La vera intelligenza - La Titan DNA75 di G-Reverso

 Essere modder è una parola estremamente impegnativa.

Mi capita di venire contattato da gente che dice “Ciao, sono un modder”. Poi vai a cercare qualche loro creatura e ti ritrovi con due piattine di metallo piegate e una stampa 3D fatta con la peggior stampante che si trovava in vendita su Amazon. O su Gearbest.

Ci sono modder pigri, che cercano di fare meno lavoro possibile, tanto basta che qualcuno parli bene del proprio prodotto che tanto si vende lo stesso, come Billet Vapor, fare una Billet Box DNA60 senza la porta USB per poterlo settare e aggiornare tramite eScribe (e pure con i preset originali Evolv, approssimativi e inutilizzabili) facendo pagare tutto non meno di 350 euro è voler male a chi vuole comprarti il prodotto.

Ci sono modder che pensano a poco, come quelli che cablano porte USB a vista su scocche in legno stabilizzato, con risultati estetici estremamente “poveri” e bruttini, l'unica porta USB cablata su scocca che abbia un minimo di decenza estetica è quello della Mellody SX350J-v2, almeno cerchiata di una cornice in acciaio satinato ad “ammorbidirne” un po' l'estetica e che cerca di dare un aspetto grazioso ad un foro nella scocca o una Rialu di Lee Ash, dove la presa USB è nascosta sotto un tappo metallico filettato, invisibile.


Ci sono i modder che “sanno lavorare”, come Michele Cuni di Vertigo Mods, la cui Krias DNA60 ha la porta USB coperta dallo sportellino del vano batterie, di fuori una scultura con un pulsante di attivazione, un display esteticamente ben raccordato e una bella vaschetta 510, dentro una DNA60 programmabile e settabile (e anzi, una delle migliori costruzioni su quel circuito che abbia mai visto), bella come un'opera d'arte ma performante come una circuitata Evolv settata (se l'utilizzatore ha pazienza) alla perfezione.

E ci sono modder “nerd”, modder originali e perfezionisti in grado di trovare soluzioni impensabili. Ma Geniali.

Curatissimo il packaging

Mi ero già emozionato con un piccolo capolavoro come la Titan DNA40 di G-Reverso, costruita e cablata una favola, pulsante e vaschetta “custom made” che sono piccoli capolavori e con un vano batteria con tanto di targhetta in ottone con indicazione delle polarità di inserimento della batteria, nome modello, batch di produzione e numero seriale del modello, quando bellezza e scrupolo vanno a braccetto.

“Ma cosa te ne fai di una box da 40 watt?”. A dire il vero, tante cose, in single coil a 0,5/0,6 ohm bastano 25 watt per fare tanto aroma e vapore e sentirsi persone felici e con la gestione ottima dei consumi di batteria del DNA40 “schermo grande” si gode tanto e bene, con l'erogazione “corposa” dei circuiti Evolv, o almeno di quelli che avevano il display in bianco e nero.

“Sì, ma non sei te quello appassionato di mesh coil o con qualche build più vivace? Cosa ci fai con 40 watt....”.
Questo è vero, se volessi svapare in sub ohm a coil con resistenza più bassa una bella box 75 watt mi farebbero comodo, molto comodo.
Magari un DNA75.

La Titan DNA75 di G-Reverso

Adoro i modder che la pensano come me, e gira che rigira scopro che G-Reverso aveva fatto una versione della (ottima) Titan dotata di circuito DNA75, prospettiva estremamente succulenta.

Ho già la DNA40 in legno stabilizzato a sfumature verdi, riesco a trovarne una versione DNA75 in legno stabilizzato a sfumature azzurre, veramente bella.

“Ce l'hai già una Titan, è un doppione...”. Forse, ma certe opere d'arte sono bellissime e non sono mai doppioni.

La Titan DNA75 di G-Reverso

Arriva la box. Evviva!

Dentro una scatola in cartone una sontuosa scatola in legno foderata in ecopelle imbottita e col marchio G-Reverso sul top, classica scatola custom made e non le solite cose che si trovano sui siti cinesi.

Apro, estraggo la box, ed è bellissima. Ma giro e rigiro, non vedo porte USB.

Vabbè, non la riprogrammerò e la userò in watt, se non potrò farci delle cose spericolate me la godrò per quanto è bella, in fin dei conti con le Billet box si gode con una scocca in alluminio, nememno lavorata in maniera troppo ardita e artistica.

