Il "piccolo mostro" - il DNA Go

      Elettronico = regola tutto ciò che vuoi e divertiti

Meccanico = svapa come viene e arrangiati

Mosfet = sei al sicuro, ma fatti bastare 3.7 volt di erogazione stabilizzata.

Il Mosfet è una bella invenzione, economico da installare, poco ingombrante da inserire nella box e non richiede l’utilizzo di un display (che, per sue dimensioni, aumenta le dimensioni del circuito), mi fa svapare con un voltaggio stabilizzato (senza l’effetto “svapata calante” via via che le batterie si scaricano) e con tutte le sicurezze da cortocircuito e sovrascarica della batteria, ma pur sempre mi costringe a build che funzionino bene con 3.7 volt, perché in caso di resistenze basse 3.7 volt2 / valore di resistenza potrebbero essere troppi e di conseguenza dare uno svapo troppo caldo, viceversa con coil più alte (adatte allo svapo MTL) invece la vaporizzazione tende ad essere un po’ fiacca.

La Orion di Lost Vape


E fare un Mosfet con una regolazione seppur minima del voltaggio erogato? C’è chi l’ha fatto, DotMod (col circuito della DotAio prima serie e della DotStick) e BP Mods col suo “tubo”, l’Hilt (tutti e tre prodotti che mi piacciono molto e che uso spesso).

E magari con più voltaggi (meglio wattaggi) presettati e selezionabili?
Programmabili e modificabili dall’utente?
E magari, per non farsi mancare nulla, una ricarica tramite porta USB come sulle battery box (piuttosto che sui dispositivi MosFet)?
Sarebbe bellissimo.

Evolv, che forse fa poca pubblicità ai propri circuiti e soprattutto li mette in vendita con preset poco curati (il vaper è pigro, non ha voglia di studiare e fare esperimenti e non ha quasi mai voglia di “sbattersi” a trovare i migliori setup per sfruttare a fondo i propri dispositivi) ma che sono persone veramente geniali, si fanno venire una grandissima idea.

Il DNA Go.

Prendiamo un circuito di dimensioni compatte e lo impostiamo per un buon range di potenza, da 1 a 40 watt, adatto per tutti gli usi “civili”, dall’MTL a resistenza alta al DL “non scalmanato”, passando per il flavour fatto con coil sub ohm ma non troppo estremo.

Gli andiamo ad installare una ricarica via USB 2.0 (ovvero la ricarica standard a 1 ampere, i 2 ampere li reggono solo le connessioni via porta USB 3.0 (qualcuna) o USB-c (tutte) e oltre ai soliti pulsanti di attivazione e di regolazione andiamo ad installarci un led a colore variabile in grado di segnalarci errori e valori impostati e selezionati (un display oLed, seppur piccolo e con poche informazioni riportate, sarebbe comunque troppo ingombrante e aumenterebbe troppo le dimensioni della board) e potrebbe uscirne un gran bel circuito.

Anche se con logiche totalmente diverse da quelle che utilizziamo, un circuito che “pensa” in maniera completamente diversa da tutto ciò che abbiamo visto finora.

Escribe!

Escribe è di fondamentale importanza se si vuole utilizzare BENE un circuito DNA Go: normalmente Evolv fornisce solo quattro wattaggi presettati, Lost Vape con la loro Orion li raddoppia (quattro wattaggi presettati differenziabili su due livelli di resistenza installata) ma a patto di metterci le mani il DNA Go diventa un circuito veramente strepitoso, per prestazioni qualcosa che fa dimenticare di utilizzare un mini dispositivo anziché una battery box di grandi dimensioni con circuito di gran nome.


(1)

Avviando eScribe, mi viene proposta una videata semplificata rispetto a quella che di solito vedevo con i normali DNA a display composta di sole due “linguette” di selezione: “Generale” e “Dispositivo”.
Nella prima, compaiono 5 livelli di wattaggio presettati e modificabili, per ognuno è selezionabile il colore visualizzato a display, io consiglio di selezionare il colore più scuro per il wattaggio più basso il più chiaro per quello più alto e via via a “schiarire” in modo che guardando il colore possa in qualche maniera ricordarmi il wattaggio (o il livello) impostato per incrementarlo o decrementarlo durante l’uso, viene data la possibilità di impostare il preriscaldamento (Boost) e la solita funzione Replay attivabile (lascerei il preimpostato color verde per avvisarne dell’attivazione), funzione che (?) permette di memorizzare “fotograficamente” le impostazioni preferite riproponendole nelle svapate successive.

Ma è dal punto Dispositivo / Atomizers che escono le cose più divertenti, le prime cose che dovremmo andare a settare per trasformare un onesto DNA Go in un circuito da competizione


Mi propone una videata in cui è possibile impostare un range di resistenza (da… a… ohm) e alla fine un numero di profili (5 è il massimo, potrei ridurli a 3 ma sarebbe un peccato “tarpare” il circuito).

Di standard ne è abilitata solo una colonna (di fatto, wattaggi preimpostati uguali per qualsiasi livello di resistenza installabile da 0.1 a 2 ohm ma andando a flaggare la casella “Enable” sulle colonne bloccate ed evidenziate in grigio per poterle sbloccare.
Nota: nella casella “Atomizer Name” è bene impostare una descrizione che identifichi il range di resistenza che andremo ad impostare (io ho impostato DL, Mesh, Normali e Coil Alte), sarà utile poi.

A questo punto, sono disponibili non solo 5 ma 5 x (range abilitati) wattaggi presettabili, fino a 20 totali, una soglia davvero interessante.

Note:

Non impostare resistenze inferiori ai 0.1 o superiori a 2.5 ohm, il DNA Go se installate andrebbe in blocco.

