Appunti disordinati di viaggio, dopo un paio di settimane d’uso e svapo con lo Starplat.
Nella mia esperienza di svapo, ho inquadrato i circuiti delle box in tre grandi famiglie:
-
il
circuito “da ingegnere”, come quello che equipaggia le battery box prodotte da
Dicodes e il più recente BF60 (o D60, a scelta), circuito che non necessita di
aggiornamenti firmware perché già prodotti privi di bug o anomalie e che sono
in grado di impostare qualsiasi cosa (boost, TC per cavi particolari e altre
delizie) ma al costo di una programmazione accurata e meticolosa e con molta
attenzione, perché i menu di impostazione della box non sono particolarmente
immediati ne intuitivi ma che una volta impostati danno le prestazioni migliori
(deliziando chi è, come il sottoscritto, un appassionato di elettronica)
-
il
circuito “da nerd”, dove o si svapa tranquillo in variwatt (come faccio io) una
volta aggiornata la box e impostati i profili (come li userò sempre) oppure ci
si delizia attaccati ad un PC: si regola e prova il preriscaldamento, ci si
scarica i diagrammi di funzionamento della rigenerazione della coil e (capitò
anche a me agli albori, quando avevo pretese di “tecnicismo” sfrenato) si
finisce attaccati ad un PC a programmarsi la box neanche fosse la Playstation,
e questo è il caso dei circuiti DNA più recenti;
-
il
circuito “da tranquillo”, che fa tutto bene, ha una impostabilità direttamente
tramite la box, menu non troppo tortuosi e da possibilità di svapare anche in
maniera vivace, ma senza dover arzigogolare nei labirinti dei menu e dei setup,
un circuito in grado di dare grandi soddisfazioni e ottima qualità di svapo
anche a chi non ha voglia di complicarsi la vita o non ha tempo ne sbattimento
a impostare cose troppo complicate.
E in questa
categoria, talvolta sottovalutata dai puristi e dagli svapatori “extreme” ma
che almeno per me è la base del mio svapo ci sono le creature di Yihi (gli
SX350J, Sx350J-v2 e SX480) e di VO (il VO75).
E lo Starplat.
Circuiti di
ottimo livello, talvolta utilizzati anche su mod prestigiose e con molti punti
di similitudine, almeno come logica di funzionamento e programmazione.
Così, per
giocare, organizzo un torneo, una sfida tra i vari circuiti.
Con cui confronterò le impostazioni a menu, la loro facilità e duttilità di
impostazione e, soprattutto, la loro efficacia nello svapo.
Tra l’altro, il
confronto lo faccio utilizzando l’SX350J che è il circuito più vecchio dotato
di TC prodotto da Yihi ma è anche il capostipite e la base di tutta la
produzione seguente: l’SX350J-v2 era identico, con la possibilità di presettare
oltre alle cinque standard altre cinque curve di erogazione impostate dall’utente,
l’SX475J (stesso display) al posto dei due pulsanti di regolazione potenza ha
un singolo pulsante a joystick, l’SX480J della MX-Class adotta un display a
colori ma tutto sommato le funzionalità e le modalità di programmazione restano
quelle del primo SX350J
Modalità Variwatt
Purtroppo,
per manifesta genialità, stravince nettamente lo Starplat: mentre VO75 e SX350j
(e anche lo Starplat in modalità Variwatt) ragionando in maniera canonica
ovvero all’attivazione leggono il valore di resistenza alla coil e tramite la
formula √(potenza impostata x valore di resistenza) ricavano il voltaggio da
erogare alla coil mentre lo Starplat prevede anche una modalità varivolt, dove
si imposta il valore del voltaggio stabilizzato che si vuole e la box lo eroga
senza altri calcoli se non la normale stabilizzazione del voltaggio.
Tale modalità potrebbe essere piacevole per i “vecchiacci” abituati a svapare
con dispositivi varivolt come i vecchi Lavatube, zMax e compagnia bella ma è di
fondamentale importanza per chi svapa con rigenerazioni particolari come la
mesh.
In molti consigliano di svapare a mesh in meccanico per la migliore resa, ma in
realtà il problema grosso è un altro: le fluttuazioni nel valore di resistenza
della coil.
