La leggenda dei limoni luminosi

 

Le tartarughe blu sognano, come intitolava il primo album solista di Sting dopo lo scioglimento dei Police.

Ma anche i limoni luminosi sognano. E diventano leggenda.

Dopo Hana Modz e i primi prodotti americani, gli europei prendono il sopravvento diventando gli egemoni della produzione di altissima qualità (dicasi legno stabilizzato), ma più che europei e basta gli europei dell’est i quali cominciano a produrre brand e autentici capolavori.

Rumeni, polacchi, russi e cecoslovacchi.

E serbi.

Limelight.

Uno di questi, Limelight, si è sempre distinto per prodotti dalla linea sobria ma molto elegante e con materiali di ottimo livello (Dio come amo il legno) e con una cura costruttiva impeccabile.

La loro Ochid (la mia prima ePipe) è ancora oggi una delle più belle e meglio costruite e ho dovuto attendere la Biagi Wainer circuitata Dicodes per avere un prodotto più performante, e box come le Pylon, scocca in legno massello, tubo del vano batteria e placche in acciaio lavorate a regola d’arte.

Ne ho due, una SX350J (paurosa in TC) e una DNA75 (altro che le 60…) che in Flavour a wattaggi alti da un sacco di soddisfazioni, e già gli ottimi circuiti “tradiscono” un modder senza alcuna paura di osare, e al giorno d’oggi qualsiasi modder che osi più di un DNA60 senza porta USB cablata è una specie di supereroe Marvel.

Grande produttore, modder con la eMMe maiuscola, solo che è un po’ che non produce; al giorno d’oggi si trovano in giro solo boro mod, alcune ridicolmente troppo simili alla Billet Box per venire prese sul serio e molti modder storici hanno cessato la produzione, non volendo chinare il capo davanti alle stampe 3D e alle box in plastica a prezzo gonfiato.

E Limelight?

La Wicket Gloom

La Wicket Gloom di Limelight

Limelight riprende la produzione e presenta la “sua” boro mod, la Wicket Gloom.
Prezzo interessante, 239 euro la versione “base” col DNA60 ma fanno anche la versione con il Dicodes BF60, e considerato che costa solo il doppio di una Semyorka r7 dai contenuti tecnici e costruttivi nettamente inferiori e con in giro box in stampa 3D da 400 e passa euro, il prezzo è quasi basso.

Gesù mi dice “che te ne fai dell’ennessima boro mod che ne hai già troppe”, Satana mi dice “è una Limelight, uno come te se la fa scappare?”, il dilemma è atroce.

Ma una Wicket Gloom circuitata Dicodes ha sempre un suo senso mistico profondo, anche se bisogna cercarla in Francia, in Italia ho trovato solo le DNA60 (No! Con quel circuito ne ho già troppe).

Così, a colpo d’occhio, è veramente bella, anche solo guardando il vano batteria a tubo: svitabile e rimovibile per sostituirlo con gli altri personalizzati prodotti dal modder per chi vuole una box personalizzata, ha un diametro piacevolmente superiore alla media, permettendo di alloggiare batterie sia “normali” che lievemente più “grasse” (come le Tesiyi 3000 mah o certe Samsung 30Q “rosa”) che avendo un diametro lievemente superiore alla media restano sempre incastrate dentro le Billet Box mentre sulla Wicket si infilano e si estraggono senza alcuno sforzo.

Primo piano del tappo
del vano batteria

Altro particolare ben realizzato, il tappo del vano batteria: in acciaio satinato, ha una lavorazione molto intelligente che lo rende facilmente svitabile e “impugnabile” nella sostituzione della batteria, senza scomodità come certi tappi di altre box con i tappi e il tubo filettati un po’ a caso.

Altro aspetto di classe ed eleganza, è un tappo di disegno e produzione “originale”, non i classici tappi reperibili sul dito di Moddog o sui classici siti di ricambi aftermarket, quelli che si vedono sul 50% delle box high end, quasi tutte più care della Wicket.

Aspetto molto inquietante, l’aspetto a vista, di difficile comprensione: monta un boro Billet compatibile ma con sopra il pulsante di attivazione, monta un circuito Dicodes, ha il display grande (e quindi dovrebbe essere un BF60) ma non si vedono sulla scocca pulsanti di regolazione potenza (allora sarà un V3 Extreme….), non ci si capisce nulla; sarà un gioco di lamelle a gestire tutto (il genere di preistoria elettronica che se aveva un senso su box meccaniche dieci anni fa oggi è solo ridicolo)?

No.

Particolare della box disassemblata, con 
lo sportellino con la pista cablata del
pulsante e dei pulsanti "nascosti" sulla
box

La parte frontale rimovibile non è solo un coperchio “qualsiasi” fissato a magneti, ha il frontale in delrin col pulsante di attivazione ma il retro è un circuito elettronico a pista cablata in modo che il pulsante di attivazione venga collegato ad un contatto più in basso sul frontale, “zona circuito”: in questa maniera il pulsante fire è collocato sopra il boro box ma completamente isolato da eventuali perdite di liquido e quindi è in posizione molto ben protetta, ed in più ha una sua buona riuscita estetica, visto che solo una parte del boro è visibile, quella inferiore, quella che è necessario tenere sotto controllo per verificare il livello del liquido evitanto di ritrovarsi a svapare a boro vuoto, steccando e bruciando il cotone.

A box “nuda” e a frontalino rimosso compaiono due piccoli pulsanti affiancati (ecco dov’erano i pulsanti di regolazione di potenza…) ed un ulteriore pulsante che, provandolo, è un secondo pulsante di attivazione.

E qui si vede il tocco di classe e l’intelligenza di un grandissimo modder: si toglie il frontalino, si inserisce il boro, si regola la box (potenza e circuito TC, se lo si usa), si fanno tutte le prove e una volta trovato il setup più appagante si rimonta il frontalino col pulsante “comodo” di attivazione, che è l’unica cosa che serve una volta impostata la box.

Off topic: anche se monta un sistema di blocco del boro a nut avvitabile come la Billet Box, sulla Billet Box (anche da nuova) l’ingranatura è dura e mi capita spesso, per smontare il boro per il refill, di restare con il drip tip sfilato in mano e dover cercare una moneta da 1 centesimo da usare come cacciavite per poter svitarlo (visto che la misura sarebbe anche precisa per la scocca ma poi le Billet vengono verniciate…) mentre sulla Wicket entra preciso preciso e morbido morbido, si svita senza alcuna fatica e senza dover sforzare sul drip tip.
Drip tip che il nut fissa benissimo, il mio Whistle di Attysmint appoggiato, infilato, serrato subito in maniera stabile, ci si può fare sforzo per svitare il nut senza che si giri e che si sfili, veramente una lavorazione ottima.

Altro aspetto, il piattello di contatto del positivo: sulla Billet Box è un azzeccarci empirico visto che spesso da “Check atomizer” (mancanza di contatto tra box e bridge) mentre altre volte se lo si avvita un po’ di più la lettura della coil “sballa” e legge valori più alti di quelli reali mentre sulla Wicket la lettura è perfetta e stabile, si appoggia il boro, si avvita il nut fino a che lo si porta a contatto e la mia coil da 1.21 ohm letta al tab viene rilevata a 1.2/1.22 ohm dalla box, una precisione quasi commovente.

Il display "recessed" protetto da urti
e danneggiamenti

Molto interessante, il display viene alloggiato non in laterale ma sul fondo della box (come sulle mie vecchie amatissime Vaporshark) ma lievemente rientrato, protetto da urti o da perdite di liquido (cosa che si verificano con i display in laterale, magari posti sotto il vano che ospita il boro).

Genialità, genialità pura, un prodotto assolutamente originale, che NON assomiglia ad altre cose già viste e costruito alla perfezione, provato ed è impossibile trovargli un difetto, nemmeno il prezzo, non essendo un prodotto economico ma del tutto giustificato dalla qualità e concorrenziale rispetto ad altri prodotti high end di gran nome ma di qualità inferiore.

Anzi no, un difetto c’è: dopo averla provata ed usata, quasi tutte le altre boro mod sembrano accrocchi poveri e mal riusciti.

E poi il circuito Dicodes BF60: se i tabacchi bene come sul DNA aggiornato non riescono da nessun’altra parte, se Yihi e Starplat sono perfetti per fruttati e mentolati (meglio in TC, con una resa morbida e precisa) le custard e tutte le note cremose, a mio gusto, come escono bene il Dicodes non le rende nessuno.

E il mio Apache, tabacco piloto dominicano ad estrazione organica con note cremose di sottofondo sulla Wicket “suona” bene come un violino.

 

 

 


 

Commenti

  1. E adesso… mi tocca trovarne una?… Mitico Cucchi!!!

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