Oltre la Billet Box - le high end parte seconda - le "non DNA60"

Non si vive di solo DNA60… Certo, è un gran circuito, se aggiornato ha i consumi bassi del DNA40 Big Screen (per MTL spensierato, è ancora uno dei miei circuiti preferiti) e le prestazioni cattive “buck’n’boost” tipiche dei DNA20 e 30, con il boost attivato, però….

Il DNA60 è facile da cablare, anche se saldato male al massimo sballa le letture di resistenza e surriscalda durante l’uso (andando presto fuori uso) ma è un circuito a prova di cialtrone (mi è capitato di mod da 300 e passa euro che da aperte erano scene costernanti) ma, soprattutto, è un circuito “cinese”, made in China.

E, soprattutto, sono le box perfette per venire clonate (quelle di costruzione più semplice), un DNA60 comprato in Cina (dove viene prodotto) non costa all’ingrosso più di una quarantina di euro e spesso i cloni vengono assemblati (in maniera industriale) molto meglio degli originali.

E se volessi una box esclusiva, con un grandissimo circuito come il Dicodes che è di produzione tedesca ed è pure costoso (troppo per finire su un clone), è un circuito schizzinoso (ha il doppio delle segnalazioni di errore rispetto al DNA60 di cui la metà bloccanti), il classico circuito che o viene cablato bene o non funziona nemmeno a piangere, motivo per cui sono pochi i modder che lo amano.

Il Dicodes è sinonimo di installazione a regola d’arte, un circuito Dicodes non funziona bene se non è cablato con cavi di diametro adeguato e se le saldature non vengono fatte a regola d’arte (precise ed evitando “palle” di stagno per tenere fermi i circuiti).

E poi, l’erogazione “pastosa” dei circuiti Dicodes è perfetta per svaparci tabacchi aromatizzati morbidi e custard, un vero must.

La Zero Boro di Sunbox


Una delle boro mod che più amo anche se non ha avuto molta diffusione, forse perché uscita troppo presto quando ancora erano poche le box alternative alla Billet Box.

Tutto molto strano in questa box: intanto, il disegno, sembra quasi un Dicodes Dani V3 a cui davanti sia stato adattato un boro della Billet, e infatti il feeling d’uso mi ricorda molto più un “tubo” che una box col boro dentro come tutte le altre.

Disponibile in versione alimentata a batterie 18500 (più bassa) e 18650, la differenza tra le due è data da un rialzo sopra il vano boro sulla versione 18650 in grado di recuperare lo spazio di cui la batteria 18650 (più alta) necessita per poter essere installata.

Prima box che fornire un comodissimo nut di fissaggio boro con attacco 510 per poter montare il proprio drip tip preferito, ha un fermo standard sulla 18500 (come i nut standard con ghiera per lo svitamento facilitato) mentre sulla 18650 ha un nut con un tubo di prolunga che funge da “camino” per il vapore e da prolunga per poter chiudere il contatto elettrico tra il top del boro e la scocca, soluzione molto comoda e interessante, più dei nut standard che se restano bloccati richiedono lo smontaggio del drip tip e l’uso di una monetina da 1 centesimo come cacciavite.


Altro aspetto interessante, il pulsante di attivazione posto in basso che fa impugnare la box un po’ come se fosse un big battery “tubone” con un feeling d’uso molto particolare.
E il circuito, un EC23 di Dicodes (lo stesso del Dicodes Dani v3 Extreme) settabile in monopulsante, lo rende un apparato che, per chi conosce i big battery Dicodes, è immediatamente e facilmente settabile.

Costruito molto bene con una scocca stampata 3D ma bella spessa e robusta, la mia era una box a cui il circuito era andato fuori uso e ho dovuto farlo sostituire e l’elettrotecnico che me l’ha smontata ha apprezzato molto i cablaggi e la costruzione interna.

E, dulcis in fundo, per gli smanettoni che vogliono una box personalizzata, è compatibile con i tubi portabatteria e col tappo del vano batteria “con maniglietta” della Zero Nega (sempre di SunBox), per chi vuole una ottima box, ma personalizzata, sulla mia ho montato il tubo cerakote black che avevo come ricambio della Zero Nega v2.