La mesh è una rete metallica in acciaio (quindi elettricamente conduttiva) che
va ossidata a fiamma per farle perdere appunto conduttività e che, una volta
inserita nei fori dell’atom, va “avvolta” manualmente con la coil a spire
precise e distanziate, come si faceva una volta con le rigenerazioni a wicks
dove i jig coil o le coil prefatte non potevano essere utilizzati, tutte
particolarità che causano talvolta fluttuazioni nel valore di resistenza letto
dalla battery box.
Ricordo una volta un ragazzo che si lamentava del funzionamento di un circuito
DNA40 schermo grande, ritenendolo difettoso: quel circuito ragiona leggendo
sulle prime tre svapate il valore di resistenza alla coil, se il valore è
stabile attiva la modalità variwatt, se lo legge variabile attiva la modalità
TC e tenta di di gestire l’alimentazione (in maniera errata) utilizzando la
tabella delle progressioni termiche del Ni200, problema che non si pone con lo
Starplat che ragionando “raw” in volt non si lascia fuorviare da queste
particolarità di funzionamento.
Modalità TC
In modalità
TC, aex equo tra SX350J e Starplat (con lieve superiorità dello Starplat): il
VO75 ragiona in modalità temperature dominant ovvero, senza settare la potenza
in erogazione, eroga una potenza molto elevata per portare la coil al valore di
temperatura limite impostato (ritenendola “temperatura di crociera”) salvo
moderare l’alimentazione al raggiungimento di questo limite, modalità di
funzionamento che in modalità acciaio e con aromi soft è ottima per fare
“svapetti e cloud” ma che se si svapa mentolati con coil molto reattive (come
le Ni200) tende ad essere molto aggressiva.
La SX Mini ragiona in modalità “Power dominant” ovvero eroga il valore di
potenza impostato intervenendo sull’alimentazione solo al raggiungimento della
temperatura limite, e questo comporta una erogazione più morbida e vellutata, e
se si vuole una erogazione più grintosa la si puà avere impostando le modalità
“boostate” Powerful e Powerful plus.
Lo Starplat,
ragionando in modalità Varitherm (Temperature Dominant) o Variwatt con Temp
Control (power dominant, su cui è possibile impostare anche il boost di
preriscaldamento) offre sicuramente la possibilità di settare la propria resa
desiderata alla perfezione sia per svapo MTL che cloud.
Display
Stravince il
350J di Yihi, visto che ancora oggi è il display dalla migliore leggibilità e
con l’esposizione più completa dei dati, compreso (in modalità watt) del valore
di voltaggio erogato dalla batteria e un contajoule indicante l’energia
complessivamente prelevata, indicazioni precisissime e super utili per poter
avere in tempo reale la corretta indicazione dello stato di carica rimanente,
oltre all’indicazione in tempo reale del voltage drop in erogazione, utile per
valutare (in caso di “cadute” eccessive) lo stato di usura della batteria
utilizzata.
Buono quello dello Starplat (che indica anche la temperatura del circuito, per
valutare surriscaldamenti anomali o rischio di danneggiamento della box), il
VO75 ha un display tradizionale con le indicazioni “basic” senza extra.
Preriscaldamento della coil
In ordine di
classifica, il migliore è lo Starplat, segue l’SX350j, terzo il VO75 e ultimo
(spiegando), l’SX350J-v2.
Partiamo dal
peggiore, l’SX350J2 è dotato di cinque comode modalità di erogazione
preimpostate che funzionano benissimo e che sono pure sicure, ragionando in
incremento/decremento percentuale della potenza di erogazione e non in valori
assoluti in watt, utili perché possono essere usati, per generare una svapata
più morbida o più aggressiva con tutte le build (un incremento del 20% della potenza impostata non danneggia nessuna
build, che sia un Kayfun oppure un sub ohm in clapton coil, al massimo genera
svapo caldo e sgradevole) e in aggiunta, cinque modalità (SXI-Q + numero da 1 a
5) che sono programmabili da PC e che ragionano impostando nella curva in
erogazione i watt da erogare nelle singole frazioni di tempo della svapata >
la modalità impostata non salta immediatamente all’occhio e se monto un Kayfun
dimenticandomi di disattivare un boost con una potenza iniziale da 60 watt
metto fuori uso coil e rigenerazione.