Impostare uno scalare continuo di resistenze, se nei range da… a… dovesse esserci una discontinuità e andassi ad installare una coil con quella resistenza, il DNA Go andrebbe in blocco.

E potenze congrue, ne troppo basse per il livello di resistenza impostato ne troppo alte (che possano bruciare il cotone).

Questa è una idea su come impostare i range, sono quelli che ho settato sulla mia Orion Go di Lost Vape.

A questo punto, impostati e diversificati i 4 range di potenza che la box automaticamente attiva in base al valore di resistenza della coil installata, vado ad impostare i valori nella prima videata “Generale”



A questo punto, dopo aver sbloccato i 4 livelli di resistenza diventano 20 i livelli di potenza memorizzabili, ripartiti a gruppi di 5 sui 4 livelli di resistenza che ho preparato.






Così, impostati i livelli di potenza (quelli evidenziati sono del tutto indicativi, sono quelli con cui mi trovo bene a svapare io), abbiamo il circuito pronto per poter essere utilizzato.

Attenzione: anche l’Orion Go è aggiornabile nel firmware e l’installazione del Service Pack 1.1 SP44 raddoppia da 2 a 4 i range di resistenza e migliora nettamente la gestione delle batterie riducendo i consumi.

Come funziona il DNA GO

Automaticamente il circuito rileva il valore della resistenza installata e di conseguenza abilita il range di regolazione di potenza nel cui intervallo è stato previsto il valore in ohm della coil che abbiamo installato.

Premendo cinque volte il tasto di attivazione (fire), si attiva o disattiva il blocco tasti, come su tutti i circuiti Evolv.

Premendo il tasto di attivazione (fire) due volte in un secondo si attiva la visualizzazione dello stato di carica della batteria (azzurro =95-100%, verde=70-95%, giallo=30-70%, rosso=15-30%, rosso lampeggiante= carica inferiore al 15%, attivato il blocco di sicurezza da sovrascarica, mettere in ricarica o sostituire la batteria se rimovibile).

Premendo il tasto inferiore è possibile regolare la potenza in incremento ultimato il range si riporta al livello minimo) premendo il tasto stesso, il livello di potenza impostato viene evidenziato tramite lampeggio del colore che abbiamo attribuito nel menu “Generale” motivo per cui l’utilizzo di questi colori è di fondamentale importanza non per l’estetica ma per ricordarci più o meno il livello di potenza che stiamo impostando.

Per attivare la funzione (a mio gusto inutile) Replay, una volta impostato tutto a nostro gusto premendo il tasto di regolazione (quello inferiore) per tre secondi si abilita la funzione riconoscibile dall’accensione in colore verde del led durante la svapata.
Mantenendo premuto tre secondo il tasto di regolazione o cambiando la regolazione della potenza, la funzione Replay viene disattivata.

Ma serve il DNA Go?

Per provarlo, ho usato sia una pod mod, la Orion Go di Lost Vape, sia una box a batteria rimovibile, la Revo Go del modder francese Revo67, in grado di installare atom standard con attacco 510 e con batteria 18350 sostituibile.

La Revo Go


Ovviamente usata solo in modalità watt (non prevedendo una funzione TC), ha una erogazione bella piena ed aggressiva (a mio palato, più Evolv-style del DNA75 Color e quasi come quella dei DNA30) e con una gestione delle durate di batteria parecchio buona, non al livello del DNA40 Big screen ma sicuramente (testata confrontando una Insider V2 di Undercode e la Revo67, stesso atomizzatore, stessa build, entrambe con batteria 18350) al livello del DNA60 “firmware base”.
Dna60 Firmware base: utilizzabile solo in variwatt avendo i materiali presettati di serie sbagliati, con una gestione di batteria solo successivamente migliorata nei firmware successivi, non programmabili e non utilizzabili in modalità boost in watt (funzione introdotta solo successivamente dagli aggiornamenti firmware), un ottimo circuito utilizzabile si e no al 40% delle sue reali potenzialità grazie alla “pigrizia progettuale” di certi modder (troppo complicato infilare nella box una board USB) o per la ricerca sfrenata delle dimensioni minime della mod.

Pigrizia? Il DNA Go è semplice da installare, due fori per i pulsanti e nessun bisogno di “scavi” per installare il display.
Miniaturizzazione? La Revo67 è, pur essendo una box completa di porta USB e quindi programmabile è decisamente più piccola delle altre box DNA60 anche se prive di porta USB.

Prestazioni: onestamente, con la Orion Go dotata di pod da 0.5 ohm, aggiornata e impostata correttamente mi sono sempre dimenticato di utilizzare una pod mod avendo la sensazione (e le prestazioni) di una box “pregiata” con un circuito più rinomato, con la Revo67 lo stesso, sarà priva della regolazione continua del wattaggio ma tanto un valore di resistenza opera ottimalmente in un range di +/- 3 watt (in MTL), nel caso si preferisca uno svapo più fresco (per fruttati o mentolati) o più caldo (per cremosi o tabacchi), un circuito che va veramente bene e da soddisfazione.

Poco conosciuto, poco utilizzato (a parte la Orion di Lost Vape, la Revo67 e alcune box del modder Tek Division nessuno la utilizza) non ha le prestazioni di un DNA60 aggiornato e ottimizzato, non ha la gestione di batteria del DNA40 big screen (ma con le versioni a schermo piccolo compete ad armi pari) e col DNA60 non aggiornato se la gioca benissimo, con dimensioni più piccole e con un costo del circuiti più basso.

Peccato davvero, è un circuito in grado di dare grosse soddisfazioni all’utilizzatore.

Con poca fatica progettuale e costruttiva da parte del modder che lo vuole installare.

 

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