Mesh coil.
Mesh coil dappertutto.
Sulle coil Nautilus, sulle coil per le pod e per i dispositivi più
piccoli, mesh coil su ogni tipo di dispositivo.
“Ma come? Io mi ricordo i vecchi Genesis, come fanno ad infilarcela dentro ad
una testina o una pod”?
Cambia molto: negli atom a mesh di una volta la mesh (rete
in acciaio) veniva usata arrotolata come corpo assorbente (al posto del
cotone), che “ciucciava” liquido non per assorbimento ma per capillarità e che
una volta riscaldata da una coil vaporizzava, le mesh coil attuali sono tutta
un’altra cosa.
“E chi l’avrebbe detto?”

La mesh coil in una testina Eleaf
Chi ha inventato la mesh coil? Sei anni fa (più o meno),
Joyetech (Incredibile, qualcosa di buono lo fanno anche loro) decide di
utilizzare sul proprio (alquanto mediocre come atom) Cubis una notch coil
ovvero, con una normale rigenerazione con corpo assorbente in cotone, al posto
di una resistenza costituita da un filo avvolto decisero di utilizzare come
corpo riscaldante una gabbietta metallica.
A dire il vero (non sul Cubis, su altri atom) la notch coil andava parecchio
bene e aveva durate d’uso maggiori rispetto alle coil a resistenza standard ma
aveva un difetto: tendeva a generare valori di resistenza molto bassi (inadatti
per box o dispositivi a voltaggio fisso troppo semplici) e ad essere un po’
“lentine” ad andare in temperatura (funzionavano bene con un minimo di boost
impostato, se la box ne permetteva l’impostazione).
Però l’idea di partenza era ottima.
Successivamente Eleaf (che era un marchio collegato a
Joyetech) ebbe una intuizione: nelle coil serie HW per il Melo 4 (ma
perfettamente compatibili anche con il TFV8 Baby Prince di Smok) provò, assieme
alle HW-N (notch) anche l’utilizzo di una reticella metallica nelle coil (le
HW-M dove la M sta per mesh).

L'interno di una mesh coil
Tale reticella, rispetto alla gabbietta metallica della
Notch, poteva essere lavorata per generare coil di resistenza lievemente più
alta, non aveva latenze ed era molto reattiva, sia ad andare in temperatura che
a vaporizzare, tant’è che in un cui andavano di moda box da 200 e passa watt,
poter svapare a 0.2 ohm di polmone con un DNA60 e buone durate d’uso era
parecchio divertente.
Quasi ci siamo…
L’idea era buona, la reattività pure, bastava solo alzare il
livello di resistenza, per renderlo “utilizzabile” da tutti i dispositivi,
meccanici, a mosfet o a voltaggio stabilizzato o anche dispositivi elettronici.
Meglio se da 0.7/0.8 ohm, resistenza ottimale anche per essere alimentata da
comuni batterie a voltaggio fisso, quelle utilizzate sulle pod mod o sui
dispositivi più semplificati.
E a questo ci pensa Aspire con una serie di coil compatibile
col Nautilus e con altri suoi dispositivi a pod mod, coil da 0.7 ohm di
resistenza con corpo riscaldante a mesh.
Ottima, leggibile da qualsiasi dispositivo che non fosse un
DNA20 o un Provari, in grado di funzionare bene con un ottimo svapo caldo già a
14 watt (alla portata di ogni dispositivo, anche a mosfet o meccanico).
Unico difetto, rispetto alle coil standard BVC (che erano
disponibili anche con lo stesso valore di resistenza) tendevano ad
“arrotondare” l’aroma, ottime per creme o fruttati dolci ma con qualche limite
nello svapo dei tabacchi (soprattutto quelli scuri, più “connotati”), problema
che venne poi risolto dalle successive coil a mesh da 1 ohm, forse le mie
preferite in assoluto.
Reattive anche a voltaggi più bassi e assolutamente non “golose” di
alimentazione elettrica (più di 4/4.5 ampere non chiedono alla batteria),
ottima resa aromatica e una dura d’uso (con tabacchi distillati puliti) fino al
40% in più rispetto alle coil BVC con resistenza a filo, una soluzione perfetta
per tutti i tipi di utilizzo.

La mesh coil di una testina
per Aspire Cleito
E allora che senso avrebbe usare un corpo termico differente
rispetto alla tradizionale bobina in metallo? Intanto, essendo molto reattive
anche a voltaggi bassi non richiedono fonti di alimentazione particolarmente “potente”,
tant’è che ai 3.7 volt stabilizzati di un circuito a MosFet o di un qualsiasi
dispositivo a voltaggio fisso o anche calanti (tipici dei dispositivi meccanici
e/o non regolati) riescono ad avere prestazioni notevoli e, con consumi modesti
(amperaggi necessari = volt erogati dal dispositivo / valore della resistenza
installata) non
richiedono batterie di inaudita potenza, essendo adatte a poter essere utilizzate
anche su dispositivi minimi come le pod mod (a parte la resa aromatica
sicuramente inferiore rispetto ad un più “tecnico” tank la mesh coil da 1.0 ohm
sulla mia Vilter S garantisce una ottima resa) che addirittura sulle sigarette
elettroniche c.d. “usa e getta” che, per mantenere il prezzo basso, vengono
dotate di batterie di qualità scadente visto che vanno buttate una volta
esaurito il liquido (non refillabile) contenuto nel tank sigillato di cui sono
dotate.
E sui dispositivi a tank? Se uno è innamorato del suo
Nautilus e gli piace “girarlo” su vari dispositivi come un Imo di Ennequadro
meccanico, uno SteGo di APM Mods a Mosfet e vari dispositivi elettronici e
magari cambiando frequentemente liquidi dal fruttato al cremoso al gusto
tabacco una mesh coil da 1.0 ohm è una coil perfetta per l’uso su qualsiasi
dispositivo, mentre, probabilmente, per chi ama lo svapo più caldo (le mesh
coil sono molto reattive a voltaggi anche medio bassi mentre tendono a scaldare
molto se alzate di voltaggio), ancora le vecchie coil a bobina danno le
migliori soddisfazioni, un tabacco ad estrazione organica (distillato o clean,
per non metterle fuori uso precocemente) su delle coil BVC in vertical coil da
1.8 ohm di resistenza in grado di reggere fino a 14 watt (o 5 volt, che è una
soglia alta) sono in grado di dare ancora ottime soddisfazioni.
Ovviamente, coil quest’ultime da usare solo su dispositivi a
voltaggio regolato visto che, sotto i 10 watt (o 4.3 volt, valore superiore a
quello normalmente erogato da un dispositivo a voltaggio non regolato) non
hanno resa e vaporizzazione sufficiente, tendendo a rendere l’aroma
“pasticciato” e a schizzare liquido non riuscendo a riscaldare adeguatamente il
cotone per farlo vaporizzare adeguatamente tanto quanto la mesh coil da 1.0 ohm
riesce benissimo più o meno ovunque.
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