Lo stesso, ne
parlai nella “puntata precedente” sullo Starplat, il VO75 ragiona anche lui in
termini di potenza assoluta e non di incremento percentuale, ma sul display
l’attivazione della modalità “boostata” è facilmente visibile perché, anziché
la descrizione della modalità di funzionamento viene visualizzato un mini
grafico cartesiano delle potenze impostate in erogazione, ricordando di
controllare quanto impostato prima di svapare.
Ottimo, semplice e funzionale l’SX350J, che utilizza solo le cinque modalità
presettate dell’SX350J-v2 (che tramite PC da la possibilità all’utente di
programmarne altre cinque) e che ragionando in percentuale di incremento potenza non crea danni nemmeno se
per sbaglio si svapa con un dispositivo a resistenza alta con la modalità più
cattiva (la “Powerful+” attivata).
Eccellente,
per funzionalità settabilità ma anche per sicurezza lo Starplat: ragiona in
percentuale di incremento rispetto alla potenza impostata ma da anche la
possibilità di impostare il tempo di durata del boost, sicuro e “risk-free”
come l’SX350J ma con maggiori possibilità di regolazione e “affinamento” del
boost desiderato.
Comodità d’uso/features aggiuntive
In questo
caso lo Starplat vince a pari merito con l’SX350J, scarso il VO75.
Partendo dal basso, il VO75 è (come dicono gli americani) WYSIWYG (what you see
is what you get, quello che vedi è ciò che ottieni) un display non
personalizzabile e box senza funzionalità aggiuntive rispetto a quelle “base”
di ogni box.
Nettamente staccati (in alto), gli SX350J, dotati sia della (a mio gusto)
deliziosa possibilità di regolare la box oltre che tramite pulsanti (le SX Mini
M e ML Class hanno pulsantini di regolazione potenza appuntiti e fastidiosi
nell’uso e nelle pressioni prolungate) tramite sensore di gravità, inclinando
verso destra o verso sinistra la box i valori impostati a display vengono
incrementati/decrementati (se numerici) o messi in scrolling nella direzione
verso cui la box è inclinata, oltre che (impostando la modalità “Display” ad
“Auto”) regolare l’orientamento del display stesso in automatico (e sempre in
maniera corretta garantendo la perfetta leggibilità) a seconda che venga
impugnata da un destro, un mancino oppure la si mostri in verticale ad un amico
per fargli vedere i valori impostati.
Pari punti,
lo Starplat non ha la funzione di inversione laterale del display (solo il
capovolgimento alto/basso per adattare la visualizzazione alla direzione di
installazione del display), non è assolutamente un problema essendo un display
a sviluppo verticale, avendo solo la possibilità di impostare i valori tramite
sensore di gravità e la possibilità di poter regolare la luminosità del
display, in funzione dell’illuminazione ambientale e riducendola nel caso di
buona visibilità, per ridurre i consumi di batteria della box (negli Yihi
l’illuminazione è elevata e non regolabile, ottima in spiaggia per ferragosto
ma forse eccessiva (e con inutili consumi di batteria) nelle ore serali o in
luoghi a media illuminazione.
Lo Starplat…..
Che dire?
Bello bello…
Un circuito facile da settare come l’SX350J, intuitivo, molto mnemonico.
In più, senza bisogno di utilizzare PC, ha un grado di settabilità elevatissimo, con una ricchezza di funzioni al livello dei circuiti Dicodes (ovvero, del meglio attualmente in circolazione), un circuito che, forse, viene sottovalutato da tutti per via della sua discrezione (pochi loghi “pulp” e nessun display a colori sgargianti) ma che veramente ha qualità da vendere e potenzialità d’uso al top.
Se i DNA sono ottimi perché funzionano bene in variwatt senza impazzirci troppo ad impostarli e perché (per via del prezzo moderato delle versioni recenti) vengono utilizzati su ottime box per uso quotidiano e dal prezzo abbordabile, se gli SX350J sono dei perfetti “all around" (la mattina, se prendo per andare a lavorare la SX Mini e il primo atomizzatore che mi capita, so che svaperò comunque bene non avendo problemi di settaggi complessi o incompatibilità tra hardware) lo Starplat è il circuito perfetto per mettere d’accordo tutti, i “pigri” che potranno avvalersi di un circuito di qualità “super” ma che non richiede lauree in ingegneria per poter essere facilmente impostato a proprio gusto, per i più meticolosi un circuito che permette una capillare settabilità di tutti i parametri possibili e immaginabili.
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