Essere modder è una parola estremamente impegnativa.
Mi
capita di venire contattato da gente che dice “Ciao, sono un modder”. Poi vai a
cercare qualche loro creatura e ti ritrovi con due piattine di metallo piegate
e una stampa 3D fatta con la peggior stampante che si trovava in vendita su
Amazon. O su Gearbest.
Ci
sono modder pigri, che cercano di fare meno lavoro possibile, tanto basta che
qualcuno parli bene del proprio prodotto che tanto si vende lo stesso, come
Billet Vapor, fare una Billet Box DNA60 senza la porta USB per poterlo settare
e aggiornare tramite eScribe (e pure con i preset originali Evolv,
approssimativi e inutilizzabili) facendo pagare tutto non meno di 350 euro è
voler male a chi vuole comprarti il prodotto.
Ci
sono modder che pensano a poco, come quelli che cablano porte USB a vista su
scocche in legno stabilizzato, con risultati estetici estremamente “poveri” e
bruttini, l'unica porta USB cablata su scocca che abbia un minimo di decenza
estetica è quello della Mellody SX350J-v2, almeno cerchiata di una cornice in
acciaio satinato ad “ammorbidirne” un po' l'estetica e che cerca di dare un
aspetto grazioso ad un foro nella scocca o una Rialu di Lee Ash, dove la presa
USB è nascosta sotto un tappo metallico filettato, invisibile.
Ci sono i modder che “sanno lavorare”, come Michele Cuni di Vertigo Mods, la cui Krias DNA60 ha la porta USB coperta dallo sportellino del vano batterie, di fuori una scultura con un pulsante di attivazione, un display esteticamente ben raccordato e una bella vaschetta 510, dentro una DNA60 programmabile e settabile (e anzi, una delle migliori costruzioni su quel circuito che abbia mai visto), bella come un'opera d'arte ma performante come una circuitata Evolv settata (se l'utilizzatore ha pazienza) alla perfezione.
E
ci sono modder “nerd”, modder originali e perfezionisti in grado di trovare
soluzioni impensabili. Ma Geniali.

Curatissimo il packaging
Mi
ero già emozionato con un piccolo capolavoro come la Titan DNA40 di G-Reverso,
costruita e cablata una favola, pulsante e vaschetta “custom made” che sono
piccoli capolavori e con un vano batteria con tanto di targhetta in ottone con
indicazione delle polarità di inserimento della batteria, nome modello, batch
di produzione e numero seriale del modello, quando bellezza e scrupolo vanno a
braccetto.
“Ma
cosa te ne fai di una box da 40 watt?”. A dire il vero, tante cose, in single
coil a 0,5/0,6 ohm bastano 25 watt per fare tanto aroma e vapore e sentirsi
persone felici e con la gestione ottima dei consumi di batteria del DNA40
“schermo grande” si gode tanto e bene, con l'erogazione “corposa” dei circuiti
Evolv, o almeno di quelli che avevano il display in bianco e nero.
“Sì,
ma non sei te quello appassionato di mesh coil o con qualche build più vivace?
Cosa ci fai con 40 watt....”.
Questo è vero, se volessi svapare in sub ohm a coil con resistenza più bassa
una bella box 75 watt mi farebbero comodo, molto comodo.
Magari un DNA75.

La Titan DNA75 di G-Reverso
Adoro
i modder che la pensano come me, e gira che rigira scopro che G-Reverso aveva
fatto una versione della (ottima) Titan dotata di circuito DNA75, prospettiva
estremamente succulenta.
Ho
già la DNA40 in legno stabilizzato a sfumature verdi, riesco a trovarne una
versione DNA75 in legno stabilizzato a sfumature azzurre, veramente bella.
“Ce
l'hai già una Titan, è un doppione...”. Forse, ma certe opere d'arte sono
bellissime e non sono mai doppioni.
La
Titan DNA75 di G-Reverso
Arriva
la box. Evviva!
Dentro
una scatola in cartone una sontuosa scatola in legno foderata in ecopelle
imbottita e col marchio G-Reverso sul top, classica scatola custom made e non
le solite cose che si trovano sui siti cinesi.
Apro,
estraggo la box, ed è bellissima. Ma giro e rigiro, non vedo porte USB.
Vabbè,
non la riprogrammerò e la userò in watt, se non potrò farci delle cose
spericolate me la godrò per quanto è bella, in fin dei conti con le Billet box
si gode con una scocca in alluminio, nememno lavorata in maniera troppo ardita
e artistica.
Però
qualcosa mi tarla i pensieri.... Una box così curata, un packaging così
sontuoso (forniscono anche la scatoletta con la cera per poter curare e
mantenere sempre perfetta la scocca in legno stabilizzato) non mi lascia
programmare il DNA75?

