Svapo low cost e buoni circuiti

 Non sempre chi più spende meglio prende.

Forse una volta, quando esistevano ancora i modder “seri” che producevano arte bella e costosa, molto di meno oggi dove il legno o materiali pregiati (anche solo l’alluminio lavorato bene) stanno andando fuori moda e le elettroniche sono meno curate (circuiti cablati spesso con cavi sottili per ridurre gli spazi di lavorazione interna delle mod ma inadeguati a transitare certi amperaggi e circuiti DNA non aggiornati dal modder e nemmeno dotati di porta USB per poterli configurare correttamente).

Una volta spendendo certe cifre era quasi certo il comprare prodotti di qualità, oggi dove il delrin e le stampe 3D imperano e i circuiti vengono montati spesso senza cura e competenze adeguate spesso non conta, basta spendere soldi e fare vedere la mod di moda per far vedere di essere grandi vaper.

In pratica, soldi buttati via.

Ma è possibile svapare bene spendendo poco? Certo, per svapare in modalità controllo temperatura bisogna avere circuiti settati bene e di qualità, motivo per cui un Dicodes, uno Starplat, uno Yihi o un Omega Vaper (i DNA solo se vengono aggiornati e settati come si deve visto che i preset di Evolv permettono si e no di sfruttare il 40% del circuito) sono im battibili  e volerci provare con circuiti inadeguati è come voler fare videogiochi a risoluzioni  ultra con una scheda grafica da 40 euro ma esistono, per chi non ha pretese o cerca buoni dispositivi per lo svapo quotidiano, box con circuiti non di gran nome ma che il loro lavoro onesto lo fanno molto bene.

Aspire

Il circuito Aspire che equipaggia 
la Paradox 75 watt

Aspire è, per volume di vendita, il più grande produttore di prodotti da svapo al mondo anche se fino a un po’ di tempo fa preferivo i loro atomizzatori (ottimi davvero) alle loro elettroniche (del tutto mediocri).

Per promuovere il marchio, oltre alla Essent marchiata ZQ  e circuitata DNA75 Color (che viene prodotta da Shenzen Eigate, lo stesso stabilimento che produce il marchio Aspire) ha prodotto una serie di box, la Prestige, disegnate da modder (Sunbox per la Mixx e NoName per la Paradox) e derivate da loro produzione di serie (la Paradox è una modifica della Saudade di NoName, box che costa almeno otto volte tanto).

Apparentemente simili ai circuiti Evolv come grafica e come potenze (il DNA60 per la Mixx e il DNA75 per la Paradox) hanno due nette differenziazioni: per non rischiare denunce per copia del circuito, sulle due box non viene abilitata la modalità TC ma vengono aggiunte, rispetto alle funzionalità dei circuiti Evolv, la modalità Bypass e la varivolt (ottime per evitare le letture della coil, cosa che i vecchi svapatori di una volta che usavano i big battery “tuboni” amano e che può essere utile per gli svapatori a mesh).
Altra particolarità, anche se le dimensioni del display e il posizionamento della pulsanteria potrebbero fare pensare ad un circuito Evolv e per qualche “smanettone” come il sottoscritto il pensare di “nobilitare” la box montando un circuito migliore, i fermi di fissaggio e le dimensioni sono appositamente studiate per rendere NON intercambiabili i circuiti senza modifiche (costose e impegnative) alle scocche, motivo per cui se si vuole una bella box può bastare una Paradox 75, se invece si vuole una box pregiata e un gran circuito si compra una Saudade di NoName pagandola molto molto di più.
Come funzionano? Bene, erogazione precisa, morbida ma che non da l’impressione di essere fiacca, la funzione bypass può essere molto utile e sono circuiti robusti (la Mia Mixx in un anno e mezzo è caduta per terra e si è allagata di liquido un numero vergognoso di volte eppure ancora va) anche se, rispetto ad altri circuiti, tendono ad avere consumi di batteria un po’ più elevati.
Circuiti tutto sommato ben funzionanti per il prezzo della box, voto 7 e ½

SXK Sevo

il Sevo70 di SXK che equpaggia una loro
SupBox

Dopo aver passato anni a montare circuiti DNA30 cloni, quando SXK ha iniziato a produrre qualche prodotto originale ha introdotto una serie di circuiti propri denominati SEVO.
Sevo70: è finito per lo più ad equipaggiare cloni di box famose (le Billet Box, le Insider di Infinity Mod e altre), circuito che ho usato e che non mi ha entusiasmato, dotato di modalità bypass e TC (sconsigliata) e dall’erogazione modesta e abbastanza fiacca e con letture di coil (con la vaschetta 510 ricablata e saldata a regola d’arte) sballate, voto in pagella 5 e ½ (non di più), unico pregio la totale intecambiabilità con il DNA60 originale Evolv (basta solo scambiare i due circuiti, anche i display sono intercambiabili) che lo rendono un circuito spesso “di transito” in attesa dell’amico elettrotecnico.
Sevo 60: migliore, non è dotato di modalità TC (per fortuna), ha una modalità varivolt a mio gusto fiacchissima e una modalità bypass ma in watt il suo lavoro onesto lo fa bene, è finito montato sulla Ultroner Victory in resina (box molto più bella di quello che il suo prezzo faccia immaginare) e tutto sommato la sufficienza la porta a casa, voto in pagella 6
Sevo 30: equipaggia la Bantam Box (una derivazione della Billet Box “dimezzata” e alimentata a batteria 18350), una box che funziona veramente bene.
30 watt di potenza massima, minimo di lettura coil da 0.4 ohm anche è preciso e affidabile solo dagli  0.5 ohm in su, non è dotato della modalità TC ma di ben tre modalità di erogazione (soft, Normal e Hard) adatte a tutte le modalità di svapo, da quello più tranquillo a quello più “grintoso”.
Testato con coil di varia resistenza, con coil sopra ohm e potenze fino a 20 watt il circuito funziona molto bene, preciso e con consumi ragionevoli, se si scende molto bassi di resistenza e si impostano potenze molto vicine al limite dei 30 watt il circuito consuma molto e “soffre” l’alimentazione con una batteria limitata come la 18350 ma usato con intelligenza è un circuito molto piccolo e compatto (adatto ad essere installato in una box di dimensioni molto piccole), affidabile e funziona in maniera incredibilmente buona, guadagnandosi in pagella un onesto 7 e ½

Wismec/Joyetech/Eleaf

Il classico circuito di una iStick Pico

Una volta il marchio Joyetech e collegati frastornavano i clienti con novità continue, ormai questo circuito viene montato solo sulla Petite Box di Vaponaute e le Pico Pro marchiate Eleaf (o Pipeline, è la stessa cosa), differenziate solo per il display (maggiorato e più completo sulla Vaponaute) e per potenza (75 watt sulla Pico Pro, 80 watt sulla Vaponaute) ma tecnicamente identici.
Circuito che, evitando manomissioni con Arctic Fox o aggiornamenti troppo frequenti e personalizzazione dei loghi o dei font visualizzati (hanno chip EEpRom non robustissimi che vanno fuori uso facilmente in caso di cancellazioni e riscritture troppo frequenti) funziona molto bene e, avendo cura di non allagare la box con perdite di liquido dall’atomizzatore, anche affidabile nel tempo.
Erogazione un po’ fiacca (a parità di build un watt in più rispetto ad un DNA lo debbo sempre  impostare), imprecise nello svapo in TC (basta leggere le istruzioni della casa su come impostare i coefficienti termici in TCR, assolutamente imprecise nell’inserimento dei valori) in watt è un circuito classico e tutto sommato ben funzionante che per il prezzo delle box sui cui è installato (la nuova VB22 di Vaponaute, particolarmente conveniente) il suo lo fa bene, voto in pagella 7.

Ambition Mods 60 watt

Storia strana, girano un sacco di chiacchiere e pettegolezzi su questo produttore, chissà….
Esce un loro circuito da 60 watt, si dice esca dalle stesse fabbriche che producono Evolv (nella fattispecie il DNA60) con modifiche nel software (disabilitazione dei quattro profili che Evolv non fornisce programmati e delle connessioni tramite porta USB per inibire l’utilizzo del software eScribe, marchio depositato di Evolv) ma del tutto identici, sia per le dimensioni che per il posizionamento della componentistica sulla board senza dimenticare che il display dell’Ambition Mods è intercambiabile con quello del DNA60 e viceversa (mentre non dovrebbero esserlo i DNA60 e 40 big screen).
E, letto su un forum tedesco dove un nerd ha estratto e “recuperato” i dati memorizzati sull’Ambition Mods 60 watt, anche i materiali presettati sono identici e sbagliati (le curve termiche del Nickel200 e dell’acciaio 316 sono entrambi identiche a quelle Evolv ma diverse da quelle ufficiali prelevabili dal sito Steam Engine , in tutto e per tutto identico ad un DNA60 montato col firmware di fabbrica e senza porta USB per poterlo sostituire.
Confrontato, stessa build, è IDENTICO al DNA60 (provate sulla Easy sia in versione Ambition Mod con circuito proprietario e Sunbox con circuito DNA60 originale Evolv), stesse prestazioni, stessi consumi di batteria relativamente bassi tant’è che con mod circuitate DNA60 senza porta USB e con il firmware originale di fabbrica Evolv, non ci sono differenze di prestazioni.
Voto in pagella 8, circuito dalle prestazioni identiche al DNA60 che viene spesso equipaggiato senza aggiornamento su mod molto costose (solo la DAS, Evade Mod e Ennequadro aggiornano e personalizzano i circuiti prima di installarli senza porta USB), privo del boost impostabile e con materiali presettati che lo rendono impreciso nell’utilizzo in TC, ma anche una Insider di Infinity Mods da 300 euro o una Billet Box originale da 450 euro hanno, in fin dei conti, gli stessi identici difetti e la 2.0 di Ambition Mods, una Aio che mi è piaciuta molto, mi ha convinto a lasciarla col suo circuito Ambition Mods piuttosto che farla upgradare montando un DNA60 privo di porta USB.

Ambition Mods 50 watt

 

il circuito Ambition Mods da 60 watt su una Easy

Ho dovuto “splittare” la valutazione su Ambition Mods perché, se il 60 watt è un circuito eccellente per essere montato su box economiche, il 50 watt mi ha scosso opinioni e valutazioni nettamente diverse.
Inizialmente equipaggiava la Converter, il kit di Ambition Mods trasformabile in box SBS, tubo 18650 o 18350 solo intercambiando i pezzi, ebbe sulle prime batch di produzione problemi ai condensatori del display che, una volta spentosi per essere andato in stand by, si riattivava con una luminosità via via sempre più bassa del normale arrivando a restare spento (anche con il circuito funzionante) dopo qualche mese.
Un paio di ragazzi che conosco risolsero il problema chiudendosi in una stanza completamente buia, impostando col display quasi illeggibile la modalità bypass e tenendosi la box usandola solo come fosse meccanica, soluzione poco soddisfacente.

Ho avuto modo di provarla molto sulla mia Semyorka R7 (di Kluster Mods? APM Mods? SVT? Chi l’ha capito è bravo) dove sembrerebbero aver risolto i problemi ai condensatori del display (almeno fino ad ora, per quello che la utilizzo).

Un circuito Ambition Mods  50 watt in
fase di accensione

Circuito che si setta in monopulsante (con relativa scomodità d’uso), con una grafica che “scimmiotta” quella del Dicodes V3 Extreme che equipaggia mod come le Sunbox Zero Nega e Zero Boro ma privato delle funzioni più “tecniche” tipiche dei circuiti Dicodes, con una erogazione abbastanza “molle” rispetto ad un DNA e fiacca rispetto ad un Dicodes e pure imprecisa nello svapo in TC (mentre la stessa build su DNA o Dicodes permettono tirate lunghe e con una percezione di stabilità, su questo circuito invece lo svapo è più “seghettato” e discontinuo), se il 60 watt è un “DNA-killer” che a parità di non aggiornamento non perde nulla rispetto all’originale, il 50 watt è un circuito assolutamente senza infamia e senza lode, del tutto allo stesso livello di circuiti “poveri” come le Voopoo, le Vapor Storm e altre box ultra economiche (mentre non sono parimenti economiche le mod che lo utilizzano), voto in pagella 5.

Non sempre spendere tanto significa automaticamente comprare un prodotto (soprattutto negli ultimi tempi) ma spesso spendendo poco si comprano prodotti tutto sommato onesti, ben funzionanti, da utilizzare senza troppe pretese e adatti per lo svapo quotidiano più semplice.

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