Steam Engine e appunti per "giovani" rigeneratori

 “Vorrei un dispositivo rigenerabile che facesse un sacco di vapore come nei video di Youtube” e quando gli si chiede con che cosa stanno svapando mostrano magari starter kit a voltaggio non regolabile

Nella rigenerazione nulla è certo, il risultato va costruito passo passo (dimensione del cavo, numero di avvolgimenti e resistenza risultante, posizionamento della coil rispetto all’immissione d’aria).

Lungi dall’essere una guida esaustiva, qualche piccolo appunto. Sperando possa essere utile.

Dove la metto la coil?

Aspetto non indifferente, dove la coil viene utilizzata visto che ancora prima di utilizzarla va installata e per installarla occorre spazio sufficiente per evitare che andando a contatto con parti metalliche del tank generi cortocircuiti e malfunzionamenti.

Se lavoro su spazi piccoli come una testina RBA o su atomizzatori per tiro di guancia (magari un kayfun o un dripper BF da 14”) non potrò utilizzare cavi di sezione troppo grossa visto che uno 0.4 mm magari su punte di diametro superiori ai 2 mm mi genereranno una coil troppo ingombrante per essere installata comodamente su una testina ricostruibile, magari come certi RBA si hanno solo solo 13 o 14 mm in cui “lavorare” e se intendo operare con cavi di sezione maggiore (più adatti per usi “cloud”) dovrò utilizzare dispositivi con camera di vaporizzazione molto più ampia (ad esempio i vecchi Griffin di Geek Vape).

Per chi vuole iniziare a rigenerare una ottima soluzione è il classico dripper: deck ampio e completamente aperto coperto solo dalla “campana” dell’atomizzatore e nessun problema nel posizionamento del cotone che in un apparato a tank se non perfettamente sistemato per posizione e quantità può andare in secca per scarsa alimentazione di liquido o allagare la camera di vaporizzazione con problemi di leaking, in un dripper è sufficiente che sia “bagnabile” manualmente per poter farlo funzionare.

Altro aspetto, il posizionamento: una coil più vicina rispetto al foro di immissione aria migliora la resa aromatica, una coil più alta genera molto più vapore andando ad aumentare il flusso di aria immessa, con una perdita però di aroma.

Con che cosa la faccio la coil?

Ovviamente la seconda cosa su cui dover ragionare è il tipo di cavo da dover utilizzare per la coil: cavi di diametro più piccolo generano coil di dimensioni minori ma con valori di resistenza più alti (più adatti per tiro di guancia), cavi di diametro maggiore invece generano resistenze più basse ma con ingombri e una lavorabilità meno agevole su certi apparati.

Motivo per cui sì la scelta del cavo deve essere condizionata dal tipo di utilizzo desiderato, ma soprattutto dal tipo di apparato in cui la coil verrà installata.

Esistono vari tipi di materiale utilizzabili per fare la coil, e tra quelli “semplici” (utilizzabili senza bisogno di un circuito TC) i principali sono il kanthal e l’acciaio (eventualmente utilizzabile anche in modalità TC) che a parità di build da la possibilità di generare resistenze di valore più basso; intermedio, il NiChrome (lega di nickel e cromo), molto più reattivo al riscaldamento del kanthal ma in grado di generare resistenze di valore meno basso rispetto all’acciaio.

Altro aspetto che condizionerà il mio uso, l’alimentazione elettrica: tanto sarà maggiore il diametro del mio cavo tanto avrà necessità di wattaggi più elevati per poter essere riscaldato e vaporizzare correttamente.

Importante, perché al giorno d’oggi esistono maniere per “falsare” i valori di resistenza con l’impiego di cavi multipli: una configurazione in dual coil dimezza la media dei valori di resistenza delle due coil e anche se risulterà un valore molto basso avrà comunque bisogno di un certo wattaggio per funzionare, motivo per cui una 0.5 ohm in single coil ha una sua reattività, una 0.5 ohm in dual coil avrà bisogno di wattaggi più elevati).
E la differenza sarà ancora più marcata nel caso di utilizzo di cavi multipli, come i twistati o i clapton wires.

Con che cosa la faccio funzionare?

Se utilizzo  un dispositivo di alimentazione dotato di elettronica di controllo (circuitata o PWM) tutto bene, iniziando da un valore basso e via via aumentando il voltaggio/wattaggio troverò il setup in grado di garantirmi la resa migliore (fino a che la batteria utilizzata sarà in grado di cedere voltaggio e amperaggio sufficiente a generare il wattaggio in alimentazione impostato), se utilizzo un dispositivo meccanico la situazione si complica visto che lo stesso eroga un voltaggio da 4.2 volt (a batteria carica) fino a che deciderò di sostituire la batteria (meglio non scendere sotto i 3.0/2.7 volt per evitare di danneggiarla) e di conseguenza dovrò generare una coil che possa essere reattiva il più possibile entro il range di questi voltaggi (farà vapore molto caldo all’inizio, il mio vapore gradevole in un range intermedio il più ampio possibile e poi gorgoglierà e sottoalimenterà ai voltaggi più bassi).
Il sub Ohm nacque una volta (con cavi “plane” e reattivi) per cercare di ottenere potenze e vaporizzazioni adeguate con questi dispositivi meccanici, visto che coil con valori di resistenza elevati i 4.2 volt a piena carica/3.7 volt reali standard erano insufficienti, il sub Ohm più moderno (fatto per lo più con l’utilizzo di cavi multipli) ha necessità di voltaggi più elevati per avere reattività e funzionamento.

Altro aspetto, non basta generare resistenze ultra basse, occorre anche alimentarle correttamente: una box elettronica tipicamente è limitata a tensioni di erogazione di 35 o 40 ampere (oltre le quali la box ritiene presente un cortocircuito bloccando l’erogazione elettrica) e nel caso la batteria non sia in grado di erogare l’amperaggio necessario a generare la potenza impostata, verrà segnalato un “Check battery” o “Weak battery” per invitarci a sostituire la batteria con una carica o con maggiore potenza in erogazione, nel caso di un dispositivo meccanico premendo il pulsante si fa quel che si può, spesso in maniera pericolosa.

L’amperaggio prelevato è dato dal voltaggio / valore di resistenza in ohm motivo per cui l’amperaggio che andrò a movimentare  sarà dato (a batteria carica) da 4.2 volt / valore di resistenza che ho costruito, e il risultante non dovrà mai essere superiore alla capacità di scarica in continuo della batteria; di rimando, se uso una batteria da 30 ampere di scarica in continuo a piena carica non potrò alimentare una coil di resistenza inferiore a 4.2/30 = 0.14 ohm, sotto il quale andrei a tentare di prelevare una tensione troppo elevata, mandando la batteria in surriscaldamento, mettendola fuori uso e rischiando perdite di acido e potenziali combustioni.

“Costruire la coil”

 Piuttosto che tentare esperimenti, esistono ottimi tool in grado di poter preventivamente consigliare, dato il tipo e il diametro del cavo e il diametro delle spire, il numero di avvolgimenti e la lunghezza del cavo per poter ottenere il valore di resistenza richiesto, uno dei  migliori (a mia opinione, ma anche di molti altri) è Steam Engine (http://www.steam-engine.org/coil.asp ) con cui è possibile avere preventivamente tutti i dati per poter “costruire” la coil secondo le nostre aspettative e, senza dover fare esperimenti, anche il wattaggo/voltaggio suggerito per farle funzionare, non solo un supporto ma un vero e proprio “simulatore di rigenerazione”.

Una delle videate di Steam Engine, l'enciclopedia
dello svapo


Dopo di che, una volta preparata la coil e a “lavoro finito” (fissata definitivamente alle torrette, con il cotone infilato e sistemato e con la campana della camera di vaporizzazione/cap del dripper montata, testare il risultato con un ohm meter o con una box elettronica sia per quanto riguarda il valore di resistenza in ohm, sia per essere certi che, riassemblando il tutto, contatti della coil con parti metalliche dell’atomizzatore non generino cortocircuiti, perchè un dispositivo elettronico segnala l’errore andando in protezione bloccando l’alimentazione elettrica,  un dispositivo meccanico malfunziona in maniera rischiosa per l’utilizzatore.

“Vorrei un dispositivo rigenerabile che facesse un sacco di vapore come nei video di Youtube”:è possibile, con una preparazione teorica necessaria e adeguata, metodo e precisione nella rigenerazione e possibilmente facendo un po’ di esperienza con apparati di alimentazione dotati di elettronica di controllo, forse poco “americani” nel look ma ottimi per prendere dimestichezza in totale sicurezza con wattaggi, voltaggi e valori di resistenza in ohm, concetti che non possono essere trascurati se si intende rigenerare.

 

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