Il cavetto con attacco USB in
dotazione
Nel
packaging è contenuto un sacchetto di canapa che forse posso usare come
custodia della box, per proteggerla da graffi.
Ma il sacchetto e pieno.
Lo
apro, e trovo dentro un cavetto USB in una bustina chiusa.
E
ci capisco ancora di meno, cosa ci si fa un cavo USB in una box che non ha
prese USB....
A
dire il vero, è un cavetto “strano”, da una parte ha una presa USB (quella da
connettere al computer) mentre dall'altra anziché avere il classico attacco
micro USB ha un attacco Faston con quattro “baionette”. Che strano, dove si
infilerà?
Riguardo,
perquisisco tutta la box, guardo in ogni angolo e a dire il vero trovo
qualcosa, quella che sembrava una macchia di una saldatura dentro il vano
batteria invece ha un particolare in plastica.
E guardo (scomodo, ci sbircio con la torcia della fotocamera del cellulare) e
scopro che c'è un attacco in plastica con quattro fori, proprio come baionette
del mio cavetto.
Il DNA75 è attivabile e programmabile senza dover inserire la batteria (a
differenza dei DNA60 e del DNA75 Color), le baionette del mio attacco faston
sono piegate a 90° (che le renderebbero perfette per poterle inserire in quello
che sembra un attacco all'interno della box), occorre provare.
Piano
piano, senza sforzare, senza rischiare di far danni, sembra che il cavetto
connetta perfettamente la box.
Prendo il mio fedelissimo netbook con eScribe installato e provo a connettere
il tutto.

Il vano batteria con evidenziato l'attacco
"strano" per il cavetto USB
Al
primo giro il PC mi segnala “dispositivo USB non riconosciuto”, cambio porta
USB e invece ora segnala tutto perfettamente, “Dispositivo USB composito”,
“EVOLV DNA75”, mi chiede l'installazione
del driver, mi segnala l'installazione della “Evolv DNA Serial port” e la box
viene perfettamente connessa.
E
dire “perfettamente” non è banale, una volta che viene letta la box connessa
eScribe legge automaticamente le impostazioni della box collegata, facendo
download e rendendole modificabili ma quando le porte micro USB vengono cablate
“ad cazzum” (e capita di frequente, con certi modder) a metà del download il
programma segnala “EEPROM read fail” mentre con la mia Titan DNA75 tutto fila
liscio come l'olio.
Il
firmware è aggiornato all'ultima versione (bravo il modder!), i due loghi di
accensione sono personalizzati “G-Reverso” e “TITAN” (anche questa volta, bravo
il modder).
I
preset sono quelli standard di Evolv, ma quando si è attaccato eScribe la paura
passa e si può fare di tutto.
Scarico
i due loghi personalizzati della box per non sovrascriverli e perderli, trovo
un tema con tutti i caratteri delle scritte personalizzate in grassetto, belle
e più leggibili dei menu standard (perchè una box bella fuori può essere anche
bella “dentro”) reimpostando i due loghi personalizzati, imposto preset seri
(quelli di JdsLabs) e metalli esatti (presi da eScribe) per il TC, imposto il
blocco tasti a soli 3 click (come piace a me) e mi ritrovo per le mani una
fuoriserie, il top della bellezza e delle performances.
Dettaglio dell'attacco "a pettine del cavo USB
E
giù a spaccare ossa, una box così bella mi “addomestica” delle dual clapton
coil in acciaio sul Manta di Advken a 60 watt, fa faville a 50 watt con
l'Hakutaku di Yihi in mesh coil, una box che ad usarla sembra più una brutale
“muscle box” che una deliziosa opera d'arte ebanistica.
E
mi convince sempre più: modder è una parola vaga, molti si millantano modder
facendo “aborti” tecnici e roba costruita in maniera pressapochistica (e di
pochi contenuti tecnici) e ci sono quelli che invece costruiscono miracoli,
prodotti originali, di qualità eccelsa e progettati alla perfezione.
In
maniera quasi spocchiosa, “nascondendo” porte USB dove non rovinano l'estetica
esterna e, sulla Titan DNA75, nemmeno quella dell'interno e del vano batteria.
Perchè
a progettare in maniera intelligente e sapendo lavorare bene, si fanno i
miracoli.
Quelli
veri.

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