Il "circuito dei circuiti" - Lo Yihi SX350J

 Qual’è il miglior circuito mai prodotto?

Difficile da dirsi, esistono circuiti ben costruiti e durevoli, altri che vanno fuori uso dopo qualche mese d’uso, ci sono circuiti che vengono ritoccati in continuazione.
E ci sono circuiti che nascono perfetti, col display meglio leggibile mai visto, con tutte le funzioni (e anche di più) che altri circuiti implementeranno solo dopo e, aspetto secondo me molto importante, con menu agevoli e intuitivi che rendano la settabilità facile anche nelle configurazioni e nei setup più complessi.
Problema non da poco, adoro i circuiti Dicodes ma causa i vari menu nidificati in sottomenu complessi da scorrere tutti sono circuiti che si apprezzano nelle sere in cui si ha pazienza di scorrerli tutti impostando tutte le funzioni e disabilitando quelle inutili impostate in precedenza oppure, quando sono nervoso, “SetDefInit” impostato a 1 (ripristina le impostazioni di fabbrica) e svapare solo in watt.

 Ma c’è un circuito che amo: ricco di funzioni, semplice, intuitivo, che dopo 8 anni ancora resta competitivo anche come contenuti tecnici, un circuito riuscito talmente tanto bene che solo con pochi aggiornamenti tecnici e senza rivoluzioni ha generato i circuiti successivi del produttore. Con poche modifiche, un circuito su cui ho “imparato” lo svapo, dal TC alle curve di erogazione, tutta la teoria dello svapo.

 L’ SX350J di Yihi.


Il circuito Yihi SX350J. Come si vede, a parte
il pulsante di attivazione, porta USB e pulsanti di 
regolazione sono fissi e non "spostabili" a volontà
dell'utilizzatore 

Correva l’anno 2011 (o 2012, mamma mia quanto tempo è passato) e q
uando un prodotto diventa commercialmente maturo, si segmenta in fasce: prodotto economico, prodotto di qualità e prodotto di lusso.

E così è anche  per le battery box: in fascia media escono le IPV e le Sigelei, la fascia economica viene spadroneggiata dalle iStick 20 e 30 watt e in fascia “di lusso”, il prodotto di alta qualità ed elevate prestazioni di produzione industriale non prodotti da artigiani o modder diventa patrimonio delle Vaporshark dotate di circuito DNA40 (grandi box che hanno fatto storia) e Yihi nel mese di dicembre 2014 mette in produzione la sua “ammiraglia”, la SX Mini S-Class.

Grandissimo prodotto, 60 watt di potenza, prima box con tre modalità di erogazione differenti e selezionabili (soft per uno svapo “morbido”, standard con la semplice stabilizzazione del voltaggio e Powerful, per uno svapo più grintoso e  per build lente a salire in temperatura nell quale è previsto un “boost”, un wattaggio iniziale più alto di quello impostato a display per evitare latenze, ritardi di riscaldamento della coil e  inizi di svapata fiacchi).

La funzione bypass, ovvero viene esclusa la parte del circuito che stabilizza il voltaggio ma viene mantenuta attiva tutta l’elettronica di protezione, potendo svapare “grezzo” come con un big battery meccanico ma con una elettronica di controllo a gestire la sicurezza e a limitare l’eventuale potenza generata a 85 watt (per non danneggiare apparato e batterie), la possibilità di impostare la box senza bisogno di premere tasti ma solo tramite il sensore di gravità (funzione disattivabile da menu), firmware aggiornabile, tante funzioni mai viste su altre box prima. 

Il prezzo è elevato, va in vendita a prezzi oscillanti tra 179 e 199 euro, il prezzo di una Vaporshark rDNA40 e qualcuno storce il naso: box cinese (a quei tempi c’era maggior diffidenza sui prodotti asiatici), tante funzioni ma la Vaporshark era di produzione americana, con chip americano e, a fronte di una potenza più bassa la box era dotata di circuito di controllo di temperatura anche se in grado solo di gestire coil al nickel200, circuito non equipaggiato sulla SX Mini S-Class.

Grandissima box, molto apprezzata dalla critica ma con volumi di vendita bassi.

Ma da li a breve le cose cambieranno, perchè nel mese di aprile 2015 uscirà una nuova versione della box, la M-Class.
Box che utilizzerà un circuito nuovo, l’SX350J che cambia parecchio le “carte in tavola” restando, dopo anni, uno dei circuiti dalle migliori prestazioni e più facili da settare e, con poche modifiche (magari un display a colori, magari un pulsante a joystick anziché i due pulsanti di regolazione potenza) la base delle elettroniche Yihi, anche quelle più recenti.

