Dalla Russia con furore - Lo Starplat 75

 

Della serie “non si vive e non si svapa solo di iStick (o Pipeline Pro, qual si voglia dire)”, gli americani (che possono sparare agli indiani, come canta Vasco Rossi) fanno circuiti da svapo strepitosi (Evolv e VO), i cinesi fanno circuiti da svapo strepitosi (gli Yihi SX350 e superiori), i tedeschi fanno circuiti da svapo strepitosi (tutto il prodotto Dicodes), gli italiani nel loro piccolo (meriterebbero più visibilità e successo) fanno circuiti strepitosi (Omega Vaper).

E i russi? Mandano la gente nello spazio, costruiscono le bombe atomiche e non fanno elettroniche da svapo?

Le fanno, le fanno.

Già Svoemesto un po’ di tempo fa mise in produzione un circuito a  mio gusto ottimo, il Nivel 3 che equipaggiò lo splendido Semovar ma un po’ qualche “vizio di gioventù” del circuito nelle prime serie di prodotto, un po’ la dura concorrenza di Provape e di Dicodes, un po’ il prezzo (molto) elevato (a quei tempi c’era meno propensione a spendere tanto per lo svapo e il mercato era più ristretto) gli preclusero il successo (allora) e la fama (per i tempi a venire) che avrebbe meritato.

Ma, dopo tanto tempo, qualcosa si affaccia di nuovo: un produttore russo, StarPlat, mette in produzione una sua elettronica da svapo.

Esce l’SX350 di Yihi, grandissimo circuito, ottimo per box compatte (come le Carlos Creations o le Stratum del modder russo OLC) ma col tempo prende piede il controllo di temperatura e Yihi si aggiorna mettendo in commercio l’ancora ottimo Sx350j (evolutosi poi in SX350j e SX475j) ma, rispetto al suo predecessore, aveva dimensioni maggiori e di conseguenza richiedeva spazi maggiori per essere cablato e installato.

E qua si entra nella mitologia.
A quei tempi i circuiti Evolv erano prodotti negli USA e quindi erano costosi e complicati da importare

Il logo del circuito sul display

in Russia e Dicodes produceva poco e solo per le proprie box, e la celeberrima Stratum (una delle icone storiche dello svapo) rischiava di non avere più elettroniche adeguate da installare..
E, in una chiacchierata a San Pietroburgo, un ingegnere russo di nome Maksim Starplaat promise di replicare le migliori prestazioni degli altri circuiti in dimensioni ultraridotte.
Cose incredibili.

E inizio a progettare, mutuando parecchio dall’esperienza Yihi: display quadrato e verticale (di foggia simile a quello dell’SX350 normale (non il Mini) che equipaggiava le Zero prodotte da Carlos Creations e tante funzioni simili all’SX350J come la possibilità (poco diffusa in altri apparati) oltre che di poter settare i comandi tramite pulsante anche tramite sensore di gravità.

Lo schema elettrico, complesso e iper miniaturizzato
Intanto, di speciale, ha le dimensioni: praticamente il tutto è stato miniaturizzato ai massimi livelli e mentre altri circuiti prevedono una scheda elettronica più grande con un display cablato (come gli SX di Yihi) o circuiti più compatti dotati di un display a parte unito al circuito (come i DNA di Evolv) lo Starplat è talmente tanto miniaturizzato che praticamente il circuito (con poche sporgenze) è tutto cablato dietro il grande e molto ben leggibile display, eventuali pulsanterie (se ne si vuole impiegare, del tipo che più si preferisce) sono cablabili a parte.

Software aggiornabile (a quei tempi patrimonio solo dei circuiti SX “alto di gamma”) e utilizzo del TC anche tramite modalità TCR (a quei tempi patrimonio esclusivo della Dani Box di Dicodes) ma soprattutto, funzionante senza rischi per la box (non come la Tesla Touch che aveva la shell per PC difettosa che al primo aggiornamento software metteva la box fuori uso) la possibilità di personalizzare la lingua del menu.

Tanta roba.
Le prestazioni? 75 watt e gestione di alimentazioni in monobatteria, congruo al migliore sfruttamento dell’alimentazione > solo in Italia (molto) e negli USA (molto meno)  c’è il culto delle battery box da 250 watt e con un sacco di batterie installate, all’estero si preferiscono prodotti più discreti ed eleganti.

E il risultato è un piccolo capolavoro, tutto il circuito é 
grande poco più di una moneta da un euro.

E numeri molto interessanti: voltaggio erogabile da  0 a 9 Volts, come già detto 75 watt di potenza
massima erogabile, un range di lettura resistenza che va (in modalità watt) da  0.1 a 5 Ohms, ovviamente il massimo sarà più basso in modalità TC.

Software aggiornabile e menu in lingua modificabile a completare le funzioni, forse ad oggi non più fantascientifiche ma sempre molto interessanti, considerando che la programmazione e i setup di un circuito StarPlat non necessitano di un PC e di un software esterno.

Diffusione? Tutto sommato buona, se i modder occidentali restano (per “pigrizia di progettazione” ma anche per la maggior reperibilità) affezionatissimi ai circuiti Evolv e solo recentemente ai circuiti Dicodes (in pochissimi hanno “osato” tentare vie nuove utilizzando circuiti  VO o Omega Vaper) i modder dell’est europeo hanno realizzato un discreto numero di mods equipaggiate con questo circuito.

La prima box della storia cir-
cuitata Starplat, la Stratum 
di OLC
Molti modder ma soprattutto di ottimo livello, come dimostra il successo di prodotti come la Stratum sia OLC che quella marchiata VapeProLine, per molto tempo un “must” per lo svapatore elegante e ancor oggi prodotto molto ricercato (e pagato) e anche produttori italiani (DamnMod e Vertigo Mods) si sono messi a utilizzarlo, con ottimi risultati in termini di qualità e performance.

Tecnicamente? Un prodigio.

Ma di questo bisogna parlarne bene, il seguito alla prossima puntata.

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