Anatomia di una fake news

 Fake news sulla sigaretta elettronica, fake news in continuazione.

Gente che si ammazza, gente che muore, anche se dopo 8 anni sono ancora vivo dopo aver fatto tanti esperimenti (il 25% di questo blog è frutto di uso improprio di apparati, tanto per testarne i limiti d'uso e le prestazioni) e ormai ho imparato a fregarmente altamente.
Un sacco di siti pattume in cerca di click bait (visualizzazioni che vengono ripagate da introiti pubblicitari) e in generale poco interesse, dopo tutto questo tempo ho scoperto che svapare e bello, facendomi gli affaracci miei è anche meglio.

Però un sacco di miei amici mi hanno chiesto opinioni, ridendo.
Un articolo di un giornale piuttosto conosciuto, un articolo de Il Fatto Quotidiano, bisogna leggerlo.


Un ragazzo 24enne in Texas muore nell'esplosione (?!?) della sua sigaretta elettronica (manco fosse una mina antiuomo Claymore).
Bisogna leggerlo. Possibilmente senza ridere troppo.

Già, per un articolo dal titolo così drammatico mi sarei aspettato foto più "hard core", in apertura mi trovo la foto di un ragazzo, senza didascalia: è la vittima? Il sosia di Mauro Repetto quando cantava e ballava nei primi 883 ai tempi di "Hanno ucciso l'uomo ragno"?

Boh. Dura capirlo. Ma sopratutto prenderla sul serio.

La fortuna di aver lavorato in un ospedale è che molto comodo beccare medici a cui scroccare consulti, basta arrivare prima a lavorare la mattina e fare "la posta" al bar alle 7.45, quando i medici che stanno per prendere servizio si fanno il caffè, soprattutto quando hanno appena incassato lo stipendio e hanno bisogno di farsi spiegare la busta paga.
E poi, se vogliono andare in missione o avere tutti i mesi i ticket mensa, pagano pegno e rispondono alle domande del molesto Cucchi.

L'articolo.

Leggo. Cerco di capire. E se non capisco, chiedo (comodo avere internet sul cellulare, per costringere la gente a leggere anche nei luoghi più impervi ed impensati).

Leggo, ha acquistato una sigaretta elettronica e l'ha iniziata ad usare.
Nuova? Tutte le batterie (sia rimovibili, sia fisse nei dispositivi che le utilizzano) vengono messe in vendita con la famosa "ricarica di fabbrica", non più del 60%, tanto per rendere attivi gli accumulatori che compongono la batteria, una ricarica che al primo utilizzo viene subito esaurita, motivo per cui i bravi negozianti consigliano di effettuare una prima ricarica lunga, la famosa "ricarica di attivazione" che "sveglia" le celle della batteria e dopo quattro o cinque cicli di ricarica garantisce le migliori prestazioni di ricarica e di erogazione, motivo per cui, se fosse stato un dispositivo nuovo, avrebbe avuto prestazioni assolutamente modeste e per tempi brevi visto che non era stato ancora ricaricato.
Se fosse stato un dispositivo usato, solitamente in negozio vengono tenuti in una vetrina e non attaccati al caricatore, motivo per cui anche in questo caso era in uso un dispositivo che, per voltaggio in erogazione e amperaggio non era sicuramente in condizione di generare prestazioni "mostruose" in grado di far deflagrare un dispositivo come se fosse una bomba a mano.

Al paragrafo successivo viene menzionata una "pennetta vaporizzatore" e quindi o un kit eGo batteria + atomizzatore oppure una pod mod: tali dispositivi (a parte le batterie iJustS che hanno batterie 18650 saldate all'interno) hanno batterie di dimensioni ridotte, le batterie eGo montano delle batterie 14350, 14500, 16500 o 16350, con poca capacità di carica e bassi livelli di amperaggio in erogazione, quando ero "giovane" e agli albori dei miei studi ne ho devastate parecchie per studiarmele, fatte surriscaldare, magari cortocircuitate ma non sono mai riuscito a farle esplodere.

