L'importanza del drip tip

Uno dei componenti più trascurati in un atomizzatore è il drip tip,  per alcuni solo una “cannuccia” per poter svapare, per altri solo un complemento estetico.

Ma in realtà il drip tip è un accessorio che influisce molto sullo svapo ed è in grado di condizionare pesantemente la resa di un’atomizzatore: se si svapa con un atom da tiro di polmone

Il drip tip da smontato
con un drip stretto il tiraggio d’aria è insufficiente le coil con poco flusso d’aria dissipano male e generano vapore fastidiosamente caldo e deteriorano in fretta il cotone del corpo assorbente, esposto a temperature troppo elevate mentre montare un drip tip “estetico” troppo grande su un (ottimo) Nautilus di Aspire significa creare disparità tra aspirazione e aria immessa dalla valvola air flow, creando decompressione compensata da un tiraggio abnorme di liquido che gorgoglia e viene “aspirato” durante la svapata. E, per gli assatanati del “cloud” svapare intensamente con un drip metallico è forse elegante ma significa ritrovarsi con un drip che dopo un po’ di uso viene surriscaldato dal transito del vapore e quindi diventa fastidioso da usare.

Vediamo un po’ di modelli di drip tip.

Drip tip in teflon, fibra di carbonio o delrin


Classico drip tip in ultem
Disponibili di vari colori, hanno il grosso vantaggio di essere prodotti in un materiale che non è conduttore di calore, motivo per cui restano sempre a temperature fresche malgrado il transito di vapore, l’uso di wattaggi alti o anche solo un’uso insistito. In tempi recenti sono stati introdotti anche drip tip “ibridi” ovvero con l’attacco in resina polimerica e con l’esterno metallico (come quello che venne adottato per primo sull’Herakles di Sensetech) che isolano termicamente evitando che il drip diventi troppo caldo senza pregiudicare l’estetica dell’atomizzatore.

Diversi dai drip tip “ibridi” come quelli per le boro mod che sono costruiti al contrario: nut per il fissaggio alla box (i migliori anche con una corona metallica per facilitarne lo svitamento) con il drip tip vero è proprio fissato sopra (spesso un drip tip con attacco 510 per poterlo utilizzare nella propria configurazione preferita).

Drip tip “wide bore”

Classico drip tip "wide bore" con attacco 810
Sub Ohm = tiro di polmone = coil di sezioni maggiorate per supportare voltaggi più alti e “schiacciate” per avere una superficie termica più ampia = necessità di dissipare meglio il calore della coil con un maggiore tiraggio d’aria (valvole air flow maggiorate, alcune addirittura a taglio orizzontale) e di conseguenza un’aspirazione maggiorata d’aria, a compensare.

Per poter fare ciò hanno inventato dripi tip di tipo “wide” ovvero a sezione maggiore e per un elevato transito, per avere tanto vapore a temperature non eccessive evitando che la coil, con poco flusso d’aria transitato si surriscaldi a temperature troppo alte.

Anche in questo caso sono stati introdotti drip “ibridi”, di grossa sezione, con la parte superiore metallica e quella inferiore in delrin/teflon per garantire uno corretto isolamento termico evitandone il surriscaldamento.

Addirittura, su alcuni atomizzatori, vengono adottati dei drip tip con attacco 810 (di diametro maggiore, per un maggiore flusso di aria rispetto ai drip tip con attacco standard 510), lo stesso attacco standard utilizzato nei dripper da cloud chasing e da svapo di polmone più “hard”.

Drip tip con valvola di immissione aria

Classico drip tip con presa d'aria
Una volta considerati “freaks” (ovvero limitati solo a dripper dalle prestazioni elevate e per chi svapava a voltaggi alti) con il crescente utilizzo in apparati “commerciali” (Smok TCT e VCT Pro e Atlantis 2 di Aspire, tra i primi ad utilizzarlo) stanno avendo una grossa diffusione. Hanno un doppio vantaggio: aspirando aria, “amplificano” la generazione di vapore (avendo le rese volumetriche di quelli che fanno i “video su YouTube”) e contemporaneamente abbassano (aspirando aria a temperatura ambiente) la temperatura del vapore > è il motivo per cui Aspire lo ha adottato nel suo nuovo Atlantis 2 dove le nuove coil a cotone organico anzichè in fibra ceramica sono più votate al vapore caldo.

Utili ma da non perfetti in quanto, se da un lato fanno tanto vapore di temperatura più fresca, dall’altro (aggiungendo aria) “annacquano” la resa aromatica, il pregio invece è, solo per gli appassionati di cloud e flavour, avere una elevata quantità di vapore indipendente dalla capacità di immissione dell’airflow dell’atomizzatore .

Da notare: questi drip tip debbono essere inevitabilmente di diametro maggiore visto che debbono garantire comunque un flusso interno di vapore normale con la possibilità (tramite fori laterali nel drip tip e una ghiera girevole esterna in grado di chiuderli o aprirli anche solo parzialmente) e tentare di ridurne le dimensioni solo per motivi estetici (mi viene da pensare a quello adottato sul Protank 4 di Kanger, forse l’unico punto debole di un atomizzatore eccellente) significa solo creare strozzature nel flusso d’aria con deposito maggiore di condensa (con conseguenti allagamenti al corpo testina e/o leaking di liquido dall’air flow)

Drip tip “lavorati internamente”.

