 20% con coil superiore ai 0.7 ohm o del 40% per coil molto basse (anche in TC), o la batteria comincia ad essere molto scarica e quindi va rimessa a ricaricare oppure, se la batteria non è troppo scarica, forse ha gli accumulatori usurati, è vecchia e va rimpiazzata con una batteria nuova ed efficiente.

E come va?

Come dico dal primo Aulus, l’erogazione scorbutica e aggressiva (con una iStick Pico bisogna impostare un wattaggio lievemente più alto per avere un po’ di aggressività anche se l’erogazione resta fiacca) lo rende un circuito ottimo per lo svapo di tabacchi (le vaniglie custard secondo me i Dicodes li rendono in maniera impagabile).
Ha consumi elettrici lievemente più alti del DNA60 ma tutto sommato non sono critici, non è un circuito per tiro di polmone (con delle mesh coil da 0.3 ohm mangia batterie in maniera pesante ma usato in MTL a coil medio alta (sopra gli 0.6 ohm e sotto i 20 watt) è un circuito che va benissimo.

E, anche se non pubblicizzatissimo (i “classici” raccomandati da tutti sono Dicodes e DNA, io aggiungere anche Yihi) in TC fa tutto sommato molto bene il suo lavoro, preciso e stabile nell’erogazione.

Per i vapers raffinati, ci sono altre funzioni molto interessanti che fanno del Nucleo 60w un circuito incredibilmente completo.

Ci vuole una terza e ultima puntata, sono stato già fin troppo prolisso e frastornante.

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