Molto più curata della precedente versione porta parecchie novità in dote: con un

Il circuito impostato col TC attivo: i calcoli della 
potenza sono identici alla modalità Watt solo
che viene evidenziata come J (joule) anziché W 
(watt) per un riconoscimento più immediato
della modalità attiva

aggiornamento software prodotto appena iniziata la commercializzazione la box ha ora cinque modalità di erogazione, le precedenti
Soft (erogazione senza boost), Standard (semplice stabilizzazione del voltaggio) e Powerful (lieve boost inziale per preriscaldare la coil) con l’aggiunta della modalità Powerful+, con un boost iniziale molto elevato adatto per l’uso con configurazioni in clapton wire o con cavi twistati o di grosso diametro altrimenti lenti ad andare in temperatura e la deliziosa ECO(nomy), una modalità in cui viene semplificato il funzionamento interno della box e il voltaggio viene stabilizzato tramite PWM, con consumi di batteria bassa (e durate d’uso più lunghe) e una erogazione più fiacca percepibile solo con configurazioni a resistenza molto bassa.

Resta ovviamente la funzionalità bypass ovvero svapo senza stabilizzazione del voltaggio (come i dispositivi meccanici) ma con tutte le protezioni attive (cortocircuito, sovrascarica in caso di resistenze basse, voltaggio basso della batteria), modalità che Yihi è stata tra le prime a introdurre.
E, aspetto che non guasta, la potenza massima erogabile diventa di 75 watt (100 nelle configurazioni a doppia batteria in parallelo come la leggendaria e rarissima Vaporshark SX).

Ma, plus che la staccherà dalla media e ne garantirà longevità  di vita, il TC: la box impiega un chip di controllo Sx350J, per ammissione del produttore a costruzione dual core con una unità di processo dedicata al normale funzionamento della box (gestione dell’alimentazione e del display, stabilizzazione del voltaggio) e la seconda specificatamente dedicata alla gestione della modalità di erogazione e del circuito di controllo della temperatura che così lavorerà con maggiore precisione.

Questo diventerà un marchio di fabbrica delle SX Mini, nella M-Class entrambi i core gestiranno dati a 8 bit mentre il secondo core (TC e controllo delle erogazioni) diventerà a 16 bit dalla successiva box SX Mini ML-Class).

TC Molto diverso da quello della DNA40, nella DNA40 è temperature-dominant ovvero inizia con una potenza superiore a quella impostata come preriscaldamento, adatta a build più “lente” a salire in temperatura ma forse un po’ troppo aggressiva con build in nickel mentre quello della SX Mini è un power-dominant, ovvero eroga solo la potenza impostata e riduce il voltaggio erogato una volta che si sta raggiungendo la temperatura limite impostata: questa modalità richiede una corretta impostazione  della potenza (se impostata troppo bassa la coil è lenta ad andare in temperatura e i primi secondi di svapo sono fiacchi e con poca generazione di vapore) ma in questa maniera l’erogazione è più fluida e progressiva.

La Mellody SX di Loud Cloud Mods, box che amo
alla follia e ancora oggi difficile da battere, sia 
come estetica che come contenuti tecnici.

TC inizialmente solo per coil in Ni200 e Titanio, con l’aggiornamento software 2.36 è in grado di poter gestire la modalità TCR ovvero inserendo con precisione a cinque decimali il coefficiente termico del materiale utilizzato il TC è in grado di gestire tutti i materiali necessari senza bisogno di una tabella presettata dal produttore, funzione che era precedentemente patrimonio
a quei tempi solo delle Dicodes Box, di qualità eccezionale ma molto più costose.

E quello che, senza dubbio, resta il migliore display per visibilità e completezza di dati indicati mai utilizzato, anche oggi: oltre che i soliti dati dell’indicazione dello stato di carica della batteria in modalità grafica, voltaggio erogato, valore in ohm rilevato come resistenza della coil e potenza erogata da molte altre utili indicazioni: il voltaggio di carica della batteria (dato molto più preciso che l’indicazione grafica della batteria) che viene sostituito dall’indicazione della temperatura della coil in modalità TC, la modalità di erogazione impostata e un contapuff non numerico (100 svapate di guancia sono diverse come consumi elettrici da 100 svapate di polmone) ma espresso in joules, l’energia erogata dalla box, dato molto utile perchè imparando a conoscere con l’uso a quanti joules le batterie danno il fuori carica si ha sempre sott’occhio con precisione quanto ci resta effettivamente e con precisione da svapare prima della sostituzione della batteria, contatore che viene resettato (intelligentemente) ogni volta che si sostituisce la batteria stessa.