Classico drip tip UD con interno 
con filettatura elicoidale
Col tempo sono stati introdotti drip tip con lavorazioni particolari interne: quello dello Zephyrus di YouDe è stato dotato di una filettatura elicoidale interna che, se da un lato non varia tantissimo come aspirazione di vapore blocca efficacemente risalite di condensa dal camino verso il drip riducendo le “bevute” durante la svapata.

E apparati dalla produzione di vapore elevata hanno, proporzionalmente, generazione di condensa elevata che così non risale ma va comunque pulita e drenata, per evitare perdite dall’airflow o fastidiose “strozzature” nella svapata, visto che la presenza di condensa riduce l’efficienza termica della coil.

Un altro tipo di drip tip che sta andando per la maggiore (mi viene in mente l’eGo AIO di Joyetech o il recentissimo Simba di UD) è quello chiuso “a chiocciola” dove il flusso d’aria non avviene diretto ma tramite un avvitamento stile “cavatappi”: il pregio è che vi è una totale protezione da risalite di condensa o da potenziali schizzi di liquido provenienti dalla coil (comunque evitabili agitando l’atomizzatore tappando il drip tip con una salvietta per espellere eventuali condense o liquidi trafilati ogni uno/due riempimenti di tank) ma è efficiente solo per lo “svapo di guancia” a tirate brevi mentre su apparati per tiro di polmone tende a “tappare” la svapata rendendola insufficiente e fiacca e, nel caso si forzi con aspirazioni molto forti, si rischia di creare aspirazione d liquido e allagamento della coil.

Il drip tip: fino a un po’ di tempo fa considerato solo un inutile complemento estetico, con il perfezionamento degli hardware è diventato un componente importante in grado di condizionare in maniera rilevante la resa di un’apparato (atom) anche costoso. Come già detto, quando montai un drip maggiorato su un Nautilus ho ottenuto prestazioni pietose visto che, aspirando più aria di quella immettibile dalla valvola air flow sul fondello, si finiva col “tirare liquido” in un apparato che per progettazione non dovrebbe farlo. Fino a poco tempo fa, quando gli apparati da svapo erano molto più semplificati, il drip era un’accessorio in plastica o in metallo stampato del costo di qualche euro, oggi è diventato un pezzo pregiato e modder e produttori rinomati hanno messo in produzione drip tip “high end” e dalle rese elevate, studiati apposta per garantire la resa adeguata anche degli atomizzatori più “spinti” e particolari.
L'Ataman v2, l'atom con
(di serie), il drip tip più lungo
in circolazione

E. altro aspetto da non trascurare, la sempre maggiore diffusione di apparati dove solo sostituendo il tipo di testina riescono a supportare prestazioni da tiro di guancia con coil a resistenza più alta e tiro di polmone con resistenze sub Ohm, mi viene in mente i dispositivi compatibili col Nautilus di Aspire, in grado di equipaggiare coil da 0.3 a 1.8 ohm di resistenza: un drip tip troppo largo per tirare di guancia non crea problemi se non appesantire un po’ l’estetica dell’atomizzatore, montare un drip tip troppo stretto tentando di tirare di polmone crea invece problemi, strozzando e rendendo insufficiente (per le proprie aspettative) la svapata e comportando depositi e ricadute di condensa (c.d. “leaking”) fastidiose, che creano sporco e dannose per gli apparati di alimentazione.

Rendendo deludente l’uso di apparati che, forse solo equipaggiati con un particolare mal abbinato, dovrebbero invece tecnicamente funzionare molto meglio.

Altro aspetto da valutare, la lunghezza del trip tip: come insegnano i vecchi dripper di una volta, tanto più la coil è vicina al punto di aspirazione del vapore, tanto maggiore è la resa aromatica, tanto più la coil è lontana tanto più la svapata diventa meno “reattiva” visto che il vapore deve effettuare un percorso maggiore e deve esserne generato in quantità maggiore prima di poter essere aspirato.

L’esempio tipico sono le ePipe, le pipe elettroniche dove spesso vengono utilizzati drip tip molto lunghi, soprattutto per motivi estetici: per poter avere subito una bella svapata “saporita” e corposa tutte le volte che la utilizzo premo il pulsante di attivazione e col drip tip nelle labbra, soffio lievemente per espellere l’aria all’interno del drip tip e una volta che vedo uscire un po’ di vapore dai fori dell’airflow inizio ad aspirare per evitare, all’inizio della svapata, di inalare semplice aria senza aroma visto che il drip tip deve prima svuotarsi prima di transitare il vapore aromatizzato.

E, viceversa, su un Nautilus 3 ho notato che è con il drip tip corto che si ha la resa aromatica più nitida, utilizzando drip tip più lunghi (anche molto più lunghi) l’atom si “squilibra” perdendo in resa aromatica ed efficienza nella produzione del vapore.

Opinione personale data con l’uso e dal mio gusto: sono pochissimi gli atomizzatori “nati perfetti” o peggio, al giorno d’oggi, con difetti evidenti di funzionamento dati dalla progettazione, molti di più quelli in cui sostituendo il drip tip originale con uno più adatto al nostro tipo di svapata si ottengono prestazioni in vapore o in resa aromatica migliori o peggio, atom dove adottando drip tip più belli esteticamente ma poco adatti alla struttura dell’atom e alla nostra svapata si peggiorano le prestazioni dell’apparato.

Commenti