Però qualcosa mi tarla i pensieri.... Una box così curata, un packaging così sontuoso (forniscono anche la scatoletta con la cera per poter curare e mantenere sempre perfetta la scocca in legno stabilizzato) non mi lascia programmare il DNA75?

Il cavetto con attacco USB in
dotazione

Nel packaging è contenuto un sacchetto di canapa che forse posso usare come custodia della box, per proteggerla da graffi.
Ma il sacchetto e pieno.

Lo apro, e trovo dentro un cavetto USB in una bustina chiusa.

E ci capisco ancora di meno, cosa ci si fa un cavo USB in una box che non ha prese USB....

A dire il vero, è un cavetto “strano”, da una parte ha una presa USB (quella da connettere al computer) mentre dall'altra anziché avere il classico attacco micro USB ha un attacco Faston con quattro “baionette”. Che strano, dove si infilerà?

Riguardo, perquisisco tutta la box, guardo in ogni angolo e a dire il vero trovo qualcosa, quella che sembrava una macchia di una saldatura dentro il vano batteria invece ha un particolare in plastica.
E guardo (scomodo, ci sbircio con la torcia della fotocamera del cellulare) e scopro che c'è un attacco in plastica con quattro fori, proprio come baionette del mio cavetto.
Il DNA75 è attivabile e programmabile senza dover inserire la batteria (a differenza dei DNA60 e del DNA75 Color), le baionette del mio attacco faston sono piegate a 90° (che le renderebbero perfette per poterle inserire in quello che sembra un attacco all'interno della box), occorre provare.

Piano piano, senza sforzare, senza rischiare di far danni, sembra che il cavetto connetta perfettamente la box.
Prendo il mio fedelissimo netbook con eScribe installato e provo a connettere il tutto.

Il vano batteria con evidenziato l'attacco
"strano" per il cavetto USB

Al primo giro il PC mi segnala “dispositivo USB non riconosciuto”, cambio porta USB e invece ora segnala tutto perfettamente, “Dispositivo USB composito”, “EVOLV DNA75”,  mi chiede l'installazione del driver, mi segnala l'installazione della “Evolv DNA Serial port” e la box viene perfettamente connessa.

E dire “perfettamente” non è banale, una volta che viene letta la box connessa eScribe legge automaticamente le impostazioni della box collegata, facendo download e rendendole modificabili ma quando le porte micro USB vengono cablate “ad cazzum” (e capita di frequente, con certi modder) a metà del download il programma segnala “EEPROM read fail” mentre con la mia Titan DNA75 tutto fila liscio come l'olio.

Il firmware è aggiornato all'ultima versione (bravo il modder!), i due loghi di accensione sono personalizzati “G-Reverso” e “TITAN” (anche questa volta, bravo il modder).

I preset sono quelli standard di Evolv, ma quando si è attaccato eScribe la paura passa e si può fare di tutto.

Dettaglio dell'attacco "a pettine del cavo USB
Scarico i due loghi personalizzati della box per non sovrascriverli e perderli, trovo un tema con tutti i caratteri delle scritte personalizzate in grassetto, belle e più leggibili dei menu standard (perchè una box bella fuori può essere anche bella “dentro”) reimpostando i due loghi personalizzati, imposto preset seri (quelli di JdsLabs) e metalli esatti (presi da eScribe) per il TC, imposto il blocco tasti a soli 3 click (come piace a me) e mi ritrovo per le mani una fuoriserie, il top della bellezza e delle performances.

E giù a spaccare ossa, una box così bella mi “addomestica” delle dual clapton coil in acciaio sul Manta di Advken a 60 watt, fa faville a 50 watt con l'Hakutaku di Yihi in mesh coil, una box che ad usarla sembra più una brutale “muscle box” che una deliziosa opera d'arte ebanistica.

E mi convince sempre più: modder è una parola vaga, molti si millantano modder facendo “aborti” tecnici e roba costruita in maniera pressapochistica (e di pochi contenuti tecnici) e ci sono quelli che invece costruiscono miracoli, prodotti originali, di qualità eccelsa e progettati alla perfezione.

In maniera quasi spocchiosa, “nascondendo” porte USB dove non rovinano l'estetica esterna e, sulla Titan DNA75, nemmeno quella dell'interno e del vano batteria.

Perchè a progettare in maniera intelligente e sapendo lavorare bene, si fanno i miracoli.

Quelli veri.

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