Premessa: una batteria agli ioni di litio (le classiche batterie sostituibili, le più economiche e diffuse sul mercato) solo in condizioni di grave cortocircuito prima si gonfia, si surriscalda poi per eccesso di pressione sfiata acido e poi rischia di esplodere (rischia) con segnali (surriscaldamento del dispositivo) e tempi (almeno mezzo minuto) in grado di "avvisare" l'utilizzatore di situazioni anomale e pericolose, se invece va in cortocircuito (su un dispositivo meccanico) è più facile che il sovraccarico elettrico faccia crepare (forse esplodere) l'isolatore del pulsante di attivazione, ferendosi al dito che lo sta premendo ma senza deflagrazioni in direzione del volto dello svapatore.

Potrebbero esplodere le batterie ai Polimeri di litio, le famose LiPo ma anche queste batterie esplodono solo se in stato di grave degrado degli accumulatori e se cortocircuitate e nella quasi totalità dei casi vengono utilizzate (per loro caratteristiche) su dispositivi dotati di elettronica di controllo e protezione da surriscaldamento termico (indicazione di batteria deteriorata e pericolosa) e blocco da sovrascarica (ovvero non scaricano amperaggi troppo alti, sintomo di prelievo elettrico anomalo per dispositivo in cortocircuito) e quindi anche in questo caso il rischio di una deflagrazione stile mina antiuomo è poco plausibile.

Esce dall'abitacolo della macchina, cammina barcollando per strada e si accascia sul cofano: ho parlato con alcuni medici tra cui un ortopedico, un chirurgo ortopedico e un medico del 118 e una esplosione che "spari" schegge in grado di raggiungere e lesionare l'arteria carotidea che, dalla bocca, è coperta dalla mandibola che è un osso spesso e difficile da perforare) avrebbe dovuto generare una esplosione in grado di creare un politrauma facciale con fratture della teca cranica con perdite di conoscenza immediata (coma) mentre se, come alla carotide, sono state sparate schegge metalliche dirette al volto probabilmente avrebbero potuto produrre lesioni ai tessuti cerebrali, se va bene con coma immediato e nei casi peggiori morte per arresto cardio respiratorio, sarebbe stato alquanto impossibile che lo stesso abbia potuto uscire dalla macchina e camminare, anche se per breve distanza.

Muore dopo qualche giorno del ricovero: ok, ci può stare, è la descrizione che lascia perplesso: recisione dell'arteria carotidea.
Ho fatto l'autista soccorritore volontario in ambulanza per una ventina d'anni e di lesioni alle arterie ne ho ricoverati tanti, sono lesioni che vengono immediatamente stabilizzate chirurgicamente, e se non ci sono organi gravemente lesionati (tipo uno schiacciamento dopo essere stati investiti da un autoveicolo) sono operazioni abbastanza semplici, di routine, a rischio zero, una recisione di arteria (se ciò fosse) non è il tipo di lesione che non viene trattata immediatamente, nemmeno dal peggior medico di pronto soccorso.

Per altro, una esplosione nella zona del volto e della bocca in grado di generare schegge con una forza cinetica tale da attraversare tessuti densi e ossa (la mandibola) i danni peggiori che avrebbero potuto creare potevano essere un politrauma facciale (cosa che non sembra sia stata, non ce n'è menzione) più che una recisione di una arteria nemmeno troppo vicina al punto di esplosione.

Ma ciò non è, il motivo della morte non è il politrauma ma un “inctus” causato dalla recisione dell'arteria.
L'”inctus” è una parola inesistente, l'unica patologia medica che assomigli è l'ictus.
Ne ho parlato con un paio di medici (e mi è ancora fresco il ricordo del mio cardiologo e delle sue visite, il 24 luglio 2018 quando ebbi un infarto) e l'ictus non è una patologia causata da traumi da esplosioni ma è una patologia di natura cardiocircolatoria causata da ipertensione occlusione delle vene (trombosi) e valori ematici (esami del sangue sballati, con valori di colesterolo esageratamente elevati) tipici persone in grave sovrappeso o anziani e non collegabili ad un 24enne in normali condizioni fisiche.

 

Che dire? Assolutamente una fake news e nemmeno costruita bene, non serve esser medici o vapers navigati per capire quanto sia improbabile e falsa.
Basta solo un po' di logica e di normale cultura generale.
O non essere uno scimpanzè o uno stipendiato da produttori di sigarette (a tabacco)

Commenti