Joules: impostando la modalità TC il display indica la potenza in joules e non più in watt; ha poco significato visto che teoricamente 1 joule è l’energia necessaria a compiere un lavoro di 1 watt in un secondo e serve solo a graduare la “spinta” in modalità TC (0 minima, 50 massima) e per dare una immediata indicazione visuale della modalità di funzionamento della box (cambia l’unità di misura nel caso di TC attivo o disattivo).

Altro aspetto super interessante, e a tutt’oggi ancora imbattuto, tipico del circuito sono i menu adattivi ovvero, selezionando una modalità di funzionamento scompaiono automaticamente da menu e vengono disattivate le funzioni non pertinenti (ad esempio attivando la funzione Bypass spariscono le funzioni di selezione modalità di erogazione e le regolazioni di potenza, selezionando la modalità TC compaiono tutte le impostazioni della temperatura e del tipo di materiale utilizzato, normalmente non accessibili ne visibili rendendo più scorrevoli i menu e più semplici da impostare le funzioni.
Cosa che adoro e che rende i menu semplici da consultare e impostare e intuitivi, tanto quanto gli ottimi Dicodes impostati a menu e molti sottomenu nidificati tendono delle volte a non essere semplicissimi da settare.

Display (della SX Mini e di tutti i circuiti Yihi): in erogazione la batteria “balla” indicando il voltage drop durante la scarica, indicazione non solo “simpatica” ma anche molto utile per testare lo stato di salute della batteria (se il display indica un voltage drop superiore al 50% con resistenze sub ohm e al 25% con coil a resistenza alta  probabilmente la batteria ha la chimica usurata ed è necessario sostituirla con una nuova e integra).

Difetti: unico difetto del circuito (che lo ha fatto amare poco dai modder) le sue dimensioni: board di dimensioni importanti (ovvio, col bel display che monta) e con ingombri complicati da alloggiare nelle mod, la scheda madre del circuito è un robusto blocco “all in one” su cui sono cablati circuito, il grande display, il tasto di attivazione e i due di regolazione di potenza e pure la presa USB (sconsigliata per la ricarica delle batterie ma ottima per gli aggiornamenti software).

Altri circuiti, più furbamente, danno la possibilità di montare pulsanti separati, altri (come i DNA) di non installare la presa USB, riducendo nettamente le dimensioni e gli ingombri dei circuiti, rendendoli più comodi da cablare e installare.
Certo, essendo dotata di sensore di movimento i pulsanti di regolazione potenza non servirebbero (circuiti simili come il suo predecessore SX350 e lo Starplat 75 spesso non li montano nemmeno), la presa USB serve a poco (il loro programma SXI-Q da meno possibilità di setup rispetto all’eScribe per i circuiti Evolv e mediamente dopo la commercializzazione del circuito Yihi distribuiva una sola versione di aggiornamento firmware con le correzioni dei bug, dopo di che basta) ma causa le dimensioni complessive, finisce installato su poche box “non Yihi”.
Ma box ce ne sono, notevoli: la Vaporflask SX (in configurazione a doppia batteria in parallelo e potenza massima elevata a 100 watt), la Square Mod  che addirittura monta una singola batteria 26650 e la sempre eterna e splendida Mellody SX di Loud Cloud Mod che riesce ad abbinare una estetica classica e super elegante da prestazioni da fuoriserie, oltre che altri prodotti di marchi notevoli come Limelight (la Pylon) e Vertigo Mods (la Pro).

Off topic: a febbraio 2012 la mia vecchia e consumatissima SX Mini M-Class compirà otto anni di duro lavoro, fu la box con cui feci tanti esperimenti, studiai il funzionamento del TC e imparai i rudimenti dello svapo, estetica sicuramente segnata dall’eccessivo uso ma elettronicamente ancora perfettamente funzionante come nuova.
Fatte le debite proporzioni, può piacere o non piacere ma resta un circuito super affidabile, tanto quanto ho avuto più problemi di elettronica con alcuni DNA.

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