La Key di Mums

Box molto differente dalle altre, la Key ha il boro sporgente “fronte vista” nel laterale, con un look che è una via di mezzo tra una AIO e una box side-by-side, sicuramente una linea originale e differente rispetto alla concorrenza.
Parto subito dall’unico difetto che gli ho riscontrato, è compatibile con tutti i boro della Billet ma di serie ne utilizza uno suo proprietario; identico nella sagoma in larghezza e nel foro passante in cui installare il bridge, ha l’unica particolarità di avere una maggiore profondità che ne aumenta la capienza ma installando nella box un boro Billet di dimensione standard fa perfettamente contatto ma “sgradina” di un paio di millimetri scarsi essendo meno profondo dello scasso nella box.

Altra “schizzinosità”, non ama i boro con gli spigoli triangolari come quelli progettati da Atmizoo per la Boxx di Aspire (che invece sono compatibili con tutte le altre mod), i boro standard per la Billet, i Proro di PRC, il 415BT v2 in titanio, per chi vuole un boro a coil Nautilus con regolazione dell’aria può essere utilizzato quello della Bantam Box di SXK invece possono essere utilizzati comodamente

Finitura di ottima qualità, il delrin in cui è costruita è in un piacevole effetto gommoso e “vellutato”, ha la pulsantiera nel laterale, alloggiata sotto il vano boro, non era alloggiabile in altra maniera avendo il boro esposto su tre di quattro lati della box e il pulsanti nel posteriore sarebbero stati scomodi.

Oltre alla linea, la box si distingue per il circuito utilizzato che non è un DNA60 di Evolv ma bensì un Dicodes BF60: altre box, mi vengono in mente la Zero Boro e la MandAIO utilizzano


circuiti Dicodes sì ma il V3 Extreme settabili in monopulsante utilizzando il tasto fire mentre la Key ha un display completo e leggibile di dimensioni identiche al DNA60 ma che non necessità di computer o aggiornamento software per poter impostare tutte le funzioni (forse seconde per numero solo allo Starplat 75) tramite box, senza bisogno di un PC esterno e quindi della porta USB che non è installata.

Sportellini e pulsanti modificabili con ricambi “custom”, è una box molto carina (un mix tra una side by side e una boro mod) e con un circuito Dicodes (il BF60) settabile come un DNA60 e che, una volta abituati, garantisce grandissime prestazioni senza alcuna necessità di doverlo aggiornare o di programmarlo tramite PC.

Prezzi? Quasi tutte più economiche della Billet Box a parte la Unica, che è di un altro livello qualitativo, la Zeppelin (la più cara) costa dai 380 ai 400 euro, a seconda che la si voglia con gli sportellini “clear” trasparenti colorato o con sportelli in policarbonato lavorato, le altre due restano al di sotto dei 300 euro come prezzo, rendendole anche economicamente molto competitive rispetto alla Billet Box pur con prestazioni e potenzialità nettamente superiori (un DNA60 senza porta USB e senza la possibilità di aggiornarlo era già desueto rispetto al Dicodes BF60 e allo Starplat 75w già tre o quattro anni fa).

E non ho citato modifiche di aftermarket (qualche pazzo come il sottoscritto ha espiantato da una Billet Box Dober del 2018 il circuito originale fuori uso sostituendolo con un Dicodes BF60)  o gli innominabili cloni (e la replica Billet prodotta da SXK dotata di circuito DNA60 monta porta USB e, vedendone di smontate e sentendo un amico che le ripara, sono cablate pure meglio con minori problemi di pulsanti che smettono di funzionare o display che si spengono e non si riaccendono più.

Lode e onore alla Billet Box, dispositivo assolutamente innovativo quando uscì, di una comodità impagabile tenuto in tasca, con una ottima resa e pochi problemi pur non usando un atom a tank, ma il non averlo mai aggiornato ha portato ad essere un prodotto obsoleto, dotato di uno dei migliori circuiti in circolazione (sicuramente il più facile da settare) ma non aggiornato e sfruttabile si e non al 40% delle sue possibilità.

E un po’ per giustizia (perché non usare una AIO dotata di un grandissimo circuito al 100% delle sue potenzialità?), un po’ per il prezzo (se compromessi tecnici possono essere accettabili su una mod da 100/120 euro non lo sono su mod che ne costano più di 400) , oggi per gli “smanettoni” e gli appassionati di elevate prestazioni tecniche sono disponibili hardware di altissimo livello qualitativo, più performanti di “nonna” Billet Box.

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