Indovina indovinello: cos’hanno in comune un vaper contento ed un bambino con i pidocchi in testa?
Perché dover impazzire a fare esperimenti, ricerca e
innovazioni quando c’è già qualcosa di pronto ed economico che ottiene lo stesso
risultato?
Non sarà pulitissimo, di principio potrebbe essere un po’
tossico (ma solo un poco), e come diceva mia nonna “quel che non ammazza,
ingrassa” e quindi usarne un po’ non manderà nessuno al cimitero….
| La molecola dell'alcool benzilico |
Una delle aromatizzazioni più difficile da “replicare” chimicamente sono i retrogusti di agrumi, sia usati in mix con altri aromi, sia se “nativi” usati in gusti puri.
Un additivo che invece rende molto bene questo tipo di aromatizzazione è l’alcool benzilico, in grado di rendere bene flavour agrumati che anche retrogusti di mandorla, facile ed economico.
E un noto
produttore greco lo iniziò ad utilizzare prima su un aroma gusto amaretto,
estendendone poi l’impiego ad un
range discretamente ampio di gusti differenti che ancora sono presenti sul
suo sito (dichiarandolo, almeno).
La legislazione CEE prevede che nei prodotti che lo
contengono debba essere citata nell’etichettatura la sua presenza, e visto che
a citare “alcool benzilico” poteva scoraggiare l’acquirente, si propese per
indicare “FEMA 2137”, molto meno minacciosa.

Screenshot dal sito del produttore
Indicazione per altro non troppo legittima, visto che oltre
che poco comprensibile è anche poco “europeo”: FEMA è la sigla di Federal Emergency
Management Agency, Agenzia federale di gestione delle emergenze, agenzia
statunitense demandata a monitorizzare, prevenire e risolvere rischi sia
chimici (limitando i danni ambientali, nel caso di disastri ecologici) che
epidemici (in caso di malattie), istituto che ha istituito un proprio
prontuario delle sostanze chimiche a rischio potenziale di tossicità, e al
numero 2137 è proprio rubricato il “nostro” alcool benzilico.
Ma l’alcool benzilico fa così male? Bello non è, visto che
(confermato da un mio amico perito chimico di laboratorio) viene normalmente
utlilizzato come solvente per gli esami di campioni al microscopio e (questa
volta un amico farmacista) mi ha confermato che a concentrazioni superiori al
5% viene utilizzato come eccipiente
nei trattamenti antipediculosi che, in parole povere, sono gli shampoo
medicalizzati usati per la lotta contro le infezioni da pidocchi.
Tanta roba, roba buona….
Anche se sono già abbastanza preoccupato, vado a cercarmi la scheda
di sicurezza redatta in conformità delle specifiche del Ministero della Sanità
reperendola dal sito web di un produttore scrupoloso nella compilazione e
formulazione della modulistica obbligatoria.
Tombola! Tutto il peggio, tossico per contatto, inalazione e
anche in caso di ingestione e per cui è previsto anche uno specifico
trattamento antincendio (e noi lo mettiamo a contatto con corpi termici a
temperatura elevata….), cosa che di peggio non si può fare.
Troppo brutto per essere vero, cerco un'altra
scheda tecnica di un altro produttore (e pure tedesco, più scrupolosi e precisi
di loro non c’è nessuno), e quanto indicato è ugualmente desolante.
Relativamente sì, avendo un contenuto di sostanze tossiche infinitamente più
basso.
Se utilizzata consapevolmente nei range tecnici previsti dal suo produttore per
il suo funzionamento specifico ottimale e sempre a condizione che non ci si
“metta del nostro”.
Quando andiamo a fare spesa noi guardiamo sempre tutto,
anche le etichette delle mozzarelle al supermercato.
Cosa buona e giusta, che sarebbe bene fare anche prima di inalare qualcosa
“infilandocelo” nei bronchi.
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