Qual’è il miglior circuito mai prodotto?
Difficile da dirsi, esistono circuiti ben costruiti e durevoli, altri che vanno
fuori uso dopo qualche mese d’uso, ci sono circuiti che vengono ritoccati in
continuazione.
E ci sono circuiti che nascono perfetti, col display meglio leggibile mai
visto, con tutte le funzioni (e anche di più) che altri circuiti
implementeranno solo dopo e, aspetto secondo me molto importante, con menu
agevoli e intuitivi che rendano la settabilità facile anche nelle
configurazioni e nei setup più complessi.
Problema non da poco, adoro i circuiti Dicodes ma causa i vari menu nidificati
in sottomenu complessi da scorrere tutti sono circuiti che si apprezzano nelle
sere in cui si ha pazienza di scorrerli tutti impostando tutte le funzioni e
disabilitando quelle inutili impostate in precedenza oppure, quando sono
nervoso, “SetDefInit” impostato a 1 (ripristina le impostazioni di fabbrica) e
svapare solo in watt.
| Il circuito Yihi SX350J. Come si vede, a parte il pulsante di attivazione, porta USB e pulsanti di regolazione sono fissi e non "spostabili" a volontà dell'utilizzatore |
Correva l’anno 2011 (o 2012, mamma mia quanto tempo è passato) e quando un prodotto diventa commercialmente maturo, si segmenta in fasce: prodotto economico, prodotto di qualità e prodotto di lusso.
E così è anche per le
battery box: in fascia media escono le IPV e le Sigelei, la fascia economica
viene spadroneggiata dalle iStick 20 e 30 watt e in fascia “di lusso”, il
prodotto di alta qualità ed elevate prestazioni di produzione industriale non
prodotti da artigiani o modder diventa patrimonio delle Vaporshark dotate di
circuito DNA40 (grandi box che
hanno fatto storia) e Yihi nel mese di
dicembre 2014 mette in produzione la sua “ammiraglia”,
Grandissimo prodotto, 60 watt di potenza, prima box con tre modalità di erogazione differenti e selezionabili (soft per uno svapo “morbido”, standard con la semplice stabilizzazione del voltaggio e Powerful, per uno svapo più grintoso e per build lente a salire in temperatura nell quale è previsto un “boost”, un wattaggio iniziale più alto di quello impostato a display per evitare latenze, ritardi di riscaldamento della coil e inizi di svapata fiacchi).
La funzione bypass, ovvero viene esclusa la parte del circuito che
stabilizza il voltaggio ma viene mantenuta attiva tutta l’elettronica di
protezione, potendo svapare “grezzo” come con un big battery meccanico ma con
una elettronica di controllo a gestire la sicurezza e a limitare l’eventuale
potenza generata a 85 watt (per non danneggiare apparato e batterie), la
possibilità di impostare la box senza bisogno di premere tasti ma solo tramite
il sensore di gravità (funzione disattivabile da menu), firmware aggiornabile,
tante funzioni mai viste su altre box prima.
Il prezzo è elevato, va in vendita a prezzi oscillanti tra 179 e
199 euro, il prezzo di una Vaporshark rDNA40 e qualcuno storce il naso: box
cinese (a quei tempi c’era maggior diffidenza sui prodotti asiatici), tante
funzioni ma
Grandissima box, molto apprezzata dalla critica ma con volumi di vendita bassi.
Ma da li a breve le cose cambieranno, perchè nel mese di aprile
2015 uscirà una nuova versione della box, la M-Class.
Box che utilizzerà un circuito nuovo, l’SX350J
che cambia parecchio le “carte in tavola” restando, dopo anni, uno dei circuiti
dalle migliori prestazioni e più facili da settare e, con poche modifiche
(magari un display a colori, magari un pulsante a joystick anziché i due
pulsanti di regolazione potenza) la base delle elettroniche Yihi, anche quelle
più recenti.
Molto più curata della precedente versione porta parecchie novità in dote: con un
aggiornamento software prodotto appena iniziata la commercializzazione la box ha ora cinque modalità di erogazione, le precedenti Soft (erogazione senza boost), Standard (semplice stabilizzazione del voltaggio) e Powerful (lieve boost inziale per preriscaldare la coil) con l’aggiunta della modalità Powerful+, con un boost iniziale molto elevato adatto per l’uso con configurazioni in clapton wire o con cavi twistati o di grosso diametro altrimenti lenti ad andare in temperatura e la deliziosa ECO(nomy), una modalità in cui viene semplificato il funzionamento interno della box e il voltaggio viene stabilizzato tramite PWM, con consumi di batteria bassa (e durate d’uso più lunghe) e una erogazione più fiacca percepibile solo con configurazioni a resistenza molto bassa.
Resta ovviamente la funzionalità bypass
ovvero svapo senza stabilizzazione del voltaggio (come i dispositivi meccanici)
ma con tutte le protezioni attive (cortocircuito, sovrascarica in caso di
resistenze basse, voltaggio basso della batteria), modalità che Yihi è stata
tra le prime a introdurre.
E, aspetto che non guasta, la potenza massima erogabile diventa di 75 watt (100
nelle configurazioni a doppia batteria in parallelo come la leggendaria e
rarissima Vaporshark SX).
Ma, plus che la staccherà dalla media e ne garantirà longevità di vita, il TC: la box impiega un chip di controllo Sx350J, per ammissione del produttore a costruzione dual core con una unità di processo dedicata al normale funzionamento della box (gestione dell’alimentazione e del display, stabilizzazione del voltaggio) e la seconda specificatamente dedicata alla gestione della modalità di erogazione e del circuito di controllo della temperatura che così lavorerà con maggiore precisione.
Questo diventerà un marchio di fabbrica delle SX Mini, nella
M-Class entrambi i core gestiranno dati a 8 bit mentre il secondo core (TC e
controllo delle erogazioni) diventerà a 16 bit dalla successiva box SX Mini
ML-Class).
TC Molto diverso da quello della DNA40, nella DNA40 è
temperature-dominant ovvero inizia con una potenza superiore a quella impostata
come preriscaldamento, adatta a build più “lente” a salire in temperatura ma
forse un po’ troppo aggressiva con build in nickel mentre quello della SX Mini
è un power-dominant, ovvero eroga solo la potenza impostata e riduce il
voltaggio erogato una volta che si sta raggiungendo la temperatura limite
impostata: questa modalità richiede una corretta impostazione della potenza (se impostata troppo bassa la
coil è lenta ad andare in temperatura e i primi secondi di svapo sono fiacchi e
con poca generazione di vapore) ma in questa maniera l’erogazione è più fluida
e progressiva.
| La Mellody SX di Loud Cloud Mods, box che amo alla follia e ancora oggi difficile da battere, sia come estetica che come contenuti tecnici. |
TC inizialmente solo per coil in Ni200 e Titanio, con l’aggiornamento software 2.36 è in grado di poter gestire la modalità TCR ovvero inserendo con precisione a cinque decimali il coefficiente termico del materiale utilizzato il TC è in grado di gestire tutti i materiali necessari senza bisogno di una tabella presettata dal produttore, funzione che era precedentemente patrimonio a quei tempi solo delle Dicodes Box, di qualità eccezionale ma molto più costose.
E quello che, senza dubbio, resta il migliore display per
visibilità e completezza di dati indicati mai utilizzato, anche oggi: oltre
che i soliti dati dell’indicazione dello stato di carica della batteria in
modalità grafica, voltaggio erogato, valore in ohm rilevato come resistenza
della coil e potenza erogata da molte altre utili indicazioni: il voltaggio di
carica della batteria (dato molto più preciso che l’indicazione grafica della
batteria) che viene sostituito dall’indicazione della temperatura della coil in
modalità TC, la modalità di erogazione impostata e un contapuff non numerico
(100 svapate di guancia sono diverse come consumi elettrici da 100 svapate di
polmone) ma espresso in joules, l’energia erogata dalla box, dato molto utile
perchè imparando a conoscere con l’uso a quanti joules le batterie danno il
fuori carica si ha sempre sott’occhio con precisione quanto ci resta
effettivamente e con precisione da svapare prima della sostituzione della
batteria, contatore che viene resettato (intelligentemente) ogni volta che si
sostituisce la batteria stessa.
Joules: impostando la modalità TC il display indica la potenza in
joules e non più in watt; ha poco significato visto che teoricamente 1 joule è
l’energia necessaria a compiere un lavoro di 1 watt in un secondo e serve solo
a graduare la “spinta” in modalità TC (0 minima, 50 massima) e per dare una
immediata indicazione visuale della modalità di funzionamento della box (cambia
l’unità di misura nel caso di TC attivo o disattivo).
Altro aspetto super interessante, e a tutt’oggi
ancora imbattuto, tipico del circuito sono i menu adattivi ovvero, selezionando
una modalità di funzionamento scompaiono automaticamente da menu e vengono
disattivate le funzioni non pertinenti (ad esempio attivando la funzione Bypass
spariscono le funzioni di selezione modalità di erogazione e le regolazioni di
potenza, selezionando la modalità TC compaiono tutte le impostazioni della
temperatura e del tipo di materiale utilizzato, normalmente non accessibili ne
visibili rendendo più scorrevoli i menu e più semplici da impostare le funzioni.
Cosa che adoro e che rende i menu semplici da consultare e impostare e
intuitivi, tanto quanto gli ottimi Dicodes impostati a menu e molti sottomenu
nidificati tendono delle volte a non essere semplicissimi da settare.
Display (della SX Mini e di tutti i circuiti Yihi): in erogazione la batteria “balla” indicando il voltage drop durante la scarica, indicazione non solo “simpatica” ma anche molto utile per testare lo stato di salute della batteria (se il display indica un voltage drop superiore al 50% con resistenze sub ohm e al 25% con coil a resistenza alta probabilmente la batteria ha la chimica usurata ed è necessario sostituirla con una nuova e integra).
Difetti: unico difetto del circuito (che lo ha fatto amare poco dai modder) le sue dimensioni: board di dimensioni importanti (ovvio, col bel display che monta) e con ingombri complicati da alloggiare nelle mod, la scheda madre del circuito è un robusto blocco “all in one” su cui sono cablati circuito, il grande display, il tasto di attivazione e i due di regolazione di potenza e pure la presa USB (sconsigliata per la ricarica delle batterie ma ottima per gli aggiornamenti software).
Altri circuiti, più furbamente, danno la possibilità di montare pulsanti
separati, altri (come i DNA) di non installare la presa USB, riducendo
nettamente le dimensioni e gli ingombri dei circuiti, rendendoli più comodi da
cablare e installare.
Certo, essendo dotata di sensore di movimento i pulsanti di regolazione potenza
non servirebbero (circuiti simili come il suo predecessore SX350 e lo Starplat
75 spesso non li montano nemmeno), la presa USB serve a poco (il loro programma
SXI-Q da meno possibilità di setup rispetto all’eScribe per i circuiti Evolv e
mediamente dopo la commercializzazione del circuito Yihi distribuiva una sola
versione di aggiornamento firmware con le correzioni dei bug, dopo di che
basta) ma causa le dimensioni complessive, finisce installato su poche box “non
Yihi”.
Ma box ce ne sono, notevoli: la Vaporflask SX (in configurazione a doppia
batteria in parallelo e potenza massima elevata a 100 watt), la Square Mod che addirittura monta una singola batteria
26650 e la sempre eterna e splendida Mellody SX di Loud Cloud Mod che riesce ad
abbinare una estetica classica e super elegante da prestazioni da fuoriserie,
oltre che altri prodotti di marchi notevoli come Limelight (la Pylon) e Vertigo
Mods (la Pro).
Off topic: a febbraio 2012 la mia vecchia e
consumatissima SX Mini M-Class compirà otto anni di duro lavoro, fu la box con
cui feci tanti esperimenti, studiai il funzionamento del TC e imparai i rudimenti
dello svapo, estetica sicuramente segnata dall’eccessivo uso ma
elettronicamente ancora perfettamente funzionante come nuova.
Fatte le debite proporzioni, può piacere o non piacere ma resta un circuito
super affidabile, tanto quanto ho avuto più problemi di elettronica con alcuni
DNA.
Commenti
Posta un commento