Domanda tipica: meglio un circuito Yihi, un Dicodes, un
Evolv, uno Staplat o un Omega Vaper?
Domanda difficile, sono tutti prodotti di altissimo livello
qualitativo e costruttivo.
Però, come le cuffie audio high end, ognuno ha “la sua
musica” che suona meglio delle altre, ognuna con un suo suono particolare.
Evolv “bianco e nero”
I circuiti Evolv DNA60 e 75 sono gli ultimi figli di una
grandissima famiglia che ha reso grande lo svapo.
Il DNA60
Il DNA60 specialmente è esattamente il “figlio” del vecchio DNA40 (big con big,
small con small screen) con cui condivide
le stesse dimensioni e attacchi tanto da essere perfettamente
intercambiabile con il “vecchio” DNA40, il primo ad uscire fu il DNA75 (di
fatto un DNA200 modificato per fonti di alimentazione monobatteria o a 4.2
volt) ma visto che aveva dimensioni maggiori comportando l’obbligo di
ridisegnare completamente le vecchie mod che lo avrebbero dovuto alloggiare e
per certe persone modificare il Print3D di una stampante o un file di
Solidworks è troppa fatica, “mamma” Evolv fu costretta a produrre un circuito
“fotocopia” del suo DNA40.
Riprogrammabile via porta micro USB e programma eScribe, ha pregi e difetti
nettamente diversi a seconda che sia aggiornato o no.
Mamma Evolv, anche se a fine 2016 ha prodotto un aggiornamento firmware
piuttosto rilevante ancora produce i circuiti con la prima versione di software
e con memorizzati quattro materiali “demo” di cui titanio e acciaio SS316 con curve
termiche sbagliate e profili di funzionamento inutili e poco sfruttabili;
troppi modder li installano privi di porta USB e senza nemmeno aggiornare il
circuito motivo per cui mod costose escono con un DNA60 sfruttabile al 40% e
impreciso nell’uso in TC, con una bella erogazione aggressiva (tipica della
stabilizzazione di voltaggio “in amplificazione” dei circuiti Evolv) ma con
consumi di batteria molto alti.
Cambia tutto con l’uscita dell’aggiornamento firmware 2.6
SP6.1 databile all’estate 2016: viene implementata la funzione di regolazione
del boost in modalità watt direttamente da box (senza necessità di intervenire
con eScribe), comoda e facile da usare ed in più viene ottimizzata la gestione
della batteria tant’è che se la prima versione era molto aggressiva ma a prezzo
di consumi di batteria elevati, con l’aggiornamento firmware recupera durate di
batteria degne delle ultime versioni del DNA40 big screen e una volta caricati
i metalli corretti e impostati i profili (cosa che si fa una volta in tutta la
vita della box) un circuito DNA60 e 75 è strepitosamente preciso (forse
nell’uso in TC secondo solo dietro Dicodes), consumi di batteria bassissimi,
erogazione piena ed aggressiva (sui tabacchi è il mio circuito preferito) e
facile da impostare visto che molte hotkeys (combinazioni di tasti per
impostare la box) sono identiche sin dai tempi del primo DNA20.
DNA “a colori”
In un sussulto di modernismo, Evolv decise di introdurre un
nuovo circuito del tutto diverso, dotato di display a colori, privo di “hotkeys”
(combinazioni di tasti per il setup), aggiornabile e settabili tramite menu e
sottomenu personalizzabili a cura dell’utente e dotato di ben tre tasti di
funzione (oltre che i classici + e – anche un tasto centrale che serve per
entrare nei punti di menu e confermare le impostazioni settate).

Il DNA75 Color
Esce prima il 75 watt (di buona diffusione anche se non ha a tutt’oggi avuto un
successo clamoroso come il DNA60), poi una versione “normale” da 250 watt che
può raggiungere i 400 watt se alimentati a LiPo pack a quattro celle in serie
e, visto che le box “monstre” con un sacco di batterie e dalla potenza abnorme
(con meno watt ci guardo i film in 5.1 in salotto) esce una versione a 100 watt
ottimizzato per funzionare con batterie 20 e 21700.
Non cattivo ed aggressivo come i classici Evolv, esce di
serie con preset modesti e menu incompleti (solo parzialmente personalizzati
dalla maggior parte dei costruttori col proprio logo e senza interventi
tecnici), addirittura non prevedendo alcune funzioni fondamentali (come il
preheat) nei meni. E consumi di batteria altissimi, in 18650 all’inizio il
circuito era particolarmente affamato.
Anche in questo caso l’aggiornamento firmware 1.1 SP33.2 (per il DNA75C, gli
altri circuiti cambiano di numerazione) risolve alcuni bug, migliora nettamente
i consumi di batteria e introduce la funzione “Replay”.
Giudizio? Circuito da nerd smanettone, la mia prima sua box, la VT75 Color di
Hcigar aveva un circuito affidabile e robusto ma non la cattiveria in
erogazione che ci si aspetta da un circuito Evolv e un menu di impostazione
carente e incompleto, solo con un paio d’ore quotidiane a provare setup e a
disegnare e a reimpostare menu che fossero funzionali, comprensibili e
leggibili con tutte le funzioni necessarie mi ritrovai a Natale (con la box
comprata a luglio) con una box dignitosamente funzionante
E con gli altri produttori uguale, su una ventina di mod che possiedo
circuitate DNA75 Color (e un paio anche DNA250C) non ne ho una (che sia
prodotto industriale o di modder) che sia uscita di fabbrica già perfetta e al
100% godibile.
Funzione Replay: a detta di Evolv è una funzione che una volta “trovato lo
svapo” perfetto per il nostro gusto lo stabilizza identico sulle svapate
successive; considerato che la precisione di stabilizzazione del voltaggio e la
precisione del funzionamento del TC sono da sempre i cavalli di forza di Evolv
pubblicizzare la funzione Replay è solo un voler rivendere un sedicente
optional già fornito di serie, per “emozionare” i potenziali clienti verso un
prodotto che ha avuto molto meno successo rispetto alle aspettative.
Se un DNA60 aggiornato e settato a puntino è da 9 in pagella, un DNA75C molto
più faticosamente e impegnativo da settare bene più di un 7e ½ (più per la
qualità costruttiva che per la resa) non porta a casa, una specie di circuito
Joyetech colorato, più robusto e meno fiacco in erogazione ma un circuito che
(a me per primo) fa storcere il naso ai cultori tradizionalisti del “vero
circuito Evolv”, dal DNA20 in poi.
Yihi
Yihi è un grandissimo costruttore col difetto di essere “cinese”, grande
produttore ma pessimo nel marketing.
Il primo SX350 finì su box capolavoro come la Zero di Carlos Pang e la prima
Stratum, l’SX350j fu il primo circuito TC multimateriale (prima di Dicodes),
preciso e con funzioni e menu facilmente impostabili, un display ricco di
informazioni necessarie alla corretta impostazione e facilmente leggibile e
menu adattivi, ovvero impostando le modalità Watt, Joule (TC) e Bypass
automaticamente mostra solo le funzioni utili per QUEL tipo di funzionamento,
evitando di frastornare l’utilizzatore con menu eterni e magari impostando
parametri inutili o addirittura controproducenti.
Nell’evoluzione del circuito sono stati adottati display a colori (sempre molto
ben leggibili e completi di ogni informazione utile) e anziché i pulsanti nei
più recenti viene usato un pulsante unico a “joystick”, particolare ma dopo un
po’ di abitudine estremamente comodo e intuitivo mentre nei circuiti più
recenti è stato abbandonato il sensore di movimento (comodissimo, inclinando da
una parte o dall’altra la box era possibile cambiare i parametri da impostare
senza l’uso dei pulsanti.

Il recente Yihi SX485J con
regolazione a joystick
Pregio (o difetto, per qualcuno) di questi circuiti, il funzionamento in
modalità “mista” ovvero dare una stabilizzazione del voltaggio “grezza” tramite
amplificazione di potenza (in grado di dare un’erogazione più corposa e
aggressiva ma con maggiori consumi di batteria) e una rifinitura di precisione
tramite PWM (o addizione di segnale), modalità in grado di “affaticare” meno la
batteria: tramite questa modalità si ha una erogazione molto buona, meno
aggressiva dei circuiti a stabilizzazione di potenza ma con consumi di batteria
più bassi, forse meno “gustosa” coi tabacchi ma ottima con mentolati, fruttati
e gusti dall’aroma “sgarbato” e spigoloso e con un TC ottimo.
Le box funzionanti solo in modalità PWM invece tendono ad avere un’erogazione
fiacca, per dare lo stesso “gusto” e vaporizzazione richiedono di impostare in
MTL 1/1 watt e ½ in più, “trucco cinese” per costruire circuiti di facile
progettazione e dai bassi consumi anche se con una erogazione abbastanza fiacca
e smorta.
Dicevo, circuito Yihi, difetto cinese: il primo circuito, l’SX350J ancora oggi
per prestazioni, impostazioni (fu il primo ad avere le modalità di erogazione
selezionabili) e TC è un circuito attuale e non obsoleto ma quelli di Yihi ne
hanno produtti troppi, tecnicamente senza alcun miglioramento, con specifiche
tecniche spesso sovrapponibili e con numerazioni impossibili da ricordare,
tanto per inflazionare i mercato e frastornare i cliente.
Altro pregio, escono le prime batch dei circuiti (spesso con qualche bug
tecnico), Yihi produce UN SOLO aggiornamento correttivo installabile e dalle
batch successive di produzione il circuito (a differenza di Evolv) i circuiti
vengono prodotti con il firmware aggiornato, se non si ha fretta di comprare un
circuito Yihi appena riuscito dopo due o tre mesi il circuito viene prodotto
aggiornato e non richiede nessun tipo di aggiornamento o intervento
migliorativo da parte del cliente.
Voto in pagella: 8 per le prestazioni (meno “emozionante” di Evolv bianco e
nero e più del Color), 10 per la comodità e l’”user friendly”, per la ricchezza
e completezza di funzioni impostabili è un circuito incredibilmente semplice e
intuitivo da impare ad utilizzare.
Ci sarebbero altri circuiti, ma per questa volta ho già
scritto troppo, a qualcuno può venire noia e mal di testa e il seguito va alla
prossima puntata.
Commenti